La tecnologia per il tracciamento dei contatti COVID-19 co-sviluppata da Apple e Google nata con l’obiettivo di rendere possibile l’utilizzo della tecnologia Bluetooth per aiutare governi e autorità sanitarie a contenere i contagi nel pieno rispetto della sicurezza e della privacy degli utenti, non è stata di grande aiuto per alleviare il carico sui sistemi ospedalieri in vari Paesi in cui è stata approvata.
Negli Stati Uniti in particolare si è rivelata un flop, non per colpa della tecnologia per il tracciamento dei contatti ma soprattutto per la natura decentralizzata del sistema sanitario USA che consente a ogni stato di decidere in proprio cosa fare con chi riceve una notifica, senza il coordinamento e la supervisione federale. Da quando sono disponibili le tecnologie di contact tracing, venti Stati americani hanno scelto di ignorarle, compresi Stati quali Texas (oltre 28 milioni di abitanti) e Florida (oltre 21 milioni di abitanti).
Anche dove le app di contact tracing sono disponibili (il sistema può essere usato soltanto dalle app ufficiali delle autorità per la salute pubblica), le persone non sempre le usano. Il Washington Post indica l’esempio della California: il sistema è attivo su più di 15 milioni di smartphone, ma solo il 3% di 3,9 milioni di casi positivi individuati sono stati segnalati dal sistema. Di conseguenza, solo in pochi casi gli utenti hanno ricevuto una notifica da esposizione consigliando di mettersi in isolamento per evitare di contagiare altre persone e sottoporsi ai test.
Myoung Cha, un ex ingegnere Apple che ha collaborato allo sviluppo delle API di Apple e Google, in un thread su Twitter evidenzia la resistenza dei governi che volevano utilizzare l’API per raccogliere grandi volumi di dati degli utenti, mentre la tecnologia di notifica dell’esposizione è stata pensata per garantire la massima riservatezza (il sistema delle notifiche di esposizione non raccoglie e non utilizza i dati sulla posizione del dispositivo: usa il Bluetooth per rilevare se ci sono due dispositivi vicini, senza rivelare informazioni sulla loro posizione, l’identità dell’utente inoltre non viene mai condivisa con altri utenti, con Apple o con Google).
Secondo il Washington Post un errore strategico dell’amministrazione Biden è stato concentrarsi troppo sulla campagna di vaccini. La variante Omicron infetta anche le persone completamente vaccinate; in questo contesto, il meccanismo di contact tracing potrebbe essere particolarmente utile ma senza un forte sostegno da parte del governo federale e dei funzionari locali, le app servono a poco e non possono essere sfruttate al massimo delle loro potenzialità.
Nel Regno Unito il sistema di contact tracing è stato sfruttato meglio e ha permesso di salvare migliaia di vite, almeno secondo i dati di una ricerca pubblicata su Nature. L’app usata nel Regno Unito per frenare la pandemia ha salvato migliaia di persone grazie anche a misure cautelative suggerite dall’attività di contact tracing automatizzato. Sono state 1,7 milioni le “exposure notification” inviate a seguito di 560 mila casi di positività segnalati al sistema, e secondo i calcoli di Nature ha permesso di salvare da 4200 a 8700 vite.
In Italia non abbiamo dati sull’app Immuni. Dai dati ufficiali sembra che sia stata scaricata oltre 18 milioni di volte, e che i positivi individuati sono stati 40135 e le notifiche inviate sono 138524. Il nostro governo non sembra averci creduto più di tanto; l’app potrebbe essere ancora uno strumento determinante nella lotta al coronavirus ma il successo di del contact tracing passa per efficaci campagne promozionali a livello nazionale e locali, evitando boicottaggi e scontri vari come accaduto nel nostro Paese.
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