Le previsioni negative per il trimestre Apple sono state confermate: per la seconda volta consecutiva da anni a questa parte, i dati fiscali sono stati peggiori di quelli corrispondenti dell’anno precedente ma non siamo di fronte al disastro previsto dagli analisti.
È quanto emerge dalla presentazione dei risultati finanziari del secondo trimestre dell’anno fiscale 2023, quello concluso a marzo, nel corso del quale l’azienda americana ha annunciato un fatturato trimestrale di 94,8 miliardi di dollari e un utile trimestrale per azione diluita di 1,52 del 2022, gli stessi dello scorso anno. Gli analisti avevano previsto un fatturato di 93 miliardi e profitti per 1,43$ per azione in un contesto che ha visto durante le ultime settimane numerosi segnali negativi giungere dal mercato dei fornitori della Mela.
A sorprendere, mitigando la ridurre di fatturato e profitti, cal contrario del previsto, è stata essenzialmente la tenuta delle vendite di iPhone
Non abbiamo i dati numerici di vendita ma il fatturato degli smartphone passa da 50,570 miliardi di dollari a 51,3 miliardi, meglio delle previsioni degli analisti che fissavano le vendite a 48,9 miliardi di dollari.
Se nel corso del trimestre precedente Apple era stata stata colpita particolarmente dalla disponibilità dei dispositivi provocata dai lock down estivi ed autunnali delle fabbriche cinesi, i problemi sono stati superati e il ciclo di sostituzione è ripreso anche per effetto della catena di sconti (su Amazon gli iPhone sono quasi tutti ribassati dal 10 al 15%) che è stata messa in atto nei canali.
Dopo il massiccio ribasso di fatturato dei Mac nell’importante trimestre di Natale (7,7 contro 10,85 miliardi del 2022) siamo di fronte ad un nuovo calo anche in questo trimestre: Apple fattura 7,1 miliardi contro 10,4 miliardi. Gli analisti avevano previsto una riduzione del 25%, un dato peggiore di quello che già viene considerato disastroso del comparto dei PC. Il calo in questo caso è persino peggiore visto si aggira intorno al 30%
Inutile ricordare che i Mac sono prodotti venduti ai consumatori finali o al piccolo business e la loro sorte, come per gli iPhone, è legato al livello di fiducia di questo mercato che oggi non è certo al top della sua forma. Il mercato dei PC è invece legato percentualmente in misura maggiore agli acquisti aziendali
Vanno male anche le vendite di iPad (6,6 miliardi contro 7,6 miliardi del 2022). Questo avviene in un contesto dove il concetto di base dei modelli è invecchiato e i nuovi prodotti o sono troppo costosi per il target di mercato cui si rivolgono (gli iPad di decima generazione) oppure sono stati aggiornati solo nel processore senza offrire davvero spunti di novità che possano spingere i clienti ad acquistare (gli iPad Pro M2). Gli analisi avevano previsto un calo, seppure di poco, minore.
Fanno un pochino meglio i servizi. Qui Apple da molti anni stava crescendo in maniera costante e a grandi falcate, anno su anno e trimestre su trimestre. Ha rallentato nel trimestre di Natale e ha mantenuto un andamento lento anche per la primavera 20,90 contro 19,80). Gli analisi avevano previsto il dato attribuendolo almeno in parte alla forza del dollaro che ha ridotto fatturato e profitti.
Anche il segmento “altri prodotti” tra i quali ci sono i prodotti Beats, gli AirPods, gli Apple Watch e altri prodotti minori, fa segnare un regresso; qui Apple che toccano i 8,7 miliardi (lo scorso anno erano stati 8,8 miliardi). In ogni caso siamo ben davanti al fatturato dei Mac e superiori anche al fatturato di iPad.
Cook e il CFO Maestri guardano il lato positivo parlando di «record nei servizi e nelle vendite di iPhone, nonostante il difficile contesto macro economico» e di «prestazioni finanziarie migliorate rispetto al quarto di dicembre che hanno generato un flusso di cassa di 28,6 miliardi e di dividenti per 23 miliardi»