Sonos, l’azienda statunitense che sviluppa e produce sistemi di altoparlanti attivi e componenti hi-fi che sono collegati in rete tramite cavo o WLAN e che di recente ha presentato un nuovo speaker insieme ad IKEA, ha partecipato ad un’audizione antitrust in merito alla smart home, e il capo dell’ufficio legale dell’azienda, Eddie Lazarus, ha indicato varie lamentele sul mercato in questione, sottolineando il predominio di aziende quali Amazon, Google e Apple.
Tra le rimostranze di cui si è fatto portavoce Lazarus presso la Commissione che si occupa di politiche della concorrenza, Antitrust e diritti dei consumatori, le modalità con le quali Apple ha implementato Siri per l’accesso di terze parti.
Nell’ambito della WWDC21, Apple ha annunciato che chi crea accessori HomeKit potrà integrare la funzione “Ehi Siri” nei propri prodotti, così l’utente potrà chiedere e ricevere risposta da Siri anche su dispositivi di terze parti. Gli accessori compatibili con il comando “Ehi Siri” inoltreranno le richieste attraverso HomePod o HomePod mini e supporteranno funzioni quali Personal Requests, Interfono, timer e sveglie.
Sarà dunque necessario disporre di un dispositivo Apple come hub centrale, spiega Lazarus. “Apple concederà la possibilità di usare Siri solo alle aziende che usano l’HomePod come un hub centrale, quindi Apple condiziona l’interoperabilità con Siri inserendo un proprio prodotto accanto a quello della concorrenza”.
Lazarus ha riferito ancora che Google, Apple e altre aziende stanno lavorando sull’interoperabilità con iniziative quali lo standard Matter, ma dubita sul fatto che questo elemento offrirà scelte per i consumatori o favorirà una genuina interoperabilità tra le diverse piattaforme per la smart home, avvisando inoltre che, giacché Apple e Google controllano lo standard, hanno altresì il controllo sul “ritmo delle innovazioni”.
Non mancano lamentele nei confronti di Google e Amazon, aziende che secondo Lazarus imitano prodotti concorrenti e li vendono a prezzi agevolati con modalità con cui Sonos e altri produttori di smart speaker non potranno mai competere.
Amazon e Google controllano ora l’85% del mercato degli smart speaker USA, ha spiegato Lazarus, riferendo che non è un bene ai fini dell’innovazione perché le dinamiche di vendita di queste aziende impediscono alle aziende concorrenti di creare prodotti innovativi da vendere in perdita e i consumatori sono quelli danneggiati. La vendita di prodotti sottocosto porterà a suo modo di vedere a effetti anticoncorrenziali e al futuro aumento dei prezzi di prodotti e servizi man mano che i concorrenti saranno eliminati.