Si potrebbe credere che il creatore di un App Store alternativo sia favorevole ad un’apertura totale verso questo fronte, e invece è tutt’altro il parere dello sviluppatore di AltStore, che vede nelle normative incombenti dell’Unione Europea un grosso pericolo soprattutto per gli utenti che questo pacchetto legislativo dovrebbe invece tutelare.
Il Digital Markets Act, ovvero la legge della Commissione europea sui mercati digitali che mira a garantire mercati digitali equi e aperti, sta sostanzialmente obbligando Apple a permettere l’installazione di negozi alternativi per l’acquisto e il download delle app su iPhone e iPad.
Perché fa riflettere
Il parere discordante di Riley Testut fa riflettere perché verrebbe da pensare che uno come lui avrebbe tutto da guadagnare da un adeguamento simile. Per poter installare e usare il suo AltStore oggi infatti c’è bisogno di usare alcuni strumenti per sviluppatori, di conseguenza il processo non è così semplice e alla portata di tutti; poterlo distribuire su App Store semplicemente gli garantirebbe una platea enormemente più vasta.
I problemi degli app store alternativi
In realtà – spiega – così facendo gli utenti si ritroverebbero due, tre, quattro o più App Store installati sul telefono, tanti quante sono le app che si trovano in uno o nell’altro negozio e che intendono utilizzare. Confusione e spazio limitato quindi da un lato, e dall’altro ovviamente la sicurezza che invece oggi viene garantita dall’unico App Store di Apple, un negozio sì chiuso – dice – ma anche sicuro per i dati e per la privacy degli utenti, poiché ogni app deve seguire le linee guida di Apple e passare attraverso un rigoroso processo di revisione.
Nella sua visione anche il mercato ne risentirebbe perché grandi aziende come Meta, che invece beneficerebbero di un proprio App Store per poter bypassare i regolamenti e le commissioni imposte da Apple, potrebbero convincere gli sviluppatori a spostare le app sul loro negozio offrendo sconti e tassi minori.
Anche se l’App Store di Apple ha alcuni difetti, per Testut «svolge un ruolo significativo» perché «rappresenta l’unico posto di cui gli utenti si fidano»: di conseguenza una pluralità di negozi “interromperebbe” l’esperienza degli utenti, costringendoli a dover usare un numero indefinito di negozi soltanto per poter continuare a usare le app che già possiedono.
Una possibile soluzione
Ci sono tante strade che Apple potrebbe seguire per conformarsi alla nuova legge e secondo lui sicuramente troverà il modo di scegliere quella che richiederà il minimo indispensabile per poter essere in regola. Tra queste, una delle opzioni più semplici – dice – potrebbe essere l’uso del computer per il download e il trasferimento delle app che non vogliono passare dall’App Store.
In questo modo si eviterebbe la necessità di dover creare negozi alternativi e «le app di successo non sarebbero incentivate a lasciare l’App Store», ma allo stesso tempo applicazioni come le sue potrebbero finalmente esistere: potrebbe essere «il giusto equilibrio tra flessibilità e sicurezza».