DJI continua ad aggiornare la sua serie di gimbal, con il nuovo DJI OM5. Si tratta sempre di uno stabilizzatore motorizzato a 3 assi, ma questa volta con alcune sorprese, come un bastone telescopico integrato, che permette nuove tipologie di riprese, soprattutto durante i vlogging di gruppo.
DJI OM5 è davvero compatto da ripiegato. Si tratta di una delle caratteristiche sulle quali DJI ha investito nel tempo. Del resto, è una funzionalità chiave, considerato che spesso si tratta di un accessorio da portare con sé in viaggio. Come già accennato, pieghevole, ma con capacità di allungarsi, con la sua prolunga da 215 mm integrata, per acquisire foto di gruppo o ottenere angolazioni differenti durante la registrazione.
Sull’impugnatura è presente un pulsante ‘M’ per l’accensione, mentre poco sotto è presente il cursore che permette di effettuare lo zoom, senza naturalmente dover toccare lo schermo dello smartphone. Immancabile il joystick sulla parte anteriore del manico, che consente di inclinare o eseguire una panoramica dello smartphone, con il classico pulsante di registrazione per acquisisce foto o video una volta premuto.
Tra le funzioni di questo pulsante anche quello di scattare una sequenza di foto, quando viene premuto per più tempo. Ancora, la pulsantiera di controllo si fregia, sotto il pulsante di registrazione, di un tasto che se, premuto una volta, permette di passare dalla fotocamera anteriore a quella posteriore dello smartphone. Premendo due volte, invece, farà passare il gimbal dall’orientamento orizzontale a quello verticale. Un Ultimo, ma non per importanza il grilletto sulla parte posteriore, che serve a bloccare il gimbal quando viene tenuto premuto, attivare l’Active Track 4.0 quando viene premuto una volta e ricentrare il gimbal quando viene premuto due volte.
Insomma, i tanti tasti presenti sull’impugnatura offrono davvero tante funzionalità, così che sarà consigliabile un tutorial introduttivo, prima di poter padroneggiare al meglio le riprese con questo OM 5.
Il meccanismo che tiene in sede lo smartphone è a morsetto. Questo, però, non è fisso sul gimbal, ma si può sganciare, e rimettere a posto tramite un sistema magnetico. Attenzione, però, non pensiate di poter installare gli iPhone Magsafe senza questo morsetto, che invece risulterà sempre necessario.
Un classico connettore da 1/4″-20 si trova nella parte inferiore e si collega al treppiede incluso, davvero utile per riprese time lapse o hyperlapse per le riprese più fluide possibili. Un secondo foro, questa volta per vite M3-0,5 si trova nella parte superiore, proprio vicino allo smartphone, e consente di collegare un microfono o un altro contrappeso di peso inferiore a 290 grammi. Infine, un ultimo foro si trova nella parte inferiore, e serve per inserire un classico cinturino da polso.
L’OM 5 è leggero e si utilizza in modo davvero agile nel quotidiano, restituendo una buona sensazione durante il suo utilizzo, anche se prolungato. Quello che non ci ha fatto impazzire è il suo sistema di ripiegamento. E’ vero che questo aiuta a mantenere le sue dimensioni compatte, quando non è in utilizzo, ma il processo di apertura e chiusura suona come un po’ confusionario. La sensazione che abbiamo avuto, ad un certo punto, è che lo stessimo spezzando, anziché aprirlo correttamente.
Il supporto magnetico per telefono OM 5, con i suoi lati gommati, è in grado di sostenere facilmente un iPhone di nuova generazione, anche il modello Pro Max, anche se in questo caso si dovrà bilanciare perfettamente il terminale.
Come già accennato, sono davvero tante le funzioni che si possono ottenere dalla pressione dei vari tasti presenti nell’impugnatura, e abituarsi alle modalità di scatto richiede alcuni tentativi e, a volte, errori.
Tra le caratteristiche importanti del gimbal la tecnologia ActiveTrack 4.0 di DJI, che permette di tracciare un soggetto e bloccarlo al centro dell’inquadratura, così da seguirlo in automatico. Ci siamo trovati veramente bene, risultando molto efficace, segnale evidente che DJI ha perfezionato questa tecnologia sui droni da diversi anni. Abbiamo tentato di mettere in difficoltà l’active track di questo OM5 facendogli seguire un micro drone, ma non ci siamo riusciti, come mostra il video che segue.
Questa funzionalità ActiveTrack 4.0 permetterà, ad esempio, di tracciare e seguire il proprio animale domestico, per filmarlo al meglio, anche quando non ha intenzione di star fermo.
Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla capacità di stabilizzare le immagini, questa volta più che nelle passate versioni del gimbal. Con iPhone, naturalmente, il prodotto da il meglio di sé, come accadeva anche con i passati modelli, ma è con alcuni smartphone Android che abbiamo apprezzato davvero la forza stabilizzante. In passato, alcuni smartphone Android di fascia media sembravano non gradire troppo le correzioni operate dal gimbal, mentre questa volta ci siamo trovati bene anche con smartphone Android di fascia media, con registrazioni ben stabilizzate. Attenzione però: per il corretto funzionamento il consiglio è quello di scaricare l’app DJI Mimo tramite APK direttamente sul sito ufficiale DJI, perché la versione presente sul Google Play Store non sembra connettersi a molti smartphone. Nel nostro caso, infatti, non riuscivamo ad effettuare il pairing con smartphone di diversi brand usando l’app sul Play Store.
L’OM 5 utilizza l’app per smartphone Mimo di DJI, che è piena di tutorial che spiegano come utilizzare e ottenere il massimo da ogni funzione. Conviene davvero prestare attenzione, altrimenti il rischio è di trovarsi tra le mani un’app ricca di funzionalità, ma che non si riesce a sfruttare.
Sul lato destro dell’app, ad esempio, è presente una nuova funzione DJI chiamata ShotGuides. Riconosce l’ambiente in cui ci ci trova e consiglia automaticamente una sequenza di inquadrature. ShotGuides riconosce l’ambiente o l’attività che si sta filmando e consiglia una sequenza di riprese, oltre che consigliare come impugnare o tenere il gimbal.
Sul lato destro dell’app, o in basso, a seconda dell’orientamento dello smartphone, si trovano invece le modalità di scatto fotografia e videografia, quali:
- Hyperlapse: riprende una sequenza hyperlapse spostando il telefono;
- Timelapse: ci sono quattro modi per registrarlo tra fisso, in sequenza, da destra a sinistra o viceversa. C’è anche un movimento personalizzato per selezionare fino a quattro posizioni per la manovra del gimbal.
- DynamicZoom: simula un effetto dolly, come se lo smartphone si trovasse su un carrello;
- Slow Motion: registra video al rallentatore 4X o 8X.
- Video: registra video normali.
- Foto: cattura immagini normali. Tenendo premuto il pulsante si attiva la modalità burst.
- Panoramica: cattura 3×3, 240° o CloneMe. Quest’ultimo crea un’immagine in cui lo stesso soggetto appare in più punti della stessa foto.
- Storia: fornisce una moltitudine di modelli, guide e angoli automatizzati. Dopo che ogni clip viene stata registrata, l’app la monterà per una storia da condividere immediatamente
Conclusione
Abituarsi all’OM 5 richiede un po’ di pratica, con una curva di apprendimento media. Tuttavia, dopo aver appreso come usarlo correttamente, questo gimbal a 3 assi vi ripagherà del tempo e dei soldi spesi.
Ci è piaciuto il design compatto e leggero, anche se il meccanismo per aprire il gimbal inizialmente risulta confusionario. Ci è piaciuta la presenza del treppiede in confezione, così come i numerosi tutorial presenti all’interno dell’app Mimo. Ci ha convinto l’autonomia, che consente fino a 6 ore di utilizzo, con una ricarica rapida in circa un’ora e mezza.
Piacevole anche la presenza del bastone allungabile, che da un lato ci riporta indietro nel tempo, ai tempi della moda dei selfie stick. Anche il prezzo è contenuto, risultando davvero un punto di riferimento nel settore.
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