La Casa Bianca e 35 stati americani hanno depositato memorie a sostegno dell’appello antitrust di Epic Games contro Apple. I nuovi protagonisti della vicenda sostengono che il giudice originario ha commesso un errore legale nel decidere come si applica una legge chiave antitrust alla società di Cupertino. Ricordiamo, i termini della questione.
Epic Games ha citato in giudizio Apple per non averle consentito di utilizzare la propria piattaforma di pagamento in luogo dell’App Store, dove Apple trattiene una commissione del 30% da ogni vendita. Il tribunale ha stabilito che Apple deve consentire agli sviluppatori di indirizzare gli utenti di app su piattaforme di pagamento esterne, ma ha concluso che App Store e la Mela non possono essere considerati un monopolio, con la conseguenza di non consentire la presenza di app store alternativi.
Sia Apple che Epic Games hanno presentato ricorso alla decisione. Dal canto suo Epic ha fatto appello alla sentenza nella parte in cui App Store non è stato ritenuto un monopolio, sostenendo che non c’è altro modo per gli sviluppatori di vendere app per iPhone se non tramite lo store digitale Apple.
In questa cornice, Foss Patents riporta che 35 stati degli USA si sono uniti per presentare una memoria a sostegno di Epic, sostenendo che Apple ha effettivamente una posizione di monopolio come venditore di app iOS.
I procuratori generali dello stato (“AG statali”) che supportano Epic sono fondamentalmente quelli che hanno citato in giudizio Google insieme a Epic nel distretto settentrionale della California. Gli stati, guidati dal Beehive State, sono (in ordine alfabetico): Alaska, Arkansas, Colorado, Connecticut, Delaware, DC, Florida, Idaho, Illinois, Indiana, Iowa, Kentucky, Louisiana, Maryland, Massachusetts, Michigan, Minnesota, Montana, Nebraska, Nevada, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, North Dakota, Ohio, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, South Carolina, South Carolina Dakota, Texas, Utah (trasmettitore), Vermont e Washington.
Anche la Casa Bianca ha depositato una memoria separata per gli Stati Uniti d’America dove si afferma che il documento non è “a sostegno di nessuna delle parti”; tuttavia, il contenuto supporta chiaramente la posizione di Epic.
Quello che viene sostenuto nelle memorie amiche ad Epic riguarda lo Sherman Act, composto da due sezioni. La prima sezione afferma che le aziende non possono stipulare accordi tra loro per distorcere la concorrenza, mentre la seconda sezione afferma che una società in posizione dominante non può intraprendere un’azione unilaterale volta a darsi un monopolio.
Il brief federale sostiene che la sezione due dovrebbe applicarsi ad Apple e che il tribunale avrebbe dovuto giudicare le azioni del produttore di iPhone contrarie a questo indirizzo.
Ricordiamo che la causa madre relativa alle commissioni del 30% e ai metodi di pagamento alternativi è quella che vede contrapporti Epic ad Apple. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.