Sono passati vent’anni dalla nascita di iPod. Sì, quello con la “o”, non con la “a”. Perché vent’anni fa la cosa più importante che è successa nel mondo della tecnologia alla fine del 2001, dopo l’11 settembre, è stata la presentazione da parte di uno Steve Jobs né giovane né malato ma semplicemente molto più maturo di quello che l’iconografia contemporanea ci tramanda, di un apparecchio molto particolare. E che fu ricevuto molto male. Anzi, fu praticamente stroncato.
L’iPod, lo strumento della rinascita di Apple, venne considerato un apparecchio inutile, molto costoso, fatto male, incapace di integrarsi con il mondo Windows. Ci credereste? Nessuno applaudì alla presentazione nel campus di Apple e i giornalisti poi stroncarono la “piccola” creatura con ghiera, schermo e disco rigido da 1.8 capace da 5 GB di contenere migliaia di canzoni Mp3, che invece è stata una rivoluzione sotto tutti i punti di vista.
Qui a Macitynet abbiamo parlato tante volte dell’iPod e del suo creatore Tony Fadell, anche se da tempo non capita praticamente più. Negli anni in cui iPod si è trasformato nel più grande successo mondiale della tecnologia ne abbiamo parlato in continuazione, tutti i giorni più volte al giorno perché, mese dopo mese, anno dopo anno, le novità incalzavano. Quando poi è stato superato da sinistra da parte dell’iPhone prima e dell’iPad dopo, i dispositivi post-PC veri e propri, abbiamo cominciato a parlarne con un’altra velocità.
Dopo un certo punto, prevalentemente quando c’erano gli anniversari. Dopotutto era un apparecchio mono-uso naturalmente sconfitto dall’apparecchi multiuso, cioè il telefono, che ha occupato il suo posto nella tasca e nella borsa della gente. Ma anche in quell’epoca il suo ruolo storico non è mai stato secondario. E tuttora forse non lo sapete ma è ancora in commercio, anche se in una versione molto ridotta. Sembra un vecchio iPhone, un po’ più sottile, con vecchi processori e una linea vintage.
Eppure l’iPod è stato un successo globale, e la seconda grande piattaforma di Apple dopo il Macintosh. Con l’iPod infatti è stato possibile dare un senso alla nascita di iTunes, soprattutto è stato creato un negozio per la vendita della musica, che è esistito solo dopo la lancio di iPod e non prima anche se ce lo dimentichiamo e li vediamo contemporanei (anche l’app store è successivo alla nascita di iPhone, dopotutto), e questo ha permesso la creazione di uno stile di vita digitale di cui il Mac fosse l’hub e l’iPod fosse uno dei satelliti più intelligenti da utilizzare nella vita di tutti giorni.
Con l’iPod Apple si è scoperta un’azienda diversa, capace di innovare ma anche di vendere servizi oltre che prodotto, di trasformarsi in una piattaforma, di competere in arene nuove. Inoltre, l’iPod, che per un decennio è stato adottato ed è diventato il centro delle culture giovanili, ha permesso di dare un passo completamente nuovo ad Apple, non solo svecchiandone l’immagine ma dandole anche credibilità come produttrice di apparecchi alla moda. È l’iPod la base per il successo commerciale di massa di Apple, della sua trasformazione da azienda che fa cose per creativi ad azienda che fa cose belle che funzionano bene e che tutti vogliono acquistare.
Oggi è facile dimenticare il ruolo di iPod, dopotutto come abbiamo scritto sopra si tratta di un dinosauro, di un apparecchio che faceva una cosa sola (due, se si pensa alle ultime versioni con schermo a colori che facevano vedere anche il video) e si dimentica che ad esempio è stata la piattaforma che ha consentito ad Apple non solo di prendere la misura per la progettazione di apparecchi intelligenti da tasca (o da borsa) che poi ha portato all’ìPhone, ma anche di imparare a prendere confidenza con la progettazione dei processori, cosa che ha portato alla creazione di quell’Apple Silicon che adesso è diventato il pane per tutto quello che riguarda la vita dei prodotti di Apple.
Non esistono aggettivi eccessivi, fuori scala, tonitruanti per descrivere l’iPod e il suo ruolo. Quello che è sorprendente è casomai come l’iPod si sia trasformato in una “funzione” e sia collassato dentro l’app Musica che sta nei telefoni, negli iPad, negli Apple Watch, negli HomePod mini e nei Mac di tutti. Perché oggi l’iPod, con un altro nome e completamente digitale, esiste ancora ed è il cuore sintetico fatto di bit della piattaforma Apple. È la musica, il grande amore e la grande intuizione di Steve Jobs che Apple poteva essere qualcosa di più che non un produttore di bei computer che funzionano bene. La trasformazione digitale di Apple è passata da questo e la trasformazione digitale di Apple è anche e soprattutto questo: cambiare la ragione sociale da “Apple Computer Inc.” in “Apple Inc.” che la limitava, e scatenare la sua capacità di sognare, innovare e produrre gli apparecchi migliori al mondo.
Le foto e le didascalie sono tratte dal nostro articolo di 20 anni fa di Fabio M. Zambelli e Settimio Perlini per la presentazione italiana di iPod che trovate su questa pagina.