I nuovi potenti chip di Apple non smorzano l’apparente entusiasmo di Intel. Il CEO dell’azienda ha riferito che il gruppo da lui guidato considera ancora valida e ipotizza persino la possibilità di superare la legge di Moore, lo storico enunciato del co-fondatore di Intel secondo il quale il numero di componenti elettronici (ad esempio i transistor) che formano un chip può raddoppiare ogni due anni, supposizione che ha dato il via alla corsa all’evoluzione dei processori.
L’enunciato è finora più o meno stato rispettato ma da qualche tempo vi è una tendenza generale al rallentamento al punto che molti non ritengono più valida la legge di Moore, con le incisioni limitate dalle leggi della fisica e dai componenti utilizzati che sono prossimi alle dimensioni dell’atomo.
Pat Gelsinger (CEO di Intel) sembra ad ogni modo ottimista e nell’ambito di una conferenza ha dichiarato «La legge di Moore è viva e vegeta […] Oggi prevediamo di mantenere e essere in grado di avanzare più velocemente della legge di Moore nel prossimo decennio […] In qualità di amministratori della legge di Moore, saremo implacabili nel nostro processo di innovazione».
Si tratta di affermazioni a dir poco “audaci”, soprattutto sapendo che Intel non riesce a stare dietro alla concorrenza (TSMC, Samsung); il gruppo sembra ad ogni modo avere grandi ambizioni per il futuro, e sta giocando tutte le sue carte con l’obiettivo di tornare leader di riferimento nel settore entro il 2025 grazie a diversi nuovi processi produttivi.
La multinazionale di Santa Clara si affida in particolare a una tecnica di incisione basata sulla litografia ultravioletta estrema. Su un nuovo modello “RibbonFET“, l”implementazione dell’azienda di un transistor Gate All Around, indicata come la nuova architettura di transistor da quando ha sperimentato le FinFET, nel 2011, e su “PowerVia“, implementazione unica e prima del settore di tecnologia di alimentazione di backside di Intel.
Pochi giorni addietro sono stati presentati i processori Alder Lake di 12a generazione, il cui modello top di gamma per i notebook dovrebbe essere in grado di reggere il confronto con il chip M1 Max di Apple. La famiglia di processori Intel Core di dodicesima generazione è la prima a essere basata sul processo produttivo che l’azienda chiama “Intel 7”, promettendo “prestazioni superiori in ogni segmento di prodotto”.