Negli Stati Uniti l’Amministrazione Biden esorta Apple e Google a rivedere le policy dei rispettivi App Store, affermando che le attuale politiche dei due colossi “soffocano la concorrenza”.
In un documento della NTIA (Agenzia del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti) si fa riferimento a indagini sulle condizioni concorrenziali nell’ecosistema delle app per dispositivi mobili, rilevando che non è un settore nel quale esiste “un livello di parità”, elemento indicato come dannoso per gli sviluppatori e gli utenti. Nel report, inoltre, si indicano diversi suggerimenti che dovrebbero consentire di migliorare gli ecosistemi in questione, favorendo in altre parole la concorrenza.
L’indagine in questione – riferisce il sito TechCrunch, è parte di un provvedimento esecutivo firmato nel 2021 in materia di concorrenza per il quale sono state avviate procedure di consultazione con vari rappresentanti-chiave del settore, la società civile e il mondo accademico.
Il report della National Telecommunications and Information Administration riassume ciò che molti esperti del settore hanno già evidenziato in passato: l’innovazione possibile dagli smartphone e app scaricabili inizia a essere offuscata da barriere di ingresso in tale mercato, obbligando gli sviluppatori a farei conti con norme eccessive e restrittive, procedure di revisione delle app troppo complicate, e pagare commissioni considerevoli per offrire le loro app ai consumatori.
L’NTIA riferisce di benefici per gli sviluppatori e gli utenti dalle attuali regole ma evidenzia anche che le policy dei big del settore hanno portato a condizioni non ottimali. “Le policy di Apple e Google hanno messo al centro i loro app store mobile, hanno creato inutili ostacoli e portato a costi per gli sviluppatori di app, che spaziano da tariffe per l’accesso a limitazioni di funzionalità che favoriscano alcuni sviluppatori a discapito di altri”. E ancora: “Tali ostacoli, impongono costi su aziende e organizzazioni che offrono nuove tecnologie, con assenza di funzionalità, costi introduttivi e di sviluppo alti, danneggiando rapporti con i clienti per molte app che cercano di raggiungere un pubblico più vasto”.
Apple ha risposto come sempre che quelle che NTIA vede come “limitazioni” sono in realtà regole pensate per la sicurezza e la salvaguardia dei consumatori; Google, sottolinea invece che favorisce già la concorrenza, e consente il cosiddetto “sideloading” (il caricamento di app da store alternativi).
Oltre a riassumere lo stato del mercato, il report propone una serie di raccomandazioni per migliorare varie aree e stimolare la concorrenza. Si suggerisce, ad esempio, una maggiore trasparenza nelle procedure di revisione delle app, di limitare il numero di app pre-installate di serie e l’autoreferenzialità; ancora, di vietare regole che impediscono l’installazione di app con sistemi quali il sideloading, di offrire il supporto a pagamenti con sistemi di terze parti, di permettere il collegamento ai siti degli sviluppatori.
Tutte queste raccomandazioni, sono appunto tali: nel report si sottolinea che tocca al Congresso varare eventuali leggi e che le pertinenti agenzie dovrebbero prospettare misure per limitare condotte anticoncorrenziali.
Ricordiamo che Cupertino si sta preparando per offrire su iPhone e iPad il “sideloading”, in altre parole consentire l’installazione di app da store di terze parti e non solo dall’App Store. Il cambiamento è necessario ed è uno degli obblighi previsti dal Digital Markets Act (DMA) – la legge della Commissione europea sui mercati digitali – che dovrebbe entare in vigore quest’anno per “garantire mercati digitali equi e aperti”.