TSMC – la fabbrica che produce semiconduttori per conto di clienti quali Apple – vorrebbe aprire un nuovo stabilimento di produzione in Europa e la fonderia è già in trattativa con il governo tedesco.
Lo riferisce Bloomberg spiegando di avere parlato a margine del technology forum di Taipei con Lora Ho – vice presidente di TSMC responsabile vendite Europa e Asia – e che vari fattori, incluse sovvenzioni statali, richieste di clienti e talenti disponibili in loco, influenzeranno la decisione finale.
La decisione di aprire in nuovo stabilimento nasce nell’ambito di misure previste dall’Unione Europea per affrontare la crisi internazionale del mercato dei semiconduttori, con le aziende nostrane che si trova a dover combattere in un mercato dominato da fabbriche statunitensi e asiatiche, elemento che sta compromettendo ulteriormente la tenuta del tessuto industriale europeo, in particolare il settore automotive la cui componentistica elettronica dipende fortemente da pochi produttori. Nell’ambito del Digital Compass 2030 l’Europa ha previsto l’attuazione di una serie di politiche e finanziamenti alle aziende del settore per ridurre tale dipendenza strategica, dotando l’industria europea di fonderie capaci di sostenere la produzione di attuali e future tecnologie produttive.
La più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo – con sede a Taiwan – ha da qualche tempo cominciato a diversificare la produzione anche negli USA per contribuire a soddisfare la domanda di clienti statunitensi tenendo conto di questioni legate alla sicurezza nazionale e all’autoapprovvigionamento.
In Arizona (Stati Uniti) TSMC sta già costruendo uno stabilimento da 12 miliardi di dollari e in Giappone dovrebbe a breve iniziare la costruzione di un secondo stabilimento da 7 miliardi di dollari. L’obiettivo del cosiddetto European Chips Act, è puntare alla sovranità digitale, investendo nel settore dei semiconduttori per ridurre la dipendenza dai produttori asiatici, con benefici per l’intero settore digitale, sul quale l’Europa investirà oltre 200 miliardi di euro nei prossimi anni.