Ci sarà una piccola tregua prima del processo tra Match Group e il colosso del web Google: lo afferma la società madre di Tinder e Hinge, che venerdì scorso ha ritirato un ordine restrittivo come conseguenza dell’accordo temporaneo sui pagamenti in-app su Android stretto tra le due parti.
L’azienda ritiene di aver vinto “concessioni” da Google in questa battaglia antitrust che vede il suo inizio nell’autunno 2020, quando il gigante dei motori di ricerca modificò alcune politiche per costringere gli sviluppatori a fatturare i pagamenti su Android soltanto tramite Google Pay.
Gli sviluppatori dovranno conformarsi a questa decisione entro il 1 giugno, ma Match annusò subito il pericolo e citò in giudizio la società sostenendo che stava infrangendo le leggi antitrust federali e statali appellandosi anche al fatto che Google aveva «precedentemente assicurato» alla società che avrebbe potuto utilizzare il proprio sistema di pagamento. Fece persino notare che a quel punto Google stava minacciando di rimuoverle le app dal Play Store se non avesse rispettato la modifica alle norme entro i termini previsti.
Il nuovo accordo invece prevede che, almeno fino al processo (che si terrà nel 2023), in via straordinaria le app di Match potranno restare sul Play Store anche se continueranno ad offrire sistemi di pagamento alternativi, ma Match dovrà comunque far in modo che tra questi vi sia anche il sistema di fatturazione targato Google come opzione tra cui poter scegliere.
Così, almeno per un altro anno Match potrà evitare di pagare le commissioni a Google per ogni pagamento che passa attraverso i suoi servizi. Tuttavia, nell’attesa di scoprire l’esito del processo, a partire dal 1 luglio monitorerà i pagamenti tenendo traccia delle commissioni che dovrebbe cedere a Google e, per stare sul sicuro, ha istituito un fondo di garanzia da 40 milioni di dollari che resterà in vigore fino a quando le due parti non torneranno in tribunale ad aprile dell’anno prossimo.
Negli scorsi giorni Google ha annunciato che dichiarerà fallimento in Russia.