Se questa volta ci azzeccano vorrà dire che tra meno di un anno potremo vedere in azione il motore di ricerca targato Apple: secondo l’evangelist tecnologico Robert Scoble, la società di Cupertino sarebbe lì lì per svelarlo a fine gennaio 2023, con risvolti positivi soprattutto per Siri.
Ne fa cenno in un tweet pubblicato la settimana scorsa, in cui spiega appunto che il motore di ricerca di Apple sarebbe in arrivo e grazie ad esso il suo assistente vocale potrebbe «diventare finalmente “intelligente”». L’indiscrezione si ferma qui, anche se poi in separata sede avrebbe specificato che ciò sarebbe il frutto di alcune conversazioni con alcune fonti e, in parte, da sue deduzioni.
Nulla di certo e confermato quindi, specie se consideriamo da chi arriva la voce. Robert Scoble è un blogger americano divenuto noto soprattutto per il suo blog, Scobleizer, che balzò agli onori della cronaca in special modo durante il suo mandato come evangelist tecnologico presso Microsoft. Oggi a lui viene spesso attribuito il titolo di evangelist di tecnologie di Realtà Virtuale/Realtà Aumentata (VR/AR) in quanto negli ultimi anni si è mosso soprattutto in questo nascente settore.
Per dire: ha anche annunciato che Apple avrebbe lanciato il visore VR Apple Glass alla WWDC 2022 insieme ad un nuovo iPod, ma poi ha ritrattato su Twitter questa affermazione chiedendo di «considerare tutto ciò che dice su Apple come inaffidabile», sebbene ritiene al contempo di essere “informato” sui fatti.
Tuttavia non è la prima volta che si parla di un motore di ricerca di Apple: è risaputo infatti che l’azienda ci lavori sopra da anni, e già da agosto 2020 il traffico in entrata e in uscita generato dai suggerimenti di Siri passava per i server di Google in maniera nettamente inferiore rispetto al passato. Per altro Apple da un bel pezzo utilizza un motore di ricerca proprietario per le ricerche suggerite tramite Spotlight e Siri, quindi una buona base da cui partire c’era già.
Resta da vedere se si tratta di un potenziamento del motore di Siri o se Apple ha davvero intenzione di lasciare un diretto concorrente di Google. In quel caso significherebbe rinunciare ad una buona fetta delle sue entrate, visto che Google paga decine di miliardi di dollari per mantenere il suo come predefinito su Safari: è noto che soltanto per tenerlo lì per tutto il 2021, ad esempio, ha sborsato 15 miliardi di dollari.