Apple e Google continuano a ospitare l’app TikTok sui rispettivi store, nonostante presunti problemi sul versante sicurezza nazionale, elemento che secondo la Federal Communications Commission (l’agenzia governativa degli Stati Uniti che si occupa di telecomunicazioni), evidenzia il potere di “guardiani” (gatekeeper) esercitato da queste aziende, scelte che dovrebbero invece essere al vaglio delle autorità antitrust.
A riferirlo è stato la scorsa settimana un membro della Commissione federale delle comunicazioni degli Stati Uniti scrivendo al Dipartimento di Giustizia.
Nella lettera inviata il 2 dicembre al Dipartimento di Giustizia, il numero uno dell’autorità antitrust, Jonathan Kanter, afferma che continuare a rendere disponibile TikTok sugli app store è un rischio per i consumatori i cui dati personali – secondo i funzionari statunitensi – sono fonte di preoccupazione perché potrebbero essere sfruttati dal governo cinese.
Brendan Carr – commissario della FCC – riferisce che “Apple e Google non stanno esercitando il loro ferreo controllo sulle app per scopi altruistici o scopi di competizione che propongono come difensiva in altre rivendicazioni antitrust o citazioni per anti-competitività”. E ancora: “La loro condotta mostra che queste motivazioni siano semplicemente pretestuose, scaramantici riferimenti invocati per proteggersi da responsabilità”.
La divisione antitrust del Dipartimento della Giustizia, secondo Carr, dovrebbe considerare anche questi elementi valutando comportamenti ritenuti anticoncorrenziali da parte di Apple e Google.
Pochi giorni addietro l’FBI ha lanciato un allarme, affermando che Pechino sarebbe in grado di controllare l’algoritmo di TikTok e “manipolare i contenuti” usando l’app “per operazioni di influenza” e anche per raccogliere i dati degli utenti e sfruttarli per operazioni di spionaggio.
Un portavoce di TikTok ha replicato spiegando che l’azienda intende “soddisfare tutte le ragionevoli preoccupazioni di sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
Nel 2020 l’amministrazione Trump aveva minacciato di vietare l’app facendo pressioni sullo sviluppatore ByteDance affinché vendesse TikTok a una società americana. TikTok ha spostato i dati che detiene sugli utenti statunitensi nei data center Oracle nel Paese, così da rispondere alle preoccupazioni secondo cui la Cina possa potenzialmente utilizzare l’app contro i cittadini americani. Ad agosto scorso è emerso che Oracle stava esaminando i sistemi e gli algoritmi di moderazione dei contenuti di TikTok per assicurarsi che non siano soggetti a interferenze cinesi.
Anche in Europa sono in corso molteplici indagini in corso sul social network cinese.
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