Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto a un giudice federale degli Stati Uniti di poter partecipare alla prossima udienza di appello nel processo tra Epic Games contro Apple. Le due società torneranno a scontrarsi in tribunale il mese prossimo per discutere sull’esito del loro caso antitrust del 2020.
La notizia della richiesta di partecipazione del Dipartimento di Giustizia nel processo Epic contro Apple si apprende da alcuni documenti depositati in tribunale visti da Reuters. Il Dipartimento di Giustizia ha presentato un fascicolo per intervenire nel caso all’inizio dell’anno.
L’agenzia ha riferito di essere preoccupata che il giudice Yvonne Gonzalez Rogers avesse interpretato impropriamente la legge antitrust degli Stati Uniti. Nel 2019, sono emersi rapporti secondo cui il Dipartimento di Giustizia si stava preparando a lanciare una indagine sulle pratiche commerciali di Apple.
Così scrive il Dipartimento di Giustizia nella sua richiesta di intervento:
Gli Stati Uniti ritengono che la loro partecipazione alla discussione orale sarebbe utile alla corte, in particolare nello spiegare come gli errori (nell’interpretazione della legge antitrust) potrebbero danneggiare significativamente l’applicazione antitrust oltre il contesto specifico di questo caso
L’agenzia ha chiesto 10 minuti del tempo del tribunale. Nessuna delle due parti è contro il coinvolgimento del Dipartimento di Giustizia, anche se Apple ha chiesto che il tempo speso per le argomentazioni del Dipartimento di Giustizia conti contro l’assegnazione totale del tempo in favore Epic o, in subordine, che il tribunale estenda il procedimento.
Ricordiamo che la causa madre relativa alle commissioni del 30% e ai metodi di pagamento alternativi è quella che vede contrapporti Epic ad Apple. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.
Non solo Apple, ma anche Google e altri colossi IT statunitensi, sono sempre più sotto la lente di ingrandimento delle agenzie antitrust in diverse nazioni. Questo per lo più a causa del controllo esercitato in alcuni settori dell’elettronica e delle comunicazioni, inclusi i negozi digitali di app e relative regole e oneri per sviluppatori, ma anche per il controllo degli smartphone da parte di Android e iPhone, piattaforme di pagamento digitali e altro ancora.
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