La Commissione europea ha accolto con favore l’accordo globale approvato dai ministri delle Finanze del G20 e dai governatori delle banche centrali, volto a promuovere l’equità e la stabilità del quadro internazionale in materia di imposta sulle società. Tale consenso dovrebbe servire da apripista per una riforma completa del regime internazionale di tassazione delle imprese. Questo comprenderà una ripartizione dei diritti impositivi, il che significa che le maggiori imprese del mondo dovranno pagare le tasse nel luogo dove svolgono le loro attività. Allo stesso tempo un’aliquota fiscale globale reale minima del 15 % contribuirà a ridurre la pianificazione fiscale aggressiva e ad arrestare la corsa al ribasso della tassazione delle imprese.
Se messa in pratica, la riforma dovrebbe impedire ad aziende come Amazon e Facebook, di spostare profitti in giurisdizioni a bassa tassazione quali l’Irlanda o le Isole Vergini britanniche per eludere il fisco.
Paolo Gentiloni, Commissario europeo responsabile per l’Economia, ha dichiarato che si tratta di “un passo deciso, che solo qualche mese fa pochi avrebbero ritenuto possibile”, spiegando che si tratta di “una vittoria per l’equità fiscale, per la giustizia sociale e per il sistema multilaterale”. Il lavoro non è ad ogni modo finito e si ha tempo fino a ottobre per finalizzare l’accordo. Gentiloni ha riferito di essere “ottimista”, sicuro che si riuscirà a raggiungere il consenso fra tutti gli Stati membri dell’Unione europea su questa questione cruciale.
L’obiettivo è di adeguare le norme internazionali alle modalità di distribuzione degli utili delle imprese fra i paesi, per tener conto della natura mutevole dei modelli aziendali, compresa la capacità delle imprese di operare senza una presenza fisica. Nell’ambito delle nuove norme, una quota dei profitti in eccesso delle imprese multinazionali più grandi e redditizie sarebbe redistribuita nelle giurisdizioni di mercato, dove sono ubicati i consumatori e gli utilizzatori.
Sarà inoltre necessario garantire che ogni anno le imprese multinazionali siano soggette a un livello reale minimo di imposizione su tutti i profitti. Questo sarà fissato a un’aliquota almeno del 15 % e si applicherebbe a tutti i gruppi multinazionali che realizzano almeno 750 milioni € di entrate finanziarie combinate. I dettagli tecnici dell’accordo saranno negoziati nei prossimi mesi.