Il processo seguito alla varie denunce e contro-denunce e alla separazione tra l’attore Johnny Depp e la modella Amber Heard, che ha avuto una notevole eco anche nel nostro Paese, ha prodotto un risultato inaspettato.
Infatti, al di là di chi abbia vinto il caso in questione, è emerso chiaramente che a trarne il massimo vantaggio sono stati soprattutto gli influencer su piattaforme diverse e con modi diversi. Tutti, comunque, accomunati da un risultato unico: seguire e anzi partecipare in maniera interattiva per quanto possibile ai grandi fatti di cronaca permette ai content creatori di acquistare una rilevanza superiore a quella ad esempio raccolta dalla copertura televisiva o giornalistica tradizionale.
Il media event del futuro
Nella storia dei media e delle comunicazioni di massa un concetto, nato nel secondo dopoguerra sulla scena delle televisioni nazionali e dei circuiti televisivi via satellite degli anni Ottanta-Novanta (ad esempio, Mtv e la Cnn), pareva essere rimasto orfano a causa del digitale e di internet e dei social in particolare.
Quel concetto si chiama “media event” ed è la descrizione di un tipo di situazione molto particolare: qualsiasi evento che sia trattato prevalentemente dai mass media o che sia stato gestito principalmente pensando ai media. I media event hanno anche la caratteristica di toccare un numero molto elevato di persone (il pubblico degli spettatori) e creare un ricordo indelebile che in alcuni casi può addirittura segnare un momento di passaggio per una generazione.
Ad esempio, l’11 settembre 2001, con la drammaticità dell’attentato alle Twin Towers di New York e al Pentagono, è da un certo punto di vista un media event perché è stato vissuto come evento televisivo soprattutto in un’epoca in cui non c’era ancora un ruolo particolare di internet.
In Italia uno dei primi media event è quello della tragica scomparsa del piccolo Alfredino Rampi a Vermicino, che le televisioni nazionali quarant’anni fa seguirono con una diretta continua che fece saltare tutti i palinsesti, creando appunto una situazione del tutto inedita e speciale per il pubblico di quella che era una televisione ancora molto primitiva.
Il processo social
Invece, con il processo che ha visto contrapposti l’attore Johnny Depp e la modella Amber Heard la medializzazione degli eventi tipicamente di tipo giornalistico (i grandi processi sono un classico per i giornali e la televisione tradizionale) è diventato un evento social. MA non nel senso che ci si sarebbe potuti aspettare.
Infatti, a differenza di quello che molti avevano immaginato, non è stata tanto l’amplificazione passiva dei contenuti giornalistici sui social a prendere terreno, quanto il ruolo degli influencer. I video e i meme prodotti per sottolineare la fine del processo e la vittoria di Depp sono stati solo gli ultimi di una marea di contenuti sul processo che ha dominato Internet per gran parte degli ultimi due mesi.
In questo modo il processo Depp-Heard ha offerto così uno sguardo potenziale al nostro futuro ecosistema dei media, in cui i creatori di contenuti fungono da personalità che danno notizie a un numero crescente di spettatori e, a loro volta, definiscono la narrativa online attorno ai principali eventi. Quei creatori possono anche portare grandi profitti personali, guadagnando dall’engagement del loro pubblico e da altre forme di remunerazione (da Patreon in su, per intendersi).
In questo nuovo panorama, ogni grande evento di cronaca diventa un’opportunità per accumulare follower, denaro e influenza. E il processo Depp-Heard ha mostrato come l’ecosistema di notizie guidato dai creatori può influenzare l’opinione pubblica sulla base degli incentivi delle piattaforme su cui agiscono.
I pesi e contrappesi nelle democrazie
Abbiamo già visto in passato (con le elezioni del precedente inquilino della Casa Bianca, Donald Trump) il ruolo dei social nell’orientare l’opinione pubblica. Quel che sta venendo fuori e la pervasività di un sistema basato su incentivi che inducono sempre più persone ad attivarsi e mettere in piedi strategie per cercare di conquistare spazio in rete.
Questo meccanismo però fa completamente sballare il ruolo dei media nelle democrazie liberali tradizionali e pone delle domande importanti su quali potranno essere gli sviluppi dal punto vista degli assetti politici e democratici in generale. Sono domande alle quali non sono ancora possibili delle risposte definitive, ma quello che si intravede al di là del clamore mediatico del caso Depp-Heard non lascia presagire un futuro molto roseo.