Chi possiede un iPhone spende mediamente il doppio in abbonamenti su App Store rispetto ai possessori di telefoni Android che si abbonano ai servizi distribuiti tramite Google Play. E’ quanto emerge da una nuova ricerca di Sensor Tower secondo cui la spesa mondiale degli utenti in termini di app mobili ha raggiunto il suo massimo storico nel 2021: in tutto il mondo, le prime cento applicazioni in abbonamento distribuite su App Store che non erano videogiochi hanno generato 13,5 miliardi di dollari, quasi il triplo se confrontati ai 4,8 miliardi di dollari di entrate registrate sul negozio di Google.
In termini di crescita invece è Google Play ad avere la meglio: rispetto al 2020 infatti ha registrato il 78% di entrate in più, mentre la spesa su App Store è cresciuta del 31% (nel 2020 erano 10,3 miliardi di dollari). Google primeggia anche in termini di applicazioni perché la più redditizia è stata YouTube, generando 1,2 miliardi di dollari di entrate in tutto il mondo e di cui 566,5 milioni di dollari soltanto negli Stati Uniti. La seconda app più popolare in questo senso è stata invece Tinder, che è della statunitense IAC/InterActiveCorp.
Il fatto che App Store sia quello che genera più volume rispetto alla piattaforma Android potrebbe essere una ovvia conseguenza del fatto che, come dimostrato da decine di studi, mediamente chi compra un iPhone è un utente facoltoso e quindi maggiormente disposto a spendere non solo per gli accessori ma anche per app e software.
E questo aspetto si riallaccia al rapporto annuale sulle tendenze di permuta pubblicato nei giorni scorsi, dal quale emerge che il valore di un iPhone è circa il doppio rispetto a quello di uno smartphone Android. Si crea così un circolo vizioso: compro un iPhone perché ho maggiore possibilità di recuperare denaro in caso di permuta e perché sono maggiormente disposto a spendere per questi dispositivi, di conseguenza non mi faccio problemi a comprare qualche abbonamento in più per godermelo fino in fondo.
Dal fronte degli abbonamenti è perciò lecito aspettarsi in futuro una crescita sempre maggiore perché è attualmente un settore in rapida ascesa: sempre più utenti infatti visualizzano contenuti premium su piattaforme come HBO Max, Amazon e Netflix, tra le tante, che hanno per l’appunto le proprie app per smartphone e tablet.
Anche piattaforme di social network come Twitter, TikTok e Instagram stanno creando i propri pacchetti in abbonamento per incoraggiare la creazione e il consumo dei contenuti che passano per i loro server, di conseguenza il movimento di denaro generato dai negozi di applicazioni è destinato ad aumentare.
Sia App Store che google Play Store sono da tempo presi di mira dagli antitrust in tutto il mondo: tutti gli articoli di macitynet sull’argomento sono qui.