Dal 13 febbraio prezzi al rialzo per l’App Store del Regno Unito e altre nazioni tra le quali, per fortuna e per ora, non c’è l’Italia. La mossa è contenuta in un articolo del sito statunitense Macrumors che, citando una nota della stessa Apple, spiega che i cambiamenti sono dovuti ad adeguamenti di aliquote e aggiornamenti dei tassi di cambio.
I prezzi di app e degli acquisti in-app in Colombia, Egitto, Ungheria, Nigeria, Norvegia, Sud Africa e nel Regno Unito, saliranno, mentre quelli in Uzbekistan, scenderanno per la riduzione del 3% dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).
I prezzi in Irlanda, Lussemburgo, Singapore e Zimbabwe non cambieranno ma sono previsti piccoli aggiustamenti per le variazioni di prezzo dovute al mutamento delle aliquote IVA.
- In Irlanda è prevista una riduzione dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto che con giornali elettronici e periodici passa dal 9% a 0%.
- In Lussemburgo la riduzione dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto passa dal 17% al 16%.
- A Singapore c’è un aumento dell’aliquota dell’imposta su beni e servizi che passa dal 7% all’8%.
- Nello Zimbabwe c’è un aumento dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto, e si passa da 14,5% al 15%.
Entro la fine di gennaio, Apple riferisce che i proventi sono previsti in aumento per gli sviluppatori locali che vendono in Cambogia, Kyrgyzstan, Indonesia, Singapore, Corea del Sud, Tajikistan, Tailandia e Uzbekistan.
A dicembre dello scorso anno Apple aveva annunciato un aggiornamento più esteso delle possibilità di determinazione dei prezzi dal lancio dell’App Store. Chi sviluppa app ha ora a disposizione altri 700 possibili prezzi e nuovi strumenti che dovrebbero rendere più semplice determinare i prezzi in base al Paese o all’area geografica dello store, gestire le variazioni dei tassi di cambio e molto altro.
Con il nuovo sistema di prezzi dell’App Store tutti gli sviluppatori potranno scegliere fra 900 possibilità di prezzo, quasi dieci volte di più rispetto al numero di prezzi prima disponibili per la maggior parte delle app. Il nuovo sistema include 600 nuovi prezzi fra cui scegliere, e 100 livelli di prezzo più alti, disponibili su richiesta.
Per garantire agli sviluppatori e alle sviluppatrici di tutto il mondo una flessibilità ancora maggiore, i prezzi possibili (da un minimo di $0,29 a un massimo di $10.000, su richiesta) offriranno una maggiore scelta con aumenti incrementali in base alla fascia di prezzo (per esempio, incrementi di $0,10 fino a $10; di $0,50 fra $10 e $50; ecc.).
In ognuno dei 175 App Store, chi sviluppa app potrà sfruttare convenzioni aggiuntive, per esempio prezzi che cominciano con due cifre ripetute (es. ₩110.000), e potrà applicare anche prezzi che non finiscono per $0,99 o €X,99, introducendo prezzi arrotondati (es. X,00 o X,90) particolarmente utili per gestire pacchetti di abbonamento e piani annuali.
Apple aggiorna periodicamente i prezzi in alcune regioni in base alle variazioni di tassi di cambio e aliquote fiscali. Questi aggiornamenti, spiega il produttore, si basano sulle informazioni sui tassi di cambio disponibili pubblicamente e servono a garantire che i prezzi degli acquisti in-app rimangano uguali in tutti gli store. Attualmente, chi sviluppa app può modificare i prezzi in qualsiasi momento per reagire a eventuali adeguamenti fiscali e valutari. Dal 2023, per le app a pagamento e con acquisti in-app sarà possibile impostare dei prezzi per il mercato locale, che non saranno toccati dagli adeguamenti automatici.