OpenAI ha annunciato ChatGPT Plus, un abbonamento mensile da 20 $ che dà l’accesso prioritario al servizio di intelligenza artificiale liguistica anche durante le ore di punta in cui capita che gli utenti – che invece accedono gratuitamente – debbano aspettare, oltre a offrire anche «tempi di risposta più rapidi e l’accesso prioritario a nuove funzionalità e miglioramenti».
In questa prima fase OpenAI condividerà un invito per sottoscrivere l’abbonamento con tutti gli utenti che stanno usando la versione gratuita e si trovano negli Stati Uniti, mentre in futuro verrà esteso anche agli altri paesi dove si può già interrogare il chatbot.
Cosa succede adesso
Nelle scorse settimane si parlava della possibilità di una versione «Plus o Pro” di OpenAI a pagamento ma il prezzo allora ipotizzato, di 42 $ mensili, era significativamente più alto e forse più difficile da giustificare per quegli utenti che non guadagnano nulla con l’uso del servizio. A 20 $ al mese invece potrebbe essere accessibile a una platea più vasta, compresi studenti e aziende che hanno bisogno di un accesso affidabile al testo generato dall’intelligenza artificiale.
Il lancio dell’abbonamento potrebbe anche creare un precedente stabilendo uno standard per i prossimi chatbot AI a pagamento che, come sappiamo, sono in dirittura d’arrivo. Non solo, dato che OpenAI è arrivata per prima, chiunque lanci un bot che costa più di 20 $ al mese avrà bisogno di giustificare il prezzo e convincere le persone che vale davvero la pena spenderci di più piuttosto che accontentarsi di ChatGPT Plus.
OpenAI comunque ci tiene a precisare che continuerà ad offrire l’accesso gratuito al servizio, e gli abbonati sono altrettanto importanti perché «contribuiranno a supportare la disponibilità dell’accesso gratuito a quante più persone possibili».
I problemi dell’AI nei giovani
Ricordiamo che l’uso dell’intelligenza artificiale per scrivere cose come articoli o saggi assegnati come compiti a casa è già stato preso in considerazione sia da alcune scuole – come quelle di New York – che hanno già bloccato l’accesso al servizio dai computer presenti negli istituti perché avrebbe «ripercussioni negative nell’apprendimento degli studenti in quanto non sviluppa il pensiero critico e le capacità di problem solving ritenute essenziali» e la stessa OpenAI sembra essersene resa conto poiché ha da poco rilasciato uno strumento gratuito che permette di riconoscere il testo generato dall’AI.
Si prevede che Microsoft integrerà ChatGPT e tecnologie sottostanti in Bing e programmi Office, mentre Google si prepara alla sfida con LaMDA, bot ricerche e non solo.