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Recensione Mac mini M2 2023, spendere al meglio ogni centesimo

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Chi scrive ha avuto tutti i Mac mini prodotti da Apple dal 2005 a oggi. È una macchina da alcune persone spesso sottovalutata ma invece estremamente valida e – soprattutto nelle incarnazioni più recenti – potente quanto basta per renderla adatta in attività e ambiti di tutti i tipi.

Il Mac mini con CPU M1 presentato nel 2020 (qui la nostra recensione) si era confermato modello di tutto rispetto e tutt’ora continua a regalarci soddisfazioni (è un vero e proprio mulo da lavoro, sfruttato per fare di tutto e di più tutto, acceso costantemente nel nostro studio da mattina a sera) ma abbiamo avuto modo di provare per mesi anche gli ultimi modelli, presentato a gennaio 2023, ora disponibili nelle varianti con chip M2 e M2 Pro.

Abbiamo testato a fondo due configurazioni del Mac mini M2: il modello base con chip M2, CPU 8‑core, GPU 10 core e 8GB di memoria e unità SSD da 256GB, e la variante con 16GB di memoria RAM e unità SSD da 512GB. Apple offre anche una variante top di gamma con chip M2 Pro, CPU 10-core e GPU 16 core; quest’ultima si riconosce esteticamente dalla parte posteriore per la presenza di 4 porte Thunderbolt 4 anziché le 2 presenti sui modelli base; porte a parte, per il resto si tratta di macchine esteticamente identiche ma differenti dal punto di vista delle prestazioni e, ovviamente dei costi. Ma partiamo dall’inizio…

Contenuto della confezione

Il Mac mini M2 arriva nella consueta scatola minimalista all’interno della quale troviamo il computer vero e proprio e il cavo di alimentazione (l’utente deve comprare o disporre già di monitor, tastiera e mouse). Il computer è uno scatolotto di piccole dimensioni (3,58 cm x 19,70 cm x 19,70 cm) e fa la sua bella figura su qualsiasi scrivania. Le due varianti (base e top di gamma) hanno un peso leggermente diverso: 1,18 kg quella base e 1,28kg quella con M2 Pro (per via del diverso sistema di raffreddamento usato).

Sulla parte frontale all’accensione è visibile la sola spia di alimentazione. Sulla parte posteriore troviamo (nell’ordine): pulsante di accensione, connettore per presa di alimentazione, due porte Thunderbolt 4, 1 uscita HDMI (con supporto uscita audio multicanale), due porte USB-A e jack cuffie da 3,5mm (con supporto per modelli ad alta impedenza, in altre parole grado di riconoscere l’impedenza delle cuffie collegate, regolando uscita audio in base all’impedenza delle cuffie collegate).

Il coperchio di plastica nella parte inferiore si può svitare ma non serve a niente accedere alla macchina: è tutto saldato (RAM, SSD, ecc.). Apple avrebbe potuto offrire una piccola porta M.2 interna, ma preferisce far pagare a caro prezzo le unità di archiviazioni interne.

WiFI, Ethernet e Bluetooth

Il WiFI integrato è il Wi‑Fi 6E (802.11ax) in grado di migliorare notevolmente le prestazioni nel trasferimento dati via rete (utile se si scambiano dati con altri colleghi o per chi fa il backup con Time Machine su NAS o simili via WiFi); non manca il Bluetooth 5.3 e di serie è presente una Gigabit Ethernet 10/100/1000BASE-T; in fase di ordine l’utente può eventualmente configurare la macchina anche con porta 10Gb Ethernet (Ethernet NBASE‑T con supporto per Ethernet a 1 Gbps, 2,5 Gbps, 5 Gbps e 10 Gbps con connettore RJ‑45).

Oltre alla diversa tipologia di Ethernet in fase di ordine sul sito Apple (o presso i rivenditori autorizzati) è possibile scegliere configurazioni con 8GB, 16GB e 24GB di memoria unificata. L’archiviazione del modello base parte da 256GB e sono disponibili “tagli” da 512GB, 1TB e 2TB (i tagli più grandi non solo più capienti ma anche più veloci, lo vedremo dopo).

Le uscite video

I Mac mini base con M2 supportano fino a due display: un monitor con risoluzione fino a 6K a 60Hz collegato via Thunderbolt e un monitor con risoluzione fino a 5K a 60Hz collegato via Thunderbolt o con risoluzione 4K a 60Hz collegato via HDMI; il modello con M2 Pro supporta fino a tre monitor (due con risoluzione fino a 6K a 60Hz collegati via Thunderbolt e uno con risoluzione fino a 4K a 60Hz collegato via HDMI).

Si possono collegare monitor mediante l’uscita video digitale Thunderbolt 4 (attacco USB-C), oppure mediante l’uscita video HDMI (sono supportati schermi con risoluzione fino a 4K a 60Hz) ma ovviamente anche usando convertitore di vario tipo da Thunderbolt/USB C ad altre connessioni. L’uscita HDMI del mini con chip Apple M2 Pro supporta monitor esterni con risoluzione fino a 8K a 60Hz o 4K a 240Hz.

Recensione Mac mini M2 2023, l’instancabile tuttofare

Prestazioni

Rispetto ai modelli di Mac mini della generazione precedente, i chip M2 e M2 Pro portano su Mac mini CPU e GPU più veloci di nuova generazione, una maggiore banda di memoria e un media engine più potente (utile per la gestione di video ProRes, H.264 e HEVC e lavorare su più flussi video, anche 8K).

Il Mac mini con chip M2 ha una CPU 8-core con quattro high-performance core e quattro high-efficiency core e una GPU 10-core. In tutti i nostri test la macchina base si è rivelata mediamente più veloce del 12% rispetto al modello con M1 nei test single-core e fino al 20% più veloce nei test multi-core. Il fabbisogno energetico è cresciuto rispetto all’M1: se il precedente modello si accontentava mediamente di 39W, l’M2 arriva fino a 50W quando si satura la memoria e si usano applicazioni in grado di sfruttare i 10 core della GPU.

Stressando a fondo la macchina si nota un calore superiore rispetto a prima, ma da questo punto di vista il mini rimane perfettamente fresco rispetto alla “stufetta” che era il vecchio modello con CPU Intel Core i7 che aveva bisogno di un alimentatore da 150W.

Navigando sul web, guardando film in streaming in 4K, usando iMovie, Photoshop, Illustrator, lavorando con complessi file con Excel e Numbers o elaborando scatti in ProRAW e cercando di metterlo in crisi con Logic, il Mac mini M2 non sembra battere ciglio (la ventola interna gira costantemente a 1700 giri/min) e la macchina sembra imperturbabile. Il modello base con SSD da 250GB integra un solo chip per la memoria usata per storage, contro i due chip da 128GB del modello con SoC M1, elemento che evidenzia una velocità inferiore nella lettura / scrittura dell’unità di archiviazione: il tempo per l’esportazione di una timeline 8K da Final Cut Pro richiede più tempo rispetto al modello con l’unità SSD più grande; se lavorate molto con applicazioni nelle quali l’accesso all’unità di archiviazione è importante – e se potete farlo – è meglio comprare il modello con le unità di archiviazione più capienti: la maggiore velocità di queste unità fa la differenza nelle operazioni che richiedono la manipolazione di grandi volumi di dati.

Una scelta che non comprendiamo è il numero di porte Thunderbolt inferiori rispetto ai tempi del mini con processore Intel: I Mac mini M1 e M2 base offrono solo due porte Thunderbolt e due porte USB-A (lo spazio c’è e Apple avrebbe potuto integrare almeno una terza porta Thunderbolt e una terza USB-A). Forse nel mondo ideale immaginato da Apple gli utenti affiancano al mini un monitor Studio Display e sfruttano le porte USB-C e Thunderbolt 3 di quest’ultimo ma ovviamente non sempre è così e non tutti possono permettersi monitor come quelli offerti da Apple. Ovviamente è possibile usare hub e dock di terze parti e avere quante porte si vogliono ma un piccolo sforzo Apple avrebbe potuto farlo, evitando di riservare un numero maggiore di porte solo al modello top di gamma.

Ogni porta USB può offrire 15 W di potenza (secondo le nostre misurazioni) o fino a 90 W in tutto: questo spiega anche le dimensioni dell’alimentatore, un po’ sovradimensionato per la semplice accoppiata CPU/GPU.

Sotto torchio

Abbiamo testato i modelli a nostra disposizione, con vari benchmark e utility dedicate. Il salto in termini di prestazioni è abissale rispetto ai Mac mini con processore Intel: i test multi-CPU con Geekbench del Mac mini 10 core hanno evidenziato un punteggio di 7735, quelli single CPU di 1753, risultati simili a quelli che è possibile ottenere con il MacBook Air M2. Il salto avviene testando il Mac mini 2023 con M2 Pro: 1957 nei test single core, 12066 nei test multi-core: quasi vicini a quelli che è possibile ottenere con il Mac Studio con M1 Max 10 core (il modello base): una scelta da considerare tenendo però conto che il Mac Studio ha lo slot SDXC card. una GPU con core grafici in più e un numero maggiore di porte Thunderbolt 4.

Usando Cinebench (benchmark che sfrutta la CPU per il ray-tracing 3D) abbiamo ottenuto un punteggio di 7827 con il Mac mini M1 10 core nei test multi-core e di 1524 nei test single-core; nei test single-core il mini si comporta in modo del tutto analogo al MacBook Pro con M1 Pro 10 core, al Mac Studio M1 Max 10-Core e risulta leggermente più lento del Mac Mini M2 Pro 12-core; la musica cambia nei test multi-core: il Mac mini M2 Pro 12 core (punteggio: 14809) riesce a battere il Mac Studio M1 Max 10 core (punteggio 12388) e il MacBook Pro M1 Pro 10 core (punteggio: 12381).

Con HandBrake (utility di conversione video) abbiamo provato a codificare un video 4K in H.265 usando la CPU (codifica hardware nativa) riuscendo a superare nei test anche il Mac Studio M1 Max 10-core, senza sentire la ventola, finendo due minuti prima nei test con la sola CPU; sfruttando gli encoder video i tempi sono ancora inferiori, con migliorie mediamente del 18% superiori a tempi offerti da M1 Max.

Recensione Mac mini M2 2023, l’instancabile tuttofare

Usando un gioco come Shadow of the Tomb Raider si evince che non è una macchina che ha questo target di riferimento ma gestisce facilmente i file RAW da 40 megapixel o superiori e non abbiamo notato nessun rallentamento nell’elaborazione di filmati 4K con bitrate elevati: funzionalità di codifica e decodifica con frequenze di fotogrammi alte (48-60 fps) sono gestite senza problemi e non abbiamo notato nessun rallentamento con girati di altissima qualità, anche lasciando girare per ore benchmark dedicati.

I test GFXBench Metal evidenziano risultati identici tra Mac Mini M2 8GB, SSD 256GB e Mac Mini M2 16GB, SSD 512GB.
I test GFXBench Metal evidenziano risultati identici tra Mac Mini M2 8GB, SSD 256GB e Mac Mini M2 16GB, SSD 512GB.

Conclusioni

Il Mac mini M2, a partire dal modello base, è una macchina perfetta per chi cerca prestazioni e la massima produttività senza bisogno di svenarsi. È sempre reattivo, pronta e in grado di gestire alla grande carichi di lavoro anche molto impegnativi. Nel modello base, il salto in termini di prestazioni non è così elevato rispetto al precedente modello M1 ma sicuramente queste sono superiori e si vede anche nelle applicazioni più semplici. La versione base è già perfetta per tantissime cose (anche fotoritocco e video editing non troppo complesso) ma se pensate di tenere il Macmini per molti anni, il nostro consiglio è di optare per il modello intermedio con unità di archiviazione più capiente.

Il prezzo di listino del modello base è di 729,00 euro IVA inclusa ma questa macchina si trova spesso a prezzi ancora più bassi da renderla ancora più interessante. Peccato che la scontistica sia tipicamente applicata al modello base e non alla variante con SSD da 512GB e a quella con M2 Pro.

Il il Mac Mini M2 è molte volte offerto su Amazon in sconto (spesso scende a 599,00 euro) un prezzo decisamente interessante per chi è alla ricerca di una macchina potente, capace e versatile ma allo stesso tempo conveniente: probabilmente il Mac con il migliore rapporto qualità-prezzo visto finora e che non ha rivali nella sua categoria.

Pro
– Piccolo, silenzioso, potente
– Gestione multi-monitor
– La variante M2 Pro

Contro:
– Il prezzo di listino è un po’ alto ma la macchina base si trova facilmente con buoni sconti
– Si potevano aggiungere più porte USB e Thunderbolt
– Manca una porta slot SDXC card su lato anteriore

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