HP – la multinazionale attiva sia nel campo dell’hardware (con PC, server, e stampanti), sia del software e dei servizi – taglierà entro il 2025 tra 4000 e 6000 posti di lavoro nell’ambito di una ristrutturazione.
Lo riferisce il sito CNBC spiegando che l’azienda risparmierà almeno 1,4 miliardi di dollari annualmente per la fine dell’anno fiscale 2025; dovrà ad ogni modo sostenere 1 miliardo di costi a causa della ristrutturazione, con 600 milioni di dollari nell’anno fiscale 2023 e il resto suddiviso nei due anni successivi.
L’annuncio del “piano di trasformazione” è stato fatto nell’ambito della presentazione dei risultati dell’ultimo trimestre dell’anno fiscale; le entrate nel quarto trimestre fiscale, terminato il 31 ottobre, sono diminuite dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a 14,80 miliardi. Le entrate nel segmento Personal Systems, che include i PC – sono diminuite del 13%, pari a 10,3 miliardi di dollari, con l’unità in questione che ha perso il 21% rispetto allo scorso anno.
Le entrate dal settore consumer sono diminuite del 25%, quelle dal comporto stampanti, pari a 4,5 miliardi, sono diminuite del 7%. Per l’anno fiscale 2023, HP prevede un utile annuo per azione diluita tra i 3,20$ e i 3,60$, inferiore al consensus (le aspettative degli analisti sul titolo).
HP è solo l’ultima fra tante aziende del mondo IT ad avere annunciato ridimensionamenti considerando lo stato attuale di sofferenza economica. Simili annunci sono stati fatti da Meta (la società sotto il cui cappello include Facebook), Microsoft, Salesforce e tante altre realtà ancora.
Nella prima fase della pandemia da Covid, c’è stata una frenesia per l’acquisto di PC, con persone obbligate a lavorare da remoto, una sensazionale crescita che ovviamente non poteva durare a lungo. Oltre a licenziare, molte aziende hanno annunciato anche il blocco di nuove assunzioni o una riduzione rispetto a quanto in precedenza previsto. Quindi: stop alle assunzioni nella migliore delle ipotesi, licenziamenti se va male. Dove non è arrivata la pandemia, è arrivata la guerra e le conseguenze economiche a livello internazionale, con ovvie conseguenze sulle spalle dei lavoratori.