Questa serie di libri è un “meglio di-seconda parte”. Nel senso che avevamo già proposto dei gran bei libri di registi e attori, dopo aver fatto due serie di libri sul cinema (prima e seconda parte). Ma non avevamo finito la materia. Neanche lontanamente. C’è un vero oceano di libri tra gli auguri del grande schermo, e molti di questi libri vale davvero leggerli.
Qui abbiamo costruito un’altra rassegna ragionata, cercando libri che fossero i migliori secondo noi e quindi rappresentativi delle diverse stagioni del cinema oltre che per la qualità della scrittura. Ci sono sorprese grandi e piccole, come al solito: non temete. E soprattutto sono tutte italiane. A partire dal più grande di tutti…
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
Bud. Un gigante per papà
Questo libro è strano. È scritto da Cristiana Perdersoli, la figlia di Carlo, l’attore conosciuto in Italia e nel mondo come Bud Spencer. Uno degli attori più rappresentativi e meno valutati nella storia del cinema italiano. In maniera colpevole, quasi criminale, per aver fatto ridere e divertire intere generazioni. Bloccato sulla fama di un riconoscimento finalmente ampio e meritato probabilmente dalla resistenza di colleghi piccoli e invidiosi che non possono perdonare il successo negli anni Settanta, Ottanta e Novanta di Bud Spencer da solo o in coppia con Terence Hill (Mario Girotti, tutt’ora sulla cresta dell’onda, ma anche lui osteggiato e rallentato).
Il libro dicevamo è strano, perché Cristiana si dimostra scrittrice vera, di razza, capace di costruire un reportage sulla vita del padre. È lo sguardo innamorato di una figlia che svela per la prima volta ai lettori una miriade di aneddoti e curiosità così vividi che si ha l’illusione che Bud sia ancora tra noi… In questo libro il lettore conosce Bud Spencer nella sua veste privata. Tutto era buffamente smodato nella sua vita, come se le sue gigantesche dimensioni e le sue immense passioni attirassero a lui le avventure e i personaggi più strambi. Fin dall’adolescenza, molto prima ancora di finire sul set, Bud è stato il reale protagonista di una sceneggiatura divertente quanto quella delle sue pellicole.
Federico Fellini: Cent’anni: film, amori, marmi
Questa lista procede in ordine disordinato, perdonateci. Saltiamo nella vita di un grande maestro del cinema italiano, cioè Federico Fellini, che vuol dire primo dopoguerra, iperrealismo magico all’italiana. In questo libro di Italo Moscati torna a vivere la storia di Fellini che convive con Rossellini, Pasolini, le grandi personalità della storia del cinema (Charlie Chaplin), Rimini e Roma. Un momento al cinema autore a sua volta di film monumentali, basterebbero per tutti “8 1/2” e “La dolce vita“. Enorme.
Diario inconsapevole
Una autobiografia, la prima: Giuseppe Tornatore si racconta con questo diario inconsapevole dove il maestro italiano del cinema mondiale mostra il suo diario accidentale, costruito negli anni con pensieri, racconti, immagini, ipotesi sulla sua vita di spettatore prima ancora che cineasta. Il maestro alla corte di Fellini, Mastroianni. Polanski, Morricone, ma anche Giovanni Paolo II e tanta, tantissima vita. È un diario incredibile che apre una dimensione inedita sul grande regista italiano.
Una grande famiglia dietro le spalle. La straordinaria storia di tre generazioni di attori
Paola Gassman ha un compito difficilissimo con questo libro: provare a scrivere un libro che parla con il padre Vittorio di cui ha seguito le orme per diventare attrice anche lei. “Te lo avevo promesso, ricordi papà, che ci avrei provato, tanti anni fa. Mi sarei sforzata. Per questo sono qui e mi sforzo di farcela. Anche se, devi ammetterlo, oggi più che mai, sembra davvero impossibile questa impresa, privata com’è dei suoi punti di riferimento più importanti. Eppure sono sicura che tu non ti arrenderesti, anzi ti sembrerebbe ancora più stimolante. Anch’io voglio credere che lo sia. Ce la metterò tutta. Ti stupirò. O molto più semplicemente mi sforzerò di farti contento”.
La storia della famiglia è epica: dalla Germania, patria d’origine del nonno Enrico, che nel 1920 decise di fare un viaggio a piedi fino in Italia perché proprio in Italia voleva incontrare la donna da sposare. E proseguono con il nonno Renzo Ricci e Ermete Zacconi, con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, con importanti figure del cinema e del teatro italiano, fino alle mogli. Gassman infatti ha sposato solo attrici: Nora Ricci, la madre di Paola, Shelley Winters, la madre di Vittoria, Diletta D’Andrea, la madre di Jacopo, e Juliette Maynel, la madre di Alessandro, anche lui attore. Tra successi, amori, divorzi, figli e amicizie un grande affresco di storia dello spettacolo.
Figlio di papà
L’altra grande tradizione del cinema italiano: padre e figlio. Due vite che hanno fatto tantissimo per dare vita al nostro costume. Christian De Sica, con una manciata infinita di aneddoti, allegri e tristi, divertenti e amari, ha montato la propria autobiografia in cento sketch. Dal Neorealismo e i ladri di biciclette alla gloriosa serie dei film di Natale, alle piccolissime beghe della rottura dei rapporti con Massimo Boldi, De Sica racconta e tesse infinite trame e personaggi. Roberto Rossellini, grande amico di papà, brillantissimo e bugiardo, che lo fa debuttare a sedici anni al cinema.
L’entusiasmo, l’eleganza, l’umiltà, la follia, la dolcezza, il genio di un padre amatissimo. La bellezza e lo spirito della madre spagnola, Maria Mercader. Gli incontri con Flaiano, Visconti, Fellini, Pasolini, Sordi, Risi. E poi ancora la sua vita di figlio di papà, che a ventitré anni deve fare i conti con la morte di un padre che non gli lascia nulla, perché si è giocato tutte le sue fortune ai tavoli verdi dei casinò di ogni parte del mondo. In prima liceo De Sica diventa compagno di scuola di Carlo Verdone. Le imitazioni e gli scherzi che i due fanno ai professori del Collegio Nazareno si trasformano nel loro percorso di formazione, un bizzarro Actor’s Studio tutto romano. Amici per la pelle, diventano anche una famiglia quando De Sica sposa Silvia, la sorella di Carlo. Tra lo scetticismo di molti, la voglia di fare il cantante, il fallimento a Sanremo, nasce un attore, uno showman, un uomo, il De Sica di oggi: uno tra i più amati attori italiani.
Albertone. Alberto Sordi, una leggenda italiana
Silvia Giacobini gioca una partita incredibile e che pochi avrebbero tentato (ma in realtà i libri su Alberto Sordi abbondano, solo non sono buoni come questo). Cioè raccontare la storia dell’Albertone nazionale, l’incarnazione del centrismo italiano, l’alter ego di Giulio Andreotti, il simbolo della maschera popolare dell’italianità nel dopoguerra. Mostro sacro del cinema italiano, amato dalla critica e dal pubblico, in sessant’anni di carriera Alberto Sordi ha interpretato più di centoquaranta film, che ne hanno fatto il protagonista indiscusso della commedia rosa e nera di casa nostra.
Nato a Trastevere da un professore di musica, concertista all’Opera di Roma, e da un’insegnante elementare, è stato bambino con la voce di soprano, ballerino di fila, suonatore di mandolino, doppiatore del goffo Ollio e del sexy Marcello Mastroianni, attore, sceneggiatore, compositore, regista: tutto questo prima di diventare l’Albertone nazionale. Anche solo fare un riassunto della vita di Alberto Sordi vuol dire scrivere un libro. Silvana Giacobini, che lo ha intervistato molto volte e lo conosceva bene come giornalista, lo racconta in maniera splendida.
Totò attore. La più ampia e definitiva biografia artistica
Il principe Antonio de Curtis, in arte Totò, è il nostro Charlie Chaplin. E molto altro, e molto di più. È una maschera completa del teatro e del cinema italiano. In questo libro, ampissimo, si scopre che non esiste un solo Totò, ma tanti quanti sono i livelli recitativi su cui l’attore di volta in volta si colloca, mettendo a frutto una grande tradizione che affonda le sue radici storiche nelle antiche Atellane e nei Fescennini latini, e successivamente nella commedia dell’arte, alla quale con maestria eccezionale l’artista ha sempre voluto rapportarsi.
Si comprenderà anche che dietro l’attore Totò c’è la straordinaria scuola napoletana del Pantalena, c’è quell’inimitabile humus antropologico della Campania Felix, c’è Pulcinella con la sua storia lunga quattro secoli. Approfondire l’arte recitativa di Totò è come fare un viaggio all’interno di un mondo solo apparentemente semplice, ma in realtà complesso e variegato, dove ogni singola tessera rimanda a un preciso contesto stilistico.
Oltre il respiro. Massimo Troisi, mio fratello
Un autore e attore completo, uno spirito estremamente sensibile e delicato, un genio dello spettacolo in punta di piedi. Per raccontare la storia incredibile di Massimo Troisi, uno dei più grandi autori e attori del nostro cinema di sempre, occorre la voce della sorella Rosaria, capace di aprire lo scrigno dei ricordi e portare fuori i racconti sull’infanzia e sulla famiglia, emergono le figure che hanno plasmato la sensibilità dell’attore napoletano, insieme ai personaggi e ai contesti che hanno ispirato la sua arte. Ma emerge anche il ritratto di un uomo che ha affrontato gli ostacoli della vita con determinazione, sfidando con coraggio la sua malattia e il suo destino. Dai primi passi in palcoscenico alla Smorfia, fino alla fine della sua carriera cinematografica, l’arte di Troisi è stata sorretta da una profonda sensibilità sociale che, abbattendo gli stereotipi sulla meridionalità, lo ha reso beniamino di tutto il Paese.
Raffasofia. Per trovare la felicità-tà-tà (l’accento sulla A)
A un certo punto dovremo fare i conti con l’essere italiani, con la nostra storia, con il nostro Dopoguerra, con il costume e la società che hanno costruito l’Italia. Se i filosofi che nei secoli si sono arrovellati sulla questione avessero avuto la tivù, avrebbero trovato in Raffaella Carrà l’anello mancante tra gli esseri umani e la felicità. Così spontaneamente libera da giudizi e pregiudizi e aperta all’inclusività da aver acceso arcobaleni su schermi ancora tutti in bianco e nero. Così abilmente in equilibrio tra incoscienza e virtù – Tanti auguri docet – da rappresentare perfettamente il valore della medietà, uno dei fondamenti della felicità secondo la “gente più competente”. Insieme alla condivisione, come canta in Chi l’ha detto: «Il segreto è che la luce sono quelli intorno», e qui persino Aristotele applaudirebbe. Ben prima che le Cinquanta sfumature solleticassero i desideri segreti delle donne, Raffa ha gettato i falsi pudori alle ortiche, perché «è bello far l’amore da Trieste in giù». La verità è che in ognuno di noi sonnecchia una Carrà: liberiamola!
See you later again. Guido Nicheli, una vita da cumenda
C’è una maschera della commedia leggera e della televisione italiana. Quella maschera è il cumenda milanese, che per tre decenni ha avuto il look impeccabile, il sorriso rilassato e mai un capello fuori posto di Guido Nicheli, il cumenda per antonomasia per la generazione che ha nella memoria collettiva le icone degli anni Ottanta e Novanta. Ma Guido, scomparso pochi anni fa, non è stato solo il Dogui dei film al cinema e delle serie TV. Amante dei locali notturni e della bella vita, dietro al suo sorriso si nasconde una persona complessa, dall’infanzia nella Milano del Dopoguerra ai mille lavori e lavoretti, come quello di rappresentante di liquori, una scusa per tirar tardi nei locali del cabaret e del jazz. E poi il salto verso il cinema e la TV. Una storia sorprendente, quella di Guido Nicheli e della “sua” Milano, raccontata dagli amici e dai tanti colleghi che l’hanno incrociato, al bancone di un bar come sul set, sempre in pole position. La storia di un grande caratterista che è stato una fetta dell’Italia.
Volevo essere Marlon Brando (ma soprattutto Gigi Baggini)
Oggi Alessandro Haber non se lo ricorda più nessuno o quasi, ma questo straordinario talento del teatro e poi, opportunisticamente, della nevrosi autoreferenziale dell’Italia degli anni Ottanta e Novanta, è stato una delle voci più importanti della prosa e del cinema nostrano. Scritta assieme a Mirko Capozzoli questa autobiografia vuole essere la storia di un mattatore di teatro che ama la bella vita, le belle donne e il palcoscenico. Non ha mai raggiunto quel livello che cercava, ma tutti lo ricordiamo per i mille ruoli che ha interpretato in una carriera lunga più di cinquant’anni, tra cinema, teatro, spettacoli e persino musica. Forse il più grande nevrotico del mondo dello spettacolo italiano.
Fantozzi
Fino all’ultimo ci siamo chiesti se non includere una biografia o la autobiografia di Paolo Villaggio, il comico genovese dalle enormi ambizioni politiche e sociali, che ha voluto essere contemporaneamente maschera e ambiziosissima prima donna, grande artista e “uomo oggetto” dei più grandi registi italiani. Alla fine però quello che il tributo maggiore alla sua vita e alla sua attività professionale è certamente la serie di libri che stanno alla base dei film con il suo personaggio più famoso: Fantozzi.
È un tragico destino, quello del ragionier Fantozzi. “Fantocci” per i colleghi, “Pupazzi” per i superiori, con i quali è servile fino ai limiti dell’autoumiliazione. La sua esistenza miserabile si consuma in una tragica cella della Megaditta, schifato da tutti; oppure a casa inchiodato davanti alla tv. È padrone assoluto del telecomando, talvolta è un’autentica belva umana, ma attraversa la vita come un’ininterrotta serie di sventure, armato delle proprie mutande ascellari e accompagnato da un caravanserraglio di indimenticabili personaggi: la moglie Pina ripugnante e fedele, la signorina Silvani, un “mostrino”, ma a lungo concupita, l’occhialuto Filini, la scimmiesca figlia Mariangela. Il capolavoro di Paolo Villaggio, il libro che ha dato vita al culto del ragionier Fantozzi.
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