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Paesi Bassi, niente macchinari per la stampa di chip alla China

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Il governo dei Paesi Bassi ha bloccato l’esportazione di macchinari per la litografia fondamentali per “stampare” circuiti integrati dalle dimensioni nanoscopiche. I macchinari in questione sono prodotti da ASML, una delle pochissime aziende al mondo specializzata nella realizzazione di macchine EUV (ultravioletti estremi).

A riferirlo è il sito Politico, evidenziando che l’Europa si sta allineando sempre più sulla strategia di Washington, riuscendo nell’impresa di compattare l’Occidente per stendere un “cordone sanitario” attorno alla Cina, impedendo a quest’ultima di poter accedere a tecnologie avanzate fondamentali per la produzione di chip.

Gli Stati Uniti e i Paesi Bassi hanno siglato un accordo che prevede nuove restrizioni per la Cina nelle esportazioni di tecnologia avanzata per le “macchine di stampa litografica”, un accordo che è arrivato a gennaio ma sul quale finora il governo olandese non si era espresso pubblicamente.

L’accordo – che coinvolge anche il Giappone – prevede il blocco in sintonia con il blocco occidentale, ed è l’ennesima stretta sul versante delle forniture di tecnologie avanzate. L’obiettivo degli USA è impedire l’avanzamento dei cinesi in merito a tecnologie che potrebbero essere usate sia per scopi civili, sia militari: i chip ovviamente trovano posto non solo in computer, smartphone e tablet ma anche in armi, strumenti di difesa, veicoli civili, militari e nel settore aerospaziale.

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Foto: Rafik Wahba – Unsplash

I Paesi Bassi sono leader nella produzione di macchinari litografici fondamentali per la produzione di chip (anche Intel li compra da ASML) e il Giappone è specializzato sia nella fornitura di materie prime, sia di macchinari.

ASML, in particolare, è fondamentale per apparecchiature litografiche ritenute le più avanzate al mondo: produce macchinari che costano centinaia di milioni di dollari che permettono di “stampare” chip inferiori ai 10nm. La Cina, produttrice di tutto ciò che è possibile immaginare, per ora non è ancora riuscita a sviluppare macchinari concorrenti e chip in grado di competere con quelli progettati in Occidente. Tra le società che pagano lo scotto della guerra Cina-USA c’è Huawei: da quando è stata bannata dagli USA non è in grado di fare riferimento a TSMC e proporre alternative cinesi.

Il ministro olandese Liesje Schreinemacher ha riferito che le restrizioni partiranno prima dell’estate 2023 e da quel momento in poi i cinesi potrebbero avere serie difficoltà con gli approvvigionamenti di macchinari per stampare chip avanzati.

Una ulteriore tegola contro il governo cinese è arrivata negli ultimi giorni anche dalla Germania: Il cancelliere Olaf Scholz spinge affinché gli operatori telefonici tedeschi (Deutsche Telekom, Vodafone e Telefonica) dicano addio a dispositivi di rete «made in China»  di Huawei e Zte per le linee telefoniche di nuova generazione (5G), una tegola non da poco tenendo conto che il 59% delle apparecchiature di rete 5G installate in Germania sono di produttori cinesi.

Come abbiamo evidenziato qui, con la guerra dei chip che incombe, la Cina è sempre più costretta a “ballare” da sola.

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