Sonos mette in commercio dal 7 Giugno 2022 la sua nuova Sonos Ray, Soundbar “di base” con un look coerente con tutta la produzione e in grado di dialogare con tutti gli elementi dell’azienda per creare un sistema che parte dal singolo speaker all’equipaggiamento completo di una casa, di una barca o di un qualunque luogo in cui l’ascolto della musica e di colonne sonore di qualità è la prorità.
L’unboxing
Qui vediamo la confezione: quasi totalmente in cartone con accessori in tinta: noi abbiamo scelto la versione bianca che si mimetizzza meglio in un arredo moderno.
I dettagli
Le porte, i piedini, la griglia, i tasti di controllo sulla parte superiore, il ricevitore IR.
Cosa c’è dentro
A bordo abbiamo quattro amplificatori digitali classe D ottimizzati per l’architettura acustica della soundbar, due tweeter con guide d’onda separate che diffondono il suono da parete a parete, due mid-woofer ad alta efficienza situati al centro per riprodurre fedelmente le frequenze medie e garantire bassi profondi. Infine abbiamo un condotto reflex con bassa velocità di uscita dell’aria che riduce al minimo la distorsione, producendo basse frequenze più corpose.
Le dimensioni sono di 559 x 95 x 71 mm e questo permette la collocazione di Ray anche all’interno dei supporti di un TV di medie dimensioni. In ogni caso la particolare forma tronco-conica e il frontale piatto permettono di utilizzarla senza problemi su un mobile di supporto e il peso di 1,95 Kg permette di spostarla comodamente in caso di uso mobile o di necessità di pulizia.
I Collegamenti
Per provare la nuova Sonos Ray l’abbiamo dapprima collegata, oltre che all’LG 55″ del precedente test di Sonos Beam 2, ad un TV Samsung da 49″ ancora relativamente valido dal punto di vista dello schermo ma assolutamente scarso per l’audio: potente si ma distorto e con le grosse plastiche dello chassis che vibravano fastidiosamente.
La sala era una doppia stanza da circa 9 metri per 4 divisa in una zona salotto e in una zona pranzo cucina con la TV a dividere le due aree di fronte al divano e a 90° rispetto ad un camino. La TV era collegata sia attraverso il cavo ottico che funzionava da sorgente sia attraverso Airplay 2 con il collegamento wireless ad Apple TV.
Il secondo test l’abbiamo fatto insieme al nostro iMac da 27″ senza alcun collegamento fisico: anche qui l’abbiamo fatta funzionare attraverso Airplay e iTunes ma anche come uscita audio standard per goderci la musica di sottofondo mentre editavamo alcune foto ma ovviamente è utilizzabile anche con film in streaming e quant’altro.
Infine l’abbiamo collegata ad una PS4 con il cavo ottico per dare il giusto spessore audio ai giochi (principalmente FIFA 2022 e Fortnite).
Ovviamente attraverso l’app Sonos possiamo trasmettere musica via Wi-Fi da iPhone e iPad oltre che dai telefoni Android. iPhone e iPad hanno però un vantaggio in più rispetto alla piattaforma di Google: i loro microfoni possono essere utilizzati per calibrare l’ascolto a seconda della vostra posizione nella stanza e alla risposta della stanza stessa con la procedura TruPlay che vediamo nelle schermate più sotto.
Uno speaker o un sistema di speaker Airplay 2
Contrariamente dalle altre recensioni Sonos partiamo pero dal funzionamento della soundbar con Airplay 2. Attraverso le funzionalità del protocollo Apple possiamo vederla sia come un singolo speaker stereo ma se l’abbiniamo ad altri speaker Sonos vedremo un sistema surround vero e proprio (che nel nostro test si chiama “Sala Multimedia”) composto dal diffusore frontale (la nostra Ray) e dai diffusori surround (due speaker da scaffale Symfonisk Sonos By Ikea).
Il tutto si imposta molto facilmente dalla app Sonos e il sistema mantiene la memoria delle impostazioni anche se spegniamo e trasferiamo il tutto in un’altra stanza. In questo caso, se vogliamo la risposta audio più corretta in ambiente dovremo rifare di nuovo la procedura TruPlay. Peccato (e non manchiamo mai di sottolinearlo ai tecnici Sonos) che non esista una memoria dei vari ambienti da ripescare nell’archivio della app in caso di spostamento.
Lo speaker singolo stereo (Ray), la coppia stereo (Symfonisk di destra e sinistra) oppure il sistema surround combinato appariranno nella lista di uscite audio wireless presenti su iPhone, iPad, Mac (anche con vecchi sistemi operativi) Apple TV e persino Apple Watch e vi permettono di decidere in quali stanza della casa far suonare la vostra musica preferita e i volumi dei singoli speaker o gruppi. Tra l’altro se uno degli speaker del sistema sta riproducendo una traccia, tenendo premuto a lungo il tasto play potete far fluire la musica verso lo speaker su cui state agendo.
Il tasti del volume e Play/pausa agiscono direttamente sulle tracce che stanno suonando e ne avete evidenza sulla finestra di controllo dei dispositivi collegati.
Il funzionamento come speaker Airplay su iOS e MacOS ed Apple Watch risolve una delle “assenze” di Sonos Ray: non ha microfoni a bordo e quindi non possiamo richiedere direttamente l’esecuzione di una canzone o una playlist come avviene per ARC e Beam 2 ma possiamo utilizzare Siri per farlo dopo aver selezionato l’uscita via pannello di controllo.
Ovviamente se abbiamo uno speaker con microfoni (ad esempio un Sonos One, Sonos Roam, Sonos Move o una coppia surround con Sonos One e Sonos One SL) possiamo utilizzarlo per richiedere la musica anche sulla Soundbar attraverso Alexa, Assistente Google e prossimamente (quando sarà disponibile nella nostra lingua) anche con Sonos Voice Control.
La configurazione
Come avviene di recente con tutti i dispositivi Sonos la prima configurazione è assolutamente semplice visto che utilizza il suono emesso dallo speaker stesso per inviduarne la presenza. Oltre a questo non dovete inserire la password dell’ambiente in cui suona perché questa viene trasferita direttamente da iPhone, Android e iPad.
Collegate Ray alla presa di corrente, lo accendete, lanciate l’app Sonos e tutta una serie di schermate vi guiderà a includere la soundbar nell’ambiente wireless di casa vostra o, se preferite, nell’ambiente cablato via Ethernet sfruttando la porta sul retro. Una volta assegnato lo speaker alla vostra stanza siete pronti per partire e usarlo per riprodurre la musica “liquida” da decine e decine di servizi streaming. Noi l’abbiamo provato con Amazon Prime, Apple Music e Spotify da iPhone e pure da telefoni Android.
Come vi abbiamo anticipato non l’abbiamo provato da solo ma abbiamo creato un piccolo sistema surround combinandolo con gli speaker da libreria Symfonisk di Ikea che di fatto a 99 € sono i prodotti del sistema Sonos più economici sul mercato. Con la coppia dei Symfonisk a 198 euro e la Sonos Ray a 299 € andiamo a crea un sistema surround a meno di 500 euro con tante potenzialità e possibilità di combinazione e con la possibilità di essere visto anche via Airplay 2.
Se la coppia di casse è stata configurata come coppia frontale c’è una opzione nel software di Sonos per separarle e poi inserirle come coppia Surround in combinazione con la Sonos Ray ed è l’operazione che vedete nelle schermate qui sotto.
Alla fine ci ritroveremo con la configurazione “Sala Multimedia” composta da Ray e Symfonisk che viene vista come un tutt’uno dall’App Sonos, da Airplay 2 e pure dalla TV che collegheremo con il cavo Ottico.
Il ricevitore IR a bordo di ci permetterà di usare il telecomando della TV per regolare il volume della Ray a nostro piacimento ovviamente con tutti i TV che supportano IR-
Il collegamento con cavo ottico
Come abbiamo accennato Sonos Ray non ha collegamenti audio tradizionali e neppure ingresso HDMI eARC come le sorelle ARC e Beam 2 ma si basa sul più particolare collegamento ottico digitale che troviamo non solo su TV anche meno recenti ma pure su Playstation e PC nati per i videogiochi.
Se vogliamo sfruttarlo dobbiamo utilizzare il cavo disponibile nella confezione, collegarlo a Ray da una parte e al TV, PC o Console dall’altra assicurandosi di selezionare l’uscita ottica della sorgente, in combinazione o meno con gli speaker interni del TV.
Dall’altra parte gestiremo l’ingresso “Home Teather” della Ray per alternare quando necessario la sorgente streaming (wireless o via ethernet) con quella ottica. Dobbiamo però dire che il sistema è abbastanza smart da capire quando stiamo trasmettendo in wireless dal nostro telefono e commuta senza problemi da una sorgente all’altra.
Una volta effettuati i collegamenti si passa all’ottimizzazione di posizione di ascolto e ambiente con TruPlay.
Personalizzazione
L’app Sonos vi permette di gestire il Loudness per compensare i bassi a livello di ascolto non elevati, di regolare bassi e alti, di attivare funzionalità di ascolto notturno, potenziamento del parlato e di regolare la distanza “virtuale/reale” dei canali surround secondo le vostre preferenze. Se le tracce audio che ascoltate non sono in modalità surround potete scegliere se usare le casse secondarie con un volume pari o diverso da quelle principali.
Come suona?
Tutte queste informazioni sulla configurazione che è più semplice e veloce da farsi che descrivere non ci devono far dimenticare che alla fine se il prodotto ha capacità di riproduzione scarse è inutile che sia versatile. Non è il caso di Ray: nelle varie configurazioni testate conferma il livello qualitativo dei prodotti Sonos e come al solito se provata in combinazione con altri speaker della casa di tutte le dimensioni e potenze si sposa benissimo come timbrica per offrirvi una sensazione di continuità d’ascolto che può dipendere si dalla presenza di bassi profondi in funzione della cassa armonica e delle dimensioni dello speaker ma che per il resto della gamma rivela il gran lavoro di ingegnerizzazione dell’azienda californiana.
Qui la cassa armonica reale e virtuale è obbligatoriamente ridotta e l’estensione verso le basse frequenze ne risente se confrontata con la sorella maggiore Beam 2 e ovviamente con ARC 2 ma il suono risulta ben equilibrato e soprattutto si apprezza la volontà di dosare il volume massimo per non portare mai lo speaker a distorsione. Gli speaker sono quattro e questo sembra privilegiare (almeno secondo la nostra memoria visto che non possiamo fare un confronto diretto) la pulizia di ascolto di Ray rispetto a Beam.
Allo stesso tempo al disposizione degli speaker sul frontale assicurano una buona separazione stereo almeno alle distanze intorno ai 3 metri che sono quelle tipiche dei nostri salotti mentre al di sopra la vicinanza dei trasduttori riduce il fronte sonoro.
Quello che dobbiamo dire è che gli speaker sulle medio alte sono molto “analitici” e che siamo riusciti ad individuare dei fraseggi di chitarra molto puliti in brani ascoltati per anni in cui rimanevano indietro ad altri strumenti. Potrebbero sembrare un presenti sui medio alti ad un primo ascolto ma dopo una buona calibrazione con TruPlay e tanti ascolti il risultato migliora progressivamente.
Collegata all’iMac ci ha offerto ovviamente un maggiore presenza su tutta la gamma rispetto agli speaker interni e l’angolazione scelta rende ray molto comoda come speaker da sistemare sotto un monitor.
Parte di un sistema surround
Quello che ci ha stupito di più, dobbiamo dirlo, è stata la combinazione con gli speaker Symfonisk usati come surround. Come vedere dalle foto, il volume del modello da bookshelf IKEA by Sonos è molto simile a quello di Ray ed usando una coppia andiamo a triplicare la cassa armonica totale. Anche se i Synfonisk non sembrano così analitici come la Ray aggiungono presenza alla riproduzione globale sulle medie e basse e il nostro orecchio apprezza di più la direzione e la chiarezza degli speaker frontali sulle medio alte.
La combinazione di questi fattori oltre all’intelligenza del sistema Sonos che si ricalibra in funzione del numero di speaker, della loro posizione e della tipologia di sorgente fa sì che un sistema di questo tipo riesca a riprodurre al meglio la gamma di una trasmissione TV o le tracce audio nel limite del volume a disposizione.
La conferma viene dall’ascolto di “Watch The Sound“, la serie di Apple TV con Mark Ronson che usiamo per testare il surround, i riverberi e le sonorità della musica dalle big band all’EDM che formano la soundtrack delle varie puntate.
Dobbiamo dirvi che siamo rimasti davvero stupiti dalle combinazione degli speaker e dal fattore godimento sonoro / prezzo che se ne ricava: non farete saltare il salotto con le scene dei film più caciaroni ma se vi accontentate di un suono pulito, controllato e avvolgente questa potrebbe essere la soluzione per rivedere i paradigmi di un impianto surround di partenza che allo stesso tempo è la base di un sistema multistanza.
Su Macitynet trovare sia la recensione di Sonos Beam 2 che quella di Sonos ARC.
Conclusioni
Sonos Beam è un ottimo punto di partenza per chi vuole iniziare con il sistema Sonos e cerca una soundbar il cui impegno in casa non si riduca a migliorare il suono di un TV di piccolo e medio polliciaggio, di una postazione di gioco o di potenziare la colonna sonora di un iPad. E’ il primo tassello di un impianto che può crescere un passo alla volta accompagnandosi con altri speaker che si comportano con estrema coerenza sia dal punto di vista dei collegamenti che per il timbro. Adatta a salotti di piccole o medie dimensioni.
Pro
Suono molto pulito e Analitico, Design minimale, Ottima gestione Airplay 2 come speaker singolo stereo o come sistema. Eccellente nella combinazione con speaker surround.
Contro
Basse frequenze limitate ad alti volumi. Non ha ingresso HDMI.
Prezzo al pubblico
Ray sarà disponibile il 7 giugno a 299 € nel nostro paese. Potete prenotarla direttamente sul sito Sonos in attesa che arrivi anche presso altri retailer sul territorio oppure online. La distribuzione in Italia è a cura di Nital.