È nato “Anobii per le librerie”. Il social network made in Italy degli appassionati di libri, del quale abbiamo già parlato in passato, ha infatti appena aggiunto alla piattaforma una serie di funzionalità dedicate alle librerie allo scopo di aumentarne la visibilità all’interno della community. Il servizio di Anobii è attivo da subito e rappresenta il primo passo di trasformazione della piattaforma per accogliere e supportare gli utenti business della filiera del libro.
Il nuovo servizio “Anobii per le librerie”, permette a ogni libreria italiana di registrarsi gratuitamente e, creando contenuti (recensioni, opinioni, liste curate di libri. spunti per il dibattito), ottenere la visibilità utile ad attrarre nuovi potenziali clienti nel proprio negozio fisico: gli algoritmi di rilevanza implementati su Anobii suggeriscono le librerie in base agli interessi dei lettori e alla loro posizione geografica.
«Con centinaia di migliaia di utenti unici al mese appassionati di libri – dice Marco Corti, amministratore delegato di The Coding Collective, la società che gestisce Anobii – Anobii è una vetrina fondamentale per le librerie. Vogliamo riavvicinare le persone alla lettura mediante l’interazione con uno strumento digitale moderno e sappiamo che per raggiungere questo obiettivo è necessario lavorare con e per gli autori, gli editori, le librerie, le università, le biblioteche. Intendiamo creare uno spazio per ciascuna di queste figure chiave all’interno della piattaforma».
Il modello freemium
Il modello di business dell’iniziativa è basato sugli abbonamenti. Acquistando un abbonamento Premium al costo di 12 euro al mese o 120 euro all’anno, le librerie potranno ottenere ancora maggiore visibilità, comparendo in punti strategici della piattaforma e ottenendo l’evidenziazione dei contenuti da loro creati. Secondo i dati dell’Osservatorio Ali (Associazione Librari Italiani) di Confcommercio, nel 2022 sono 3.640 le librerie in Italia, di cui 2.405 indipendenti, e occupano oltre diecimila e 700 addetti. In otto anni (2012-2020) si sono ridotte di 261 unità. Il 59% sono ditte individuali, il 24% sono società di persone, il 15% sono società di capitali, solo il 2% sono cooperative.
La storia di Anobii
Anobii ha una storia molto particolare che unisce Hong Kong con l’Italia. Infatti, il social dei libri è nato nel 2006 a Hong Kong da un’idea di Greg Sung, un imprenditore locale in ambito tecnologico che voleva trovare altre persone che stessero leggendo gli stessi libri che leggeva lui o che avessero gusti simili e potessero suggerirgliene di nuovi. Oggi sembra scontato, ma nel 2006 Facebook aveva due anni e si poteva usare solo nei college americani, Twitter ancora non era nato (è stato lanciato nel 2007) e Instagram era ancora decisamente di là da venire (è nato nel 2010). Insomma, creare Anobii era una idea molto particolare.
Dopo alcuni passaggi di proprietà (nel 2010 a un consorzio di editori britannici, nel 2012 alla catena di supermercati Sainsbury’s, (nel 2014 al Gruppo Mondadori) dal 29 maggio 2019 Anobii è diventata di proprietà di Ovolab, società torinese di sviluppo software nata nel 2002 e focalizzata sul mobile design, che poi ha creato una società ad hoc, The Coding Collective. Da qui è iniziata la seconda primavera di Anobii, con un importante lavoro di ristrutturazione e normalizzazione della parte tecnologica, che negli anni era diventata una specie di puzzle fatto da componenti realizzate in momenti diversi e spesso male o poco armonizzate fra loro.
Anobii nel 2023
Oggi la community italiana dei lettori è diventata la più importante e la quantità di libri nella nostra lingua costituisce uno dei contributi maggiori all’enorme database di Anobii. È possibile comprare libri direttamente da Anobii non solo attraverso i soliti canali di e-commerce (come Amazon e i negozi online di Mondadori, Feltrinelli) ma anche con Bookdealer, la piattaforma tutta italiana che consente di prendere i libri direttamente dalle librerie locali e farseli spedire o andarli a ritirare di persona.
Progetti di innovazione digitale particolarmente significativi in ambito culturale si possono trovare in questa sezione dedicata alla cultura digitale di Macitynet.