Negli Stati Uniti Amazon Kindle Store ha un nuovo, prolifico autore: la rete linguistica generativa ChatGPT. Secondo Reuters l’intelligenza artificiale di OpenAI avrebbe scritto – o anche solo collaborato come co-autore – almeno 200 libri attualmente in vendita su Amazon in USA, ma siccome le politiche di Amazon almeno per ora non chiedono agli autori di rivelare in maniera esplicita il loro uso di strumenti AI, il numero di libri effettivamente scritti dal robot è probabilmente molto più alto.
Questo è solo l’ultimo esempio di scrittura generata dall’intelligenza artificiale che sta inondando il mercato, giocando un ruolo eticamente dubbio nella creazione dei contenuti da quando è stato rilasciato gratuitamente il novembre scorso.
Le storie dei libri già in vendita
«Vedevo persone che ne facevano un’intera carriera» racconta Brett Schickler, un venditore di New York che ha recentemente pubblicato un libro per bambini su Kindle Store: «l’idea di scrivere un libro finalmente sembrava possibile». Nel suo caso si tratta di una storia autopubblicata dal titolo The Wise Little Squirrel: A Tale of Saving and Investing scritta e illustrata dall’ AI: 30 pagine vendute per 2,99 dollari nel caso di copia digitale oppure 9,99 dollari per la versione stampata.
Al momento – dice – ci ha guadagnato soltanto 100 $ (è uscito a gennaio), ma è pur vero che per crearlo ha impiegato soltanto poche ore proprio grazie ai suggerimenti di ChatGPT, come per esempio «scrivi una storia su un padre che insegna a suo figlio l’alfabetizzazione finanziaria».
Altri libri creati dall’AI e ChatGPT che troviamo sul Kindle Store sotto l’autore ChatGPT AI (al momento apparentemente solo negli USA) sono la storia per bambini dal titolo The Power of Homework, la raccolta di poesie Echoes of the Universe e Galactic Pimp: Vol. 1, un’epopea fantascientifica su un bordello interstellare.
Problemi etici, di disinformazione e plagio
«Dovremmo davvero preoccuparci di questi libri perché inonderanno il mercato e molti autori resteranno senza lavoro» avvisa Mary Rasenberger, direttore esecutivo di Authors Guild, l’organizzazione professionale per scrittori più antica e più grande d’America che fornisce patrocinio su questioni di libertà di espressione e protezione del copyright. «Dev’esserci trasparenza da parte degli autori e delle piattaforme, che dovrebbero specificare come vengono creati questi libri. Altrimenti ci ritroveremo tra le mani molti libri di bassa qualità».
Nel frattempo la rivista fantasy Clarkesworld Magazine ha temporaneamente interrotto l’invio di racconti dopo aver ricevuto una marea di testi in cui si sospetta un uso dell’AI non segnalato. L’editore Neil Clarke non dice come ha fatto per identificarli, ma riconosce che le storie presumibilmente assistite dal chatbot presentano «alcuni schemi molto ovvii». Soltanto nell’ultimo mese – dice – il 38% dei racconti ricevuti erano apparentemente generati da AI: «rifiutarli e vietarli è stato semplice, ma stanno crescendo a un ritmo vertiginoso. E la cosa peggiore è che la tecnologia certamente migliorerà, quindi riconoscerli sarà sempre più difficile».
Oltre ai problemi etici sulla trasparenza, ci sono anche questioni legate a disinformazione e plagio. Ad esempio questi robot AI come ChatGPT, il nuovo Bing AI di Microsoft e Bard di Google sembrano essere inclini alle “allucinazioni”, fornendo informazioni false con estrema semplicità. Inoltre, essendo addestrati su contenuti creati dall’uomo, l’autore originale difficilmente è a conoscenza dell’uso dei suoi materiali, per i quali non ha quindi dato alcun permesso.