Quando Apple ha introdotto prima Keynote (usato da Steve Jobs per i suoi keynote, appunto) e poi Pages e quindi Numbers, cioè elaboratore di testi dalle spiccate capacità di impaginazione e foglio di calcolo con bella chiarezza e resa grafica, a questo vecchio cronista è venuta in mente una cosa: con il pacchetto di produttività iWork Apple stava cercando una strada diversa da quella di Office di Microsoft.
Apple ha sempre avuto una sua suite per la produttività: si chiamava AppleWorks ed era vecchia più o meno come Office di Microsoft, di cui molte delle componenti sono nate prima in ambiente Macintosh e poi sono state trasferite sulla nascente piattaforma Windows nei primi anni Novanta.
Ma all’inizio del nuovo millennio l’idea di svincolarsi finalmente dai formati proprietari di Office era cavalcata soprattutto dal mondo open source (con l’aiuto di Sun Microsystems e poi di Oracle) che lavorava al consolidamento di OpenOffice e altre soluzioni che sono sostanzialmente la brutta copia di Office. Stessa logica, stesse metafore, risultati simili.
La ventata di aria fresca di Apple è stata quella di prendere delle decisioni fortemente autoriali su cosa fosse importante e cosa no in un software per la produttività personale. Keynote è totalmente visivo, veloce, leggero e molto ben organizzato per transizioni e gestioni di immagini, mentre le tabelle noiose si fanno peggio e più laboriosamente, a differenza di PowerPoint.
Numbers è una gioia per chi ha poco tempo da dedicare ai numeri ma vuole avere risultati graficamente piacevoli, pur con molte mancanze (le tabelle pivot, per dirne una). E Pages è praticamente un piccolo impaginatore, facile e scorrevole, più che uno strumento di scrittura afflitto da sindrome di onnipotenza come è il colossale Word.
Seguendo questa filosofia si può leggere tutta la storia di iWork di Apple, delle sue evoluzioni negli anni, della trasformazione delle tre app in servizi cloud (ci sono e vanno veramente molto bene anche su PC) e soprattutto mobile per iPhone e iPad. Chi scrive ormai da anni usa Numbers e soprattutto Keynote in modalità ibrida: si preparano le cose più complesse sul Mac e poi si va avanti sull’iPad o addirittura sull’iPhone. Spesso, facendo ore e ore di formazione, iPad mini è stato lo strumento perfetto per fare tutto quel che serve a gestire un’aula.
Arriviamo rapidamente a noi: Apple ha continuato a innovare e aggiornare la suite iWork anche negli ultimissimi anni, ma con le novità appena presentate con un aggiornamento quasi silenzioso ha praticamente detto una cosa in più. Cioè che l’azienda adesso vuole fortemente vivere il mondo presente, in cui il lavoro e la collaborazione sono profondamente cambiati ed evoluti per via della pandemia e per via del cambiamento di paradigma.
I concorrenti sono soprattutto gli utenti più giovani che vivono di app e vivono di Google Docs, Fogli, Presentazioni e Moduli. La risposta di Apple in iWork? Dare leggerezza, enfasi sulla creatività, sulla possibilità di collaborare a distanza in modo fluido e sulla possibilità di usare iPhone e iPad alla pari se non meglio del Mac.
Le novità sono numerose per tutti e tre i programmi che sono stati aggiornati nelle scorse ore. Keynote guadagna nuove possibilità di fare presentazioni più personali, coinvolgenti e collaborative usando la fotocamera frontale di iPhone, iPad e Mac. Si può aggiungere video live direttamente alle presentazioni e apparire insieme al contenuto sulla diapositiva: una funzione ideale per le lezioni, i video tutorial e le presentazioni a distanza con app per videoconferenze.
I video live si comportano come gli altri oggetti, quindi è possibile ridimensionarli o applicare stili con maschere, cornici, ombre e riflessi per un risultato più elegante. Su Mac, è possibile collegare varie fotocamere esterne per migliorare ulteriormente l’esperienza dei video live, e anche mostrare sulla diapositiva lo schermo di un iPhone o iPad collegato per dimostrazioni interattive in diretta.
C’è la nuova opzione multi-presentatore, che permette di lavorare con facilità a una presentazione condivisa dal proprio iPhone, iPad o Mac. Nella stessa stanza o da remoto, è possibile far avanzare le diapositive a turno: quando una persona termina la propria parte, può restituire il controllo all’host o passarlo a un’altra persona per continuare la presentazione di gruppo senza interruzioni.
Le novità di Pages riguardano anche e soprattutto la parte mobile: i documenti Pages soprattutto su iPhone sono spesso “più grandi dello schermo” e difficili da leggere. Adesso Pages migliora la lettura e la modifica da dispositivo mobile con “Vista schermo” che mostra automaticamente testo, immagini e altri elementi in un flusso continuo a singola colonna ottimizzato per il display di iPhone.
Il testo è ingrandito per facilitare la lettura, foto e disegni si adattano alle dimensioni del display, ed è possibile scorrere le tabelle in orizzontale. “Vista schermo” è disponibile per tutti i documenti di elaborazione testi e non richiede configurazioni aggiuntive. Quando questa funzione è abilitata, l’utente ha comunque accesso a tutti gli strumenti di modifica di Pages. È anche possibile disattivare “Vista schermo” in qualsiasi momento per vedere il layout di pagina prima di stampare o pubblicare il documento.
Numbers fa una piccola rivoluzione e non solo acquista finalmente la funzione delle tabelle pivot (che gli utenti esperti di Excel conoscono molto bene e usano) ma le rende anche usabili su iPhone e iPad, cioè i dispositivi mobili, a differenza di quello che si può fare con Office. Con le tabelle pivot è possibile riepilogare, raggruppare e riordinare velocemente i dati per individuare e analizzare modelli e tendenze.
Creare una tabella pivot in Numbers è semplice: basta selezionare i dati da includere, scegliere come raggrupparli e riepilogarli, e accedere alle altre opzioni di visualizzazione nella barra laterale. La tabella pivot che ne deriva ha un layout chiaro che la rende facilmente leggibile e interpretabile per l’utente. L’utente può visualizzare le tabelle pivot con utili grafici, condividere i dati pivot con altre persone mantenendo privati i dati sorgente, e perfino importare o esportare le tabelle pivot in Microsoft Excel.
Numbers come detto è la prima app a permettere di sfruttare appieno le tabelle pivot su dispositivo mobile, con lo stesso set di funzioni su iPhone, iPad e Mac, consentendo all’utente di lavorare con questo potente strumento di analisi dei dati ovunque si trovi.
Su Numbers arrivano anche i grafici a Radar, già presenti su Excel: sono un tipo di grafico che permette di confrontare visivamente variabili multiple mostrando le somiglianze come aree sovrapposte, in modo da individuare a colpo d’occhio differenze e scostamenti. E i nuovi filtri consentono di trovare voci duplicate e valori univoci nei dati, o di visualizzare o nascondere le righe che corrispondono a un valore specifico.
Apple inoltre ha fatto in modo che Keynote, Pages e Numbers che compongono iWork supportino anche le nuove funzioni per la traduzione introdotte con iOS 15, iPadOS 15 e macOS Monterey (che deve essere ancora rilasciato in versione definitiva). L’utente in questo caso può selezionare il testo e vedere rapidamente la traduzione, sentirne la pronuncia e sostituire all’istante la selezione con il testo tradotto. Tutte le immagini di questo articolo sono di Apple.