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Elon Musk, le dimissioni da CEO di Twitter uno specchietto per le allodole?

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Musk ha fatto sapere che si dimetterà da CEO di Twitter “quando troverà qualcuno abbastanza folle da accettare l’incarico” ma continuerà in ogni caso a gestire sempre lui i team che si occupano di server e software.

La decisione di dimettersi è arrivata dopo un sondaggio nel quale aveva chiesto agli utenti di Twitter se avesse dovuto continuare a essere o no l’amministratore delegato del social network, affermando che avrebbe “rispettato i risultati”. Il 57,7% degli utenti che ha votato si è pronunciato favorevole all’uscita di Musk ma secondo David Faber di CNBC in realtà il sondaggio è solo uno specchietto per le allodole, per fare apparire la decisione come una richiesta dagli utenti mentre in realtà si tratta di una scelta maturata da tempo.

Fin da quando ha acquisito il social, Musk sembra fosse alla ricerca di qualcuno in grado di assumere il ruolo di CEO, ricerche che sarebbero continuate per giorni.

All’inizio di quest’anno, dopo avere pubblicamente indicato una offerta per l’acquisizione di Twitter, Musk avrebbe apertamente indicato agli investitori che la sua intenzione era rimanere in carica come CEO per un breve periodo. Più recentemente, nel corso di una testimonianza sul processo per il maxi-compenso in Tesla (accusato di aver tradito gli obblighi fiduciari nei confronti degli azionisti), ha affermato che lui non vuole essere CEO di nessuna società e di preferire non tanto il ruolo di amministratore delegato ma quello di ingegnere che sviluppa tecnologia.

Chi potrebbe a questo punto occupare il posto di Musk? The Verge riferisce alcune scelte ovvie, inclusi i nomi di Jason Calacanis e David Sacks e altri “leccapiedi” (parola di The Verge) che hanno offerto i loro suggerimenti al miliardario subito dopo l’acquisizione del social.

Musk si è trovato in mano un “giocattolo” più complicato da gestire rispetto a quanto pensasse. Ha continuatamente imposto, modificato e annullato regole, licenziato personale, sospeso alcuni ingegneri, eliminato il dipartimento incaricato di moderare le conversazioni sulla piattaforma, bloccato e account di giornalisti che avevano osato criticarlo, impedito (ma poi si è pentito) di pubblicare tweet con riferimenti ad altre piattaforme e altre follie che non sono state prese bene dagli inserzionisti.

Tra i nomi circolati come “papabili” nuovi CEO c’è anche quello di Jared Kushner (genero e consigliere di Donald Trump), indicazione circolata dopo aver visto quest’ultimo con Musk alla finale dei Mondiali in Qatar.

In altre aziende da lui fondate, inclusa Tesla e SpaceX, Musk in passato ha fatto affidamento a persone di fiducia alle quali delegare la gestione delle attività in sua assenza.

Tutte le notizie relative a Twitter si possono leggere a partire da questo indirizzo. Invece per saperne di più sul social network alternativo Mastodon rimandiamo a questo articolo di macitynet.

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