“Apple ha praticamente smesso di fare pubblicità su Twitter”; con questa frase il 28 novembre Elon Musk, nuovo CEO di Twitter, si interrogava sul perché della scelta della Mela, aggiungendo “Odiano la libertà di espressione in America?”, un modo per evidenziare che forse a Cupertino non piaceva il nuovo corso di Twitter che prevede un rilassamento delle regole e una sorta di tana libera tutti che consente a chiunque di scrivere ciò che vuole sul social.
Redattori del New York Times hanno parlato con ex dipendenti di Twitter e hanno avuto modo di vedere dei documenti interni del social e l’interpretazione è che la scelta di ridurre la pubblicità su Twitter ha motivazioni molto più pragmatiche.
Lo standby temporaneo agli annunci su Twitter è stato dettato più da recenti avvenimenti che da altro; pochi giorni prima della diatriba di Musk contro Apple, 5 persone sono state uccise e altre 18 ferite in una sparatoria per opera di un folle in un locale LGBTQ+ a Colorado Springs.
Quando episodi del genere si verificano e assumono dimensione nazionale, gli inserzionisti – per riflesso – tendono ad astenersi da nuove campagne sui social, per timore che i loro messaggi e tweet, appaiano accanto a quelli relative a queste tragedie.
È quanto successo con Apple che ha semplicemente messo in standby le attività pubblicitarie su Twitter, una mossa che ha probabilmente spaventato Musk consapevole che Apple è il più importante inserzionista del social.
Lo scorso fine settimana, il CEO di Apple, Tim Cook, ha invitato Elon Musk all’Apple Park di Cupertino. Musk ha ammesso di essersi sbagliato e riferito che Apple avrebbe ripreso a fare pubblicità su Twitter.
Apple non ha rilasciato dichirazioni né prima né dopo l’incontro tra i due CEO. Secondo il New York Times, Apple aveva previsto di spendere 150 milioni di dollari su Twitter nel 2022, una spesa arrivata a 180 milioni già prima della fine dell’anno.
Il quotidiano statunitense evidenzia le difficoltà di Twitter con altri inserzionisti, effettivamente preoccupati dal comportamento di Elon Musk. La volontà di quest’ultimo di voler rendere Twitter un luogo praticamente senza controlli e censure, sono scelte che preoccupano molti inserzionisti.
Con l’inizio della Coppa del Mondo di calcio, le prospettive di entrate pubblicitarie per Twitter sono calate dell’80% rispetto a quanto previsto e le previsioni per la fine dell’anno non sembrano incoraggianti. Twitter mirava a 1,4 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, rispetto ai 1,6 miliardi dello stesso trimestre dello scorso anno, ma la cifra è gradualmente passata a 1,3 e poi a 1,1 miliardi.
Apple non ha rilasciato alcun commento sulle sue scelte pubblicitarie ma altri, ad esempio, General Motors, evidenziano i loro dubbi, sottolineando che Musk è anche il CEO di Tesla. “È importante assicurarci che la nostra strategia pubblicitaria e i suoi dati siano gestiti in modo sicuro da una piattaforma il cui proprietario è un concorrente”.
Twitter sta ad ogni modo cercando di rassicurare gli inserzionisti e una realtà come Omnicom che rappresenta brand quali MacDonald’s, Apple o Pepsi, pochi giorni addietro aveva raccomandato ai suoi clienti di lasciar perdere per ora gli annunci su Twitter, in attesa di capire la direzione di Musk.
Il prossimo evento di rilievo è il Super Bowl, la prima domenica di febbraio, appuntamento imperdibile per il quale i team di vendita di Twitter stanno cercando di ottenere garanzie dai loro clienti e potenziali tali sperando nei loro introiti per le comunicazioni in questa occasione. Intanto l’agenzia che si occupa di Pepsi a quanto pare vuole ottenere la possibilità di sospendere le sue campagne in qualunque momento.
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