iPad è pronto per entrare nel gioco dei grandi? Il sistema operativo del tablet di Apple, considerato da molti il suo tallone di Achille, adesso è pronto a fare un salto in avanti con la versione 16 di iPadOS che aggiunge funzionalità inedite per il multitasking che però sono, e questo è un dato molto importante che ci fa capire che il cambiamento in corso è strutturale, distribuite anche attraverso gli altri sistemi operativi di casa Apple.
Gli sforzi di Apple per andare oltre le limitazioni dei suoi sistemi esistenti si sono infatti estesi al nuovo software per iPad. Apple presentato ad esempio il nuovo strumento per la collaborazione sul posto di lavoro chiamati Freeform, che consente ai colleghi di fare brainstorming su più dispositivi contemporaneamente. La funzione, simile alle offerte di Microsoft e Google, ha il potenziale per aumentare il valore dell’iPad per le aziende. Ma è una cosa trasversale.
Così anche la funzione di riorganizzazione delle finestre del desktop: Stage Manager, presentata come una novità per quanto riguarda macOS Ventura, è in realtà pensata per allineare le due piattaforme, iPad e Mac. E anche in questo caso il pensiero di Apple è all’integrazione e al gioco di squadra fra prodotti differenti.
Che dire poi di Continuity, che adesso permette il passaggio di molte più informazioni tra Mac e iPad? Oppure la possibilità di collegare l’iPad a un display esterno e finalmente sfruttare appieno la risoluzione aggiuntiva, senza limitazioni (le bande nere laterali) e senza restare dentro il solo mirroring dello schermo principale nel 99% dei casi?
Sono tutti cambiamenti che stanno facendo capire chiaramente che l’idea del multitasking o semplicemente di una “ripulita” all’interfaccia di iPad non è il punto centrale. La strategia invece è un’altra: portare una linea di continuità attraverso prodotti diversi ma con funzionalità simili. Un senso di “family feeling” che permetta di sfruttare le differenze dei vari apparecchi in maniera creativa e di avere accesso a modalità d’uso diverse. Non si tratta di trasformare il MacBook in un iPad (un portatile con lo schermo touch) o viceversa l’iPad in un MacBook (con le icone e le cartelline e i menu come sul Mac). Invece, si tratta di creare sistemi allineati e coerenti che permettano di utilizzare una strategia alla quale Apple sta lavorando da anni.
L’integrazione orizzontale, possiamo chiamarla così, è solo la logica evoluzione di quella verticale. Dopo aver ottenuto un allineamento delle tecnologie di base (processore, schede madri, materiali usati, librerie software, “basi” e pilastri dei sistemi operativi, linguaggi di programmazione) adesso Apple non riduce tutto a un solo sistema operativo “buono per tutte le stagioni” ma differenzia e integra orizzontalmente.
Crea una famiglia di prodotti capaci di dialogare e avvicinarsi enormemente lasciando però una grande capacità di variazione a seconda delle peculiarità dei singoli hardware e degli usi e delle necessità degli utenti.
Questo approccio permette ad Apple di integrare ancora di più le varie tecnologie e di creare una piattaforma dove sia possibile accogliere e trattenere i suoi clienti: aperta verso il resto del mondo ma anche capace di offrire delle cose in esclusiva che, aggiungendo un mattoncino Apple dopo l’altro alla propria vita, funzionano sempre meglio.
Un’ultima nota: con questa piccola rivoluzione per quanto riguarda iPadOS 16 stiamo finalmente vedendo sbocciare a maturità l’hardware più interessante e promettente tra quelli pensati e voluti fortemente da Steve Jobs. Il suo ultimo lancio di prodotto, se si fa salva la presentazione davanti al consiglio comunale di Cupertino del nuovo Apple Park, che è stata anche l’ultima apparizione pubblica dell’uomo prima della sua scomparsa a fine 2011. Due grandi progetti che sono arrivati a compimento.