Negli USA, ad Apple potrebbe essere impedito di preinstallare di serie sue app sull’iPhone. È quanto indicato in una proposta normativa antitrust. A riferirlo è Bloomberg spiegando che il deputato David Cicilline ha confermato l’idea del “divieto di autoreferenzialità” parlando con alcuni giornalisti.
L’idea non è nuova e simili iniziative sono state attivate in altre nazioni. In Russia, ad esempio, Apple deve suggerire all’utente l’installazione di alcune app approvate dal governo, in conformità a quanto previsto da una nuova legge dal Ministero per gli Affari Digitali.
“Deve essere altrettanto facile il download di app diverse di quelle Apple, in modo che questa non sfrutti la sua posizione dominante sul mercato per favorire suoi prodotti e servizi”, ha spiegato il democratico del Rhode Island.
La proposta è parte di un pacchetto di disegni di legge bipartisan che mirano a imporre considerevoli vincoli alle modalità con le quali operano i big dell’IT, limitando le possibilità acquisizioni allo scopo di fare uscire dal mercato possibili competitor.
Il Congresso USA ha recentemente predisposto cinque provvedimenti che puntano a contenere il potere delle big tech. Due dei provvedimenti mirano a obbligare i big del settore a procedere a una separazione delle proprie attività, mentre una diversa misura intende impedire che una piattaforma possa favorire i propri prodotti, prevedendo una multa fino al 30% del fatturato in caso di violazione. «È chiaro che questi giganti tecnologici non regolamentati sono diventati troppo grandi per preoccuparsi e troppo potenti per mettere le persone al di sopra dei profitti», ha detto Pramila Jayapal, la rappresentante democratica che ha sponsorizzato una delle misure insieme al collega repubblicano Lance Gooden.