Vero che Apple ha proposto una alternativa ai sistemi di pagamento di App Store in Olanda, ma la prima proposta è stata rifiutata e ogni settimana Cupertino paga una multa di 5 milioni di euro per non aver ottemperato alle richieste delle autorità: ora con un balzo Google anticipa Apple iniziando il test con sistemi di pagamento terze parti in Android e Google Play Store, iniziando con un numero ristretto di sviluppatori e app, tra cui spicca la presenza di Spotify.
Più avanti nel corso di quest’anno, gli utenti Android che hanno scaricato l’app Spotify da Google Play Store potranno scegliere se sottoscrivere un abbonamento Spotify Premium pagando con il sistema di Google oppure con la piattaforma di pagamento di Spotify.
«Per la prima volta, queste due opzioni vivranno fianco a fianco nell’app» dichiara la società nel post dell’annuncio. «Questo darà a tutti la libertà di abbonarsi ed effettuare acquisti utilizzando l’opzione di pagamento di loro scelta direttamente nell’app Spotify». Le due società collaboreranno sulla funzione nei prossimi mesi.
Questo test pilota «Contribuirà ad aumentare la nostra comprensione di se e come funziona la fatturazione scelta dall’utente, per utenti in diversi paesi e per sviluppatori di diverse dimensioni e categorie» dichiara Sameer Samat, vicepresidente gestione dei prodotti di Google. Si tratta di una novità fondamentale sotto diversi punti di vista.
Per Google può sembrare una mossa difensiva rispetto alle numerose indagini e proposte di legge antitrust che ormai da anni fioriscono ovunque nel mondo. L’impatto di questo test di Google potrebbe anche segnare un intero cambiamento di settore, quello delle app e dell’economia digitale così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi, fino a coinvolgere Apple e App Store che questo mercato di fatto lo hanno creato e sviluppato al massimo.
Per Spotify si tratta di una importante vittoria: il servizio di streaming è stato tra i primissimi a esprimersi negativamente sui monopoli dei negozi di app richiedendo a gran voce cambiamenti e poi sempre tra i primi a passare all’azione con esposti agli antitrust. Non a caso Spotify è tra i soci fondatori della Colazione per l’equità delle app insieme a Epic Games, organizzazione fondata quando è esploso il caso Fornite.