L’affidabilità delle unità SSD è normalmente elevata, frutto di centinaia di test di convalida per garantire che funzionino, e i tassi di guasto sono inferiori rispetto ai tradizionali dischi rigidi.
Le stime più recenti posizionano la durata limite per gli SSD in decine di anni, anche se la vita media dipende da vari fattori. I dati possono essere scritti in celle che si trovano nei chip NAND Flash anche centinaia di migliaia di volte nelle moderne unità SSD; superata tale soglia, gli SSD perdono la capacità di memorizzare dati in modo affidabile. I vari produttori hanno previsto vari meccanismi per distribuire i dati in modo ottimale su tutte le celle ed è possibile usare vari strumenti di analisi per mostrare la vita media rimanente di una unità SSD.
Un rivenditore che si chiama Puget System e che assembla PC da più due decenni, riferisce di un problema con le unità SSD Samsung 980 Pro e 990 Pro; l’inconveniente riguarda il Samsung 980 Pro da 2 TB (sulle unità da 500GB e 1TB sembrano esenti dal grattacapo) e il recente 990 Pro, evidenziando un problema piuttosto preoccupante che porta a una rapida riduzione del livello di “salute” delle unità (fino al 10% in poche settimane), con segni di usura che si presentano molto più velocemente del previsto e le unità che passano alla sola lettura una volta raggiunto il valore limite. Se l’SSD viene utilizzato come volume di avvio, diventa impossibile avviare il sistema operativo.
In un post sul suo blog, Puget System riferisce che Samsung propone un firmware che dovrebbe risolvere il problema per l’SSD 980 Pro, ma non è esattamente così. Elimina infatti le problematiche dell’usura prematura ma non azzera il contatore interno e le celle marcate come “usurate” non possono essere ripristinate.
Con l’unità 990 Pro è degrado è ancora più evidente, con l’indicatore dello stato di salute che scende molto velocemente senza motivo apparente. Alcuni utenti segnalano un degrado dell’1% a settimana, altri percentuali di scadimento ancora più rapide.
In teoria il Samsung SSD 990 Pro da 2TB (con memorie Samsung V-NAND 3-bit MLC) supporta 600 TBW (Terabyte scritti) ma si tratta di limiti teorici (e tenendo conto di parametri pessimistici) e in realtà la resistenza effettiva può superare i diversi petabyte scritti anche per le unità di piccole capacità.
Samsung non ha ancora risposto alle lamentele ma secondo Computerbase l’azienda sta indagando e non è da escludere un bug nel contatore interno.
Cosa fare?
Se avete installato un Samsung 980 Pro da 2 TB in qualche Mac o in un PC (oppure avete inserito queste unità all’interno di box USB/Thunderbolt dedicati) è bene aggiornare il firmware. Non è purtroppo facile farlo da Mac (Samsung non fornisce il software per macOS) ma si può fare scaricare il file ISO con il tool necessario (si scarica da qui) e avviando il Mac (con CPU Intel) da DVD (se avete un lettore di questo tipo) o da una chiavetta. L’SSD deve essere collegato direttamente alla macchina (non è possibile aggiornare l’unità installata in box e collegata al Mac via USB).
È possibile leggere i valori SMART (Self-monitoring, Analysis, and Reporting Technology, tecnologia di analisi e report auto monitorata) delle unità SSD, ottenendo informazioni preziosi di cui tenere conto precocemente in caso di problemi all’unità o di fine vita utile della stessa, sostituendola prima che si verifichi un guasto (qui un esempio di utility per Mac che offre queste funzioni).
A questo indirizzo un nostro articolo su tutto quello che bisogna sapere sulle unità SSD.