Spotify ancora di più nell’occhio del ciclone dopo le critiche per avere dato spazio al commentatore no-vax Joe Rogan all’interno deii suoi podcast. L’azienda che ha stipulato un accordo multimilionario per l’esclusiva di Rogan ora si ritrova a perdere artisti ed utenti.
Lo spazio dato dalla piattaforma ai novax, ha nei giorni passati portato Neil Young e altri artisti a chiedere il ritiro della loro musica dalla piattaforma se il servizio di streaming non avesse provveduto a rimuovere il podcast di Joe Roganm, nel quale è possibile ascoltare palese disinformazione sul covid-19.
Il braccio di ferro contro il commentatore no-vax Joe Rogan ha portato alla rimozione dei brani di Neil Young da Spotify, una scelta apprezzata dal capo dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, Edros Adhanom Ghebreyesus, che ha ringraziato l’artista.
«Grazie per aver preso posizione contro tutte le notizie inaccurate e la disinformazione che circola sul Covid», ha scritto il capo dell’OMS spiegando che «il settore pubblico e il privato, soprattutto le piattaforme social, i media e gli individui hanno tutti un ruolo per arrivare alla fine della pandemia».
Il 25 gennaio scorso Neil Young aveva scritto al suo manager e Warner Records, titolare dei diritti della sua musica, ponendo un aut aut: “O Rogan o io”. Spotify ha preferito stare dalla parte del commentatore novax (che vanta una media 11 milioni di ascoltatori a puntata, con un contratto di cento milioni di dollari) e rimuovere la musica di Neil Young dalla piattaforma.
Tra le follie citate da Rogan, i presunti vantaggi dell’ivermectin, farmaco veterinario solitamente usato per eliminare parassiti nei cavalli, bovini e altri animali. Il podcast di Rogan era stato già in precedenza criticato anche per un avere ospitato il controverso virologo Robert Malone secondo il quale gli ospedali americani avrebbero ricevuto «incentivi economici» per diagnosticare false morti da COVID-19; dopo l’episodio in questione, 270 medici ed esperti di salute avevano inviato una lettera di protesta a Spotify indicando il podcast di Rogan un «pericolo per la salute pubblica».
Nel frattempo anche Joni Mitchell ha deciso di cancellare la sua musica da Spotify, una valanga che si sta rivelando sempre più grande e ingestibile per una piattaforma che finora è stata la preminente sul mercato in virtù della sua potenza contrattuale con artisti e musicisti vari.
Il provvedimento ultimo con cui Spotify cerca in qualche modo di rimediare, e ha deciso di riportare un avviso per gli utenti che ascoltano i podcast in questione con link che rimandano a fonti ritenute serie e affidabili, ma non eliminando il podcast che continua a diffondere notizie false e pericolose.