Qualcomm sarebbe stata vittima di una sofisticata frode, e sarebbe stato proprio l’ex vicepresidente della società ad orchestrarle. Ecco i fatti.
E’ il Los Angeles Times riferire che il governo federale ha rivelato accuse contro l’ex vicepresidente della ricerca Qualcomm, Karim Arabi, e altri tre persone, accusate di aver presumibilmente ingannato il produttore di chip facendogli spendere 150 milioni di dollari nel 2015 per acquisire tecnologie di cui in realtà era già in possesso.
Dopo che Arabi ha sviluppato un metodo più rapido per testare i processori, i quattro avrebbero lanciato uno schema affermando falsamente che uno studente canadese (in realtà la sorella di Arabi) aveva inventato la tecnica e la stava commercializzando attraverso una startup. Arabi avrebbe nascosto il suo coinvolgimento durante l’intero processo (sua sorella ha persino cambiato nome), portando Qualcomm ad acquistare la startup, anche se possedeva legalmente le invenzioni dell’esecutivo.,
Arabi ha lasciato Qualcomm nel giugno 2016. I pubblici ministeri hanno, inoltre, affermato che il quartetto ha riciclato denaro attraverso metodi che includevano prestiti senza interessi e l’acquisto di immobili
Il gruppo di Arabi, se le accuse dovessero rivelarsi fondate, potrebbe essere pesantemente sanzionato, con pene fino a 20 anni di carcere ciascuno, e multe di 250.000 dollari, o il doppio di quanto guadagnato attraverso lo schema di frode.
Qualcomm ha citato in giudizio Arabi, la sorella e il CEO della startup nel 2017. Il caso è stato respinto nel 2018, aprendo la porta a un’altra causa, anche se al momento manca qualsiasi dichiarazione ufficiale delle parti coinvolte.
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