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iPhone costruiti in India, con la qualità non ci siamo…

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Gli chassis o telai per iPhone prodotti da un’azienda in India hanno un tasso di scarto  del 50%: si tratta di un chiaro esempio delle difficoltà che Apple deve affrontare nel mettere in atto il progetto per ridurre la sua dipendenza dalla Cina. L’obiettivo del colosso di Cupertino di raggiungere un tasso di scarto dello 0% è molto più vicino se si guarda invece ai fornitori cinesi.

Financial Times riferisce che i rendimenti scadenti sono una sfida chiave affrontata da Apple nel tentativo di replicare la sua catena di approvvigionamento cinese in India. In una fabbrica di telai per iPhone a Hosur gestita dal conglomerato indiano Tata, uno dei fornitori di Apple, solo uno su due componenti che esce dalla linea di produzione rispetta gli elevati standard di qualità richiesti da Apple per l’invio a Foxconn, il partner di assemblaggio di Apple per la costruzione di iPhone, secondo una fonte che ha familiarità con la questione.

Questo “rendimento” del 50 per cento è ben lontano dall’obiettivo di Apple di raggiungere una percentuale prossima allo 0% dei telai scartati. Diverse persone che hanno lavorato nelle operazioni offshore di Apple hanno riferito che la fabbrica è pronta a migliorare, ma la strada da percorrere è ancora particolarmente lunga.

Gli ex dipendenti Apple hanno affermato che i fornitori cinesi avevano un atteggiamento totalmente diverso, con l’obiettivo di superare le aspettative dell’azienda di Cupertino. In più di un’occasione hanno riferito di quando a un fornitore cinese era stato assegnato un compito tale da richiedere diverse settimane, eseguito per il giorno successivo.

C’è ottimismo sul fatto che le aziende indiane si adatteranno e impareranno gli standard richiesti da un fornitore Come Apple, ma il processo è lungo

L’imprenditore tecnologico e accademico Vivek Wadhwa ha precisato che probabilmente ci vorranno circa tre anni perché i fornitori indiani siano in grado di rispettare volumi di produzione importanti. Lo stesso ha anche suggerito che anche Apple dovrà adattarsi, specialmente quando si tratta di trattare con la burocrazia del governo indiano.

Ha suggerito ai suoi ingegneri di imparare l’arte del jugaad: un modo per “fare” o trascendere gli ostacoli. “Perché tutto in India è un ostacolo”, ha concluso. E’ noto da tempo che la sfida per Apple è quella di spostare la produzione pur mantenendo i tradizionali standard di qualità particolarmente elevati. Da notare che Apple, storicamente, ha lavorato a stretto contatto con i fornitori cinesi per raggiungere gli standard di qualità prefissati.

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