Una prova diversa dal solito e lontano dal settore degli smartphone. Macitynet ha provato Citroen Ami per diversi mesi, e dopo tanti chilometri macinati con la piccolissima elettrica della casa francese vi restituiamo le nostre sensazioni.
Teniamo subito a precisarlo. Questa non vuole essere una recensione tecnica, piuttosto una guida all’acquisto. Proviamo a rispondere alle domande che più circondano Citroen Ami sin da quanto è stata annunciata: conviene acquistarla, a chi è consigliata, quali sono i difetti, quali i pregi. Insomma, un articolo più pratico, che non teorico.
Gli esterni
Anzitutto, come è fatta. L’estetica, si sa, è un dato altamente personale, e in questo caso bastano le foto per permettere al lettore di giudicare la parte esteriore del veicolo. A noi è piaciuta davvero tanto. Si tratta di una forma che potremmo definire, nel bene o nel male, iconica, che ha un suo carattere, uno stile ben preciso, e che di certo si fa notare quando si è in strada. Piccola fuori, ma non poco spaziosa dentro. Può sembrare un ossimoro, eppure gli interni permettono ai due passeggeri di non essere affatto stretti. Misura 241 centimetri di lunghezza, 139 centimetri in larghezza ed è alta 125,5 centimetri.
All’esterno le linee sono estremamente essenziali, nulla di particolarmente pregiato, ma il taglio che la casa francese ha voluto dare alla piccola elettrica è unico. Particolare anche l’apertura delle portiere: lato passeggero è standard, lato conducente è inversa.
Diverse le personalizzazioni estetiche possibili, che fanno lievitare il prezzo di qualche centinaia di euro, ma che secondo noi restituiscono un maggiore carattere al mezzo. Ad esempio, le personalizzazioni in rosso visibili sui cerchioni, così come gli adesivi sulla carrozzeria, sempre con tonalità di rosso, servono a smorzare la colorazione uniforme della carrozzeria.
Altra caratteristica, che può piacere o meno, è che la parte posteriore quasi si fatica a riconoscere dall’anteriore. Ovviamente esageriamo, ma ad un occhio distratto anteriore e posteriore potrebbero addirittura confondersi, se non fosse che per la presenza della targa sul retro, e degli stop al posto dei fari.
Sulla parte superiore il tettuccio panoramico (non proprio panoramico), che nei mesi più caldi sarà anche uno dei peggiori nemici per i viaggiatori.
Vi lasciamo ad una galleria di immagini dell’esterno della vettura. A noi è piaciuta, anche parecchio.
Gli interni
Se l’eterno è qualcosa che deve colpire l’acquirente sin dal primo istante, sono gli interni quelli a cui prestare maggiore attenzione dal momento della guida. Cosa aspettarsi da un’auto di dimensioni davvero ridotte? Lo abbiamo anticipato: gli spazi all’interno della micro car vi stupiranno. Il perché è presto detto, considerando che al di là dei sedili non è molto altro al suo interno. Ovviamente nessun bracciolo, la parte centrale è pressoché totalmente libera, insistendo solo la leva del freno a mano.
Il vano strumenti è praticamente ridotto ai minimi termini, quasi inesistente, mentre il cruscotto è stato studiato in modo intelligente: prende pochissimo spazio, ma i vani dove riporre gli oggetti non mancano affatto. Questo se prendete l’auto nella versione accessoriata, che consigliamo vivamente: i vani porta oggetti risultano pressoché indispensabili.
Sulla parte bassa, lato conducente, è presente lo spazio per riporre un piccolo trolley, diversi zaini, le buste della spesa. Manca il baule, anche se dietro i sedili vi è ancora spazio per qualche cianfrusaglia.
I sedili sono ridotti ai minimi termini. Sembrano delle repliche in miniature di sedili da corsa, con un assetto particolarmente sportivo, che conferiscono all’auto maggiore aggressività dal punto di vista estetico. Solo il sedile del guidatore può essere regolato in avanti e indietro, così da poter accogliere guidatori di diversa altezza; quello passeggero è, invece, fisso.
Non ci sono le classiche maniglie per aprire le portiere. Dall’esterno si preme direttamente la serratura, mentre dall’interno sono presenti delle cinghie che occorre tirare. Una scelta sicuramente spartana, ma che è in linea con l’intera filosofia di questa micro car. Ovviamente dimenticatevi di apertura e chiusura centralizzata, o di aprire e chiudere i finestrini automaticamente con la chiave. Anche perché, i finestrini non possono nemmeno aprirsi totalmente: il vetro può essere alzato solo per la metà inferiore, tramite apposita maniglia di bloccaggio.
Scordatevi pure un sistema di infotaintment, totalmente assente. L’unica possibilità è di alloggiare uno smartphone sulla parte centrale del veicolo, così da poter godere della navigazione tramite app. C’è una presa USB per caricare il dispositivo, mentre è assente l’autoradio. Il vano porta oggetti, però, sembra essere studiato per accogliere un altoparlante bluetooth portatile.
Insomma, Citroen Ami non è un’auto accessoriata, e non vuole nemmeno esserlo. E’ estremamente essenziale, e va bene così considerando l’uso che se ne può, e se ne deve, fare.
Impressioni d’uso
I contro…
Come si guida? Di certo è divertente, ma non aspettatevi un comfort paragonabile a quello di altre auto di fascia superiore. I sedili sono certamente più rigidi e la poca gomma piuma all’interno potrebbe farsi sentire durante i viaggi più lunghi o su strade non proprio asfaltate. Non c’è servosterzo, non c’è servofreno, né ritorno automatico della freccia, così come assente è l’AirBag: è un po’ come tornare indietro agli “anni 60”, dal punto di vista delle sensazioni di guida, ma con un veicolo totalmente elettrificato.
Non c’è insonorizzazione alcuna, nemmeno quando i finestrini sono totalmente chiusi. Niente climatizzatore, solo una ventola che può essere utile a sbrinare il parabrezza in caso di appannamento. La parte interna delle portiere non fornisce alcuna parte rigida, così che sarà difficile riposare le gambe adagiandole sui laterali. Insomma, il comfort non è la parola d’ordine di questa piccola elettrica.
Come detto non c’è climatizzatore, e nei mesi estivi, quando le temperature esterne sfiorano i 40 gradi, è impossibile frenare qualche goccia di sudore. Il tettuccio panoramico deve assolutamente essere coperto con un parasole con le ventose, altrimenti si rischia davvero una insolazione nelle ore più calde. Sì, stiamo esagerando, ma giusto per rendere l’idea.
…i Pro
Con tutti questi “contro”, si staranno chiedendo in molti, è un’auto da scartare? Assolutamente no, è geniale! Anzitutto, perché paradossalmente, è davvero divertente da guidare. Presenta una frenata rigenerativa piuttosto invadente; questo vuol dire che anche in forti discese dovrete avere il piede sull’acceleratore per non fermare il veicolo. Questo consente anche una guida praticamente ad un pedale soltanto. E’ presente il freno, ma basta rilasciare l’acceleratore per arrestare la marcia nel giro di pochi secondi. Anche perché la velocità è limitata a 45 chilometri orari quando la batteria è sopra il 20%. Al di sotto di questa percentuale si attiva la modalità tartaruga, che frena il veicolo alla velocità massima di 32 km/h. La velocità del veicolo non è affatto un problema: in città, il palcoscenico per cui nasce l’Ami, praticamente si sfiora il limite massimo di 50 km/h previsto dal Codice della Strada per i centri abitati.
Serve patente?
Prima ancora di salire a bordo, naturalmente, avevamo ipotizzato la mancanza di comfort alla guida, e ci siamo approcciati alla prova ben consapevoli di quello che Ami ha da offrire. E’ una micro car che si guida a 14 anni dopo aver conseguito il certificato di idoneità patente AM (il classico patentino per motori inferiori a 50 cm3) e le scritte “Autoscuola” sulla carrozzeria fanno intendere uno dei motivi per cui l’auto è stata acquistata.
A chi la consigliamo
Non avremmo alcun dubbio nel consigliare questa micro car elettrica al quattordicenne che desidera una quattro ruote al posto dello scooter. Siamo pronti a scommettere che Citroen Ami, o quali che siano i suoi successori, spopoleranno tra le strade di qui a breve.
Di certo non consiglieremmo questa micro car come unica auto del nucleo familiare. E’ chiaro che non può sostituire una vettura più grande, ma non nasce con questa idea in mente. Si potrebbe immaginare di acquistarla per affiancarla alla propria auto principale, e i motivi per farlo sono davvero tanti.
I piccoli spostamenti in città sono la ragione principale per cui acquistare questa Ami. Noi l’abbiamo guidata anche per raggiungere la seconda casa al mare, percorrendo senza alcun problema 30 chilometri di fila, affrontando anche salite piuttosto ripide.
Autonomia e ricarica
Un’altra cosa che ci ha assolutamente stupiti in positivo è l’autonomia: quella dichiarata dalla casa madre, 75 km, è pressoché veritiera. Al solito, come per ogni mezzo elettrico, sono le salite ad abbattere velocemente l’autonomia residua, ma in un ciclo misto siamo riusciti a sfiorare i 70 chilometri percorsi.
Anche le tempistiche di ricarica dichiarate dalla casa madre sono assolutamente veritiere: in meno di 4 ore la si ricarica senza problemi, collegandola alla presa di casa. Già, perché questo è un altro motivo per cui acquistare questa Ami. La abbiamo guidata in una città che, al momento, non è totalmente attrezzata per l’elettrico, pur non mancando qualche colonnina di ricarica quà e là. Eppure, Ami non ha di questi problemi: un cavo con presa schuko fuoriesce da un vano posto sullo sportello lato passeggero. Si attacca alla presa di casa e passa la paura.
Naturalmente, è necessario disporre di un garage con presa elettrica, o comunque di uno spazio in cui poter collegare la schuko. Per chi abita in condominio, e non ha il garage, difficile ipotizzare di lanciare una prolunga sul balcone, per poterla ricaricare con le prese di casa. Non che sia infattibile, ma regole di buon senso e di decoro potrebbero ritenerlo poco opportuno.
Difficile, ma non impossibile, fare un paragone economico sui costi di marcia di questa Ami. Si stima che una ricarica completa, con la presa di casa, possa costare circa 3 euro. Questa spesa consentirà di percorrere, come anticipato, circa 70 chilometri, poco più, o poco meno, a seconda del tracciato. Ad oggi, con il costo del carburante praticamente a 2 euro, è facile accorgersi del risparmio.
Conclusioni e Prezzo
Citroen Ami è stata una piacevole sorpresa. Non mancano certamente i “contro” e, secondo noi, non può sostituire un’auto full size. Eppure, è perfetta per chi i quattordicenni, o anche semplicemente da affiancare alla prima auto. Il prezzo, certamente è un fattore da tenere in considerazione. Al lancio, si acquistava anche sotto i 5000 euro, e questo era veramente un boost importante. Adesso, i listini sembrano essere lievitati, e il costo per il modello base è di 7700 euro. Secondo noi è il prezzo limite, al quale assolutamente consigliamo l’acquisto. Se si riuscisse ad acquistarla con incentivi statali e bonus rottamazione il prezzo scenderebbe a circa 5000 euro: a questa cifra non ci sarebbe davvero alcun motivo per non acquistarla. Su questa pagina di Citroen trovate tutte le informazioni.
PRO
- Esteticamente iconica…
- L’autonomia dichiarata è veritiera
- Ottima per gli spostamenti in città
- Si ricarica con la presa di casa
- Il parcheggio si trova facilmente
- Tempi di ricarica ridotti
- Si guida con il patentino AM
- Soluzioni di pagamento vantaggiose
CONTRO
- …ma può non piacere
- Niente assistenze alla guida
- Niente clima
- Non è un’auto per sostituire quella familiare