Foxconn – storico partner di Apple che si occupa dell’assemblaggio di prodotti per l’elettronica di consumo – si trova ad affrontare un problema di “bracconaggio” dei dipendenti in Vietnam, “scippati” ai cinesi da aziende concorrenti (appaltatori pronti a tutto pur di lavorare con Apple).
Il presidente di Hon Hai (meglio nota come Foxconn), Young Liu, accusa i concorrenti di depredare l’azienda da lui guidata.
Foxconn e altre aziende che producono per conto degli OEM, stanno espandendo o avviando nuove attività in Vietnam, per rispondere alla richiesta di Apple che sempre più vuole produrre fuori dalla Cina, e Foxconn sta registrando problemi con i dipendenti per l’incremento dell’attività.
Parlando con alcuni giornalisti sabato 11 giugno, il presidente Young Liu ha raccontato di difficoltà con aziende concorrenti che stanno avviando nuove attività in Vietnam. I competitor nella supply chain stanno a quanto pare aprendo stabilimento vicini a quelli di Foxconn, al fine di “tentare” i dipendenti di quest’ultima, tenendo conto di sicure competenze e abilità.
Liu non ha indicato i nomi di quali sarebbero i concorrenti che stanno seguendo questo approccio con i dipendenti dell’azienda da lui guidata, ma ha ribadito che a suo modo di vedere tali comportamenti “non dovrebbero essere tollerati”.
In Vietnam, Foxconn attualmente impiega circa 60.000 dipendenti – ha riferito ancora Liu- e l’azienda ha in programma un “rilevante” aumento di nuove assunzioni nel corso del 2023 e 2024.
Apple ha trasferito parte della produzione dalla Cina in Vietnam, in risposta anche ai rigidi lockdown adottati da Pechino per contenere la pandemia di Covid, con conseguenti danni e blocchi alle catene di fornitura che non consentono di produrre prodotti in quantità e alla velocità richiesta. L’India e il Vietnam, che già ospitano una piccola parte della produzione globale della Mela, sono tra i Paesi sui quali Cupertino sta focalizzando l’attenzione come alternativa alla Cina. Al momento oltre il 90% dei prodotti di Apple (da iPhone, ad iPad, fino a MacBooK) sono prodotti in Cina da appaltatori esterni, una dipendenza eccessiva che Apple ora vuole ridurre.