Il Ministro giapponese responsabile dei Servizi Finanziari dell’Economia Digitale, lo stesso che ha già dichiarato guerra al fax e al timbro hanko (un sistema utilizzato nel Paese del Sol Levante per qualsiasi questione legale o per firmare i contratti), ha deciso che è giunta l’ora di dire addio a una tecnologia che molti tra i più giovani probabilmente non hanno mai visto in vita loro: i floppy disk.
Il vecchio supporto di memoria di tipo magnetico è stato per decenni un dispositivo di memorizzazione molto usato in tutto il mondo, e a quanto pare in Giappone è ancora obbligatorio – per quanto possa sembrare assurdo – per circa 1900 diverse procedure governative.
Taro Kono, Ministro per gli affari digitali con delega alle riforme amministrative e normative, ha evidenziato la questione su Twitter, sottolineando la necessità di dire addio a questo vetusto sistema per la memorizzazione e lo scambio di documenti.
“Provvederemo rapidamente al riesame di tali pratiche”, ha riferito Kono nel corso di una conferenza stampa che si è svolta martedì 30 agosto, evidenziando il pieno sostegno del Primo Ministro Fumio Kishida, e facendo notare che – tra le altre cose – di questi tempi è anche difficile riuscire a comprare questo tipo di supporti.
Bloomberg scrive che il Giappone non è la sola nazione che ancora fatica per eliminare vetuste tecnologie, e che ad esempio il dipartimento della Difesa statunitense solo nel 2019 ha ufficialmente deciso di dire addio ai floppy disk nei sistemi di controllo degli arsenali nucleari.
A rendere complicata l’adozione di nuove tecnologie come lo storage sul cloud è – come è facile immaginare – la burocrazia. Una digital taskforce del governo giapponese ha evidenziato questioni legate alle attuali disposizioni, promettendo soluzioni entro fine anno.
Kono – già Ministro per le riforme amministrative e le riforme normative – ha più volte criticato le inefficienze burocratiche del Paese frutto di procedure arcaiche, che obbligano ancora oggi a ricorrere a strumenti quali fax e hanko (un timbro richiesto a qualsiasi cittadino giapponese o residenti che una volta stampato su documenti importanti, ha valore morale e legale per il legittimo proprietario), sfruttato ad esempio in molte procedure contrattuali o per ottenere una licenza di matrimonio.
In Italia recentemente ha fatto clamore la notizia dell’impossibilità di presentare una lista attraverso il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), il sistema unico di accesso con identità digitale ai servizi online della pubblica amministrazione italiana e dei privati aderenti.