Chi, in ottica professionale, sta cercando una unità in grado di soddisfare esigenze di spazio, velocità ma anche di poter gestire con versatilità dei dischi interni sceglie difficilmente per un prodotto preconfezionato: Terra Master con questo TD2 Thunderbolt 3 Plus cerca di dare una risposta concreta ad una esigenza tutt’altro che di nicchia.
L’abbiamo provata per diversi giorni in produzione, e questo è il risultato.
Se vi piace, chiamatemi DAS
Prima di iniziare la recensione vera e propria facciamo chiarezza: il Terra Master TD2 Thunderbolt 3 Plus non è un NAS, come alcuni possono pensare data la forte somiglianza estetica, con altri modelli come il Terra Master F2-422 o il Terra Master F2-210 oppure, per certi versi, anche al F4-220 anche se qui si tratta di un 4 bay.
Il device in questione non è un apparecchio di rete (anche se come vedremo ha una porta Ethernet), quindi non un NAS (Network Attached Storage) ma quello che in gergo tecnico si chiama DAS (Direct Attached Storage), un apparecchio di archiviazione che ha anche altre opzioni.
In questo caso infatti il Terra Master TD2 Thunderbolt 3 Plus è più vicino all’idea del D5 Thunderbolt 3, di cui ne è per certi versi l’erede, perchè oltre alla capacità di ospitare due dischi, funziona anche come HUB per dati, rete, alimentazione e video, tutto in uno.
Il settore qui è tipicamente professionale, prosumer al limite, ma sicuramente per utenti che hanno alte esigenze di velocità e una mole di dati pesante (come ad esempio chi lavora con il video, o in genere con chi opera con file molto grossi).
Archiviazione e HUB, tutto in uno
TD2 Thunderbolt 3 Plus arriva in una scatola di cartone anonima, alla quale siamo abituati perché di prodotti di Terra Master ne abbiamo provati diversi.
Dentro la scatola, però, c’è davvero tutto il necessario per iniziare: oltre all’unità, trovano posto due set di viti e gommini per l’aggancio dei dischi (con qualche vite e gommino che avanza, molto apprezzato), un utilissimo cacciavite a croce, uno spillo per definire il set Raid, le etichette adesive, un cavo Thunderbolt 3 e l’alimentatore.
Il case è un mattoncino realizzato in plastica satinata, con inciso il marchio nelle superfici laterali. Frontalmente trovano posto le due slitte, a vista, il pulsante d’accensione e i LED di funzionamento.
La parte posteriore invece è più interessante: oltre alla ventola principale, trovano posto il connettore per l’alimentazione, due porte USB-A 3.0/3.1, una presa Gigabit Ethernet, un connettore Mini Display Port e due porte Thunderbolt 3. Una delle caratteristiche più interessanti di questo device infatti è che oltre ad essere un disco Thunderbolt 3, fa anche da HUB per altri dischi Thunderbolt, USB-C o USB-A, può gestire un ingresso di rete RJ-45 e un monitor esterno Mini display Port.
Questo significa, sostanzialmente, che per chi ha un MacBook o MacBook Pro, può collegarsi via Thunderbolt 3 al TD2 Thunderbolt 3 Plus e attivare così mouse, tastiera, ricevere la connessione di rete cablata, connettersi con sino a cinque unità T3 in cascata, utilizzare uno o due display esterni e alimentare il computer nel frattempo (la potenza erogata è sino a 60W, quindi perfetta per tutti i portatili sino a 13″, o mantenere in vita quelli sino a 15-16″).
Portatile, ma non troppo
Caratteristica estetica principale di questo modello è quello di avere una maniglia nella parte superiore, che svolge diversi compiti. Il device per propria natura non è portatile, però nelle scrivanie può succedere che serve spostare il disco per accedere ai controlli sul retro o per altri device, e la maniglia è comoda, inoltre impedisce l’appoggio di altri dischi, per i quali magari il case non è supportato.
Per il collegamento dei dischi ci abbiamo messo pochi minuti: una volta inseriti (abbiamo provato varie soluzioni) è bastato selezionare il livello di RAID grazie al selettore hardware posteriore e la pressione del tasto Reset per avere l’unità subito pronta per essere formattata in modo corretto.
Avendo solo due unità interne, i Livelli di RAID sono solo 0 e 1, in aggiunta alla possibilità di usare le unità singole, sia SSD da 2,5″ che unità meccaniche da 3,5″.
Plus is meglio che One
Per questo test abbiamo usato inizialmente le nuove unità dischi WD RED Plus, per le quali vale la pena spendere qualche parola. Le unità RED Plus sono tecnicamente identiche alle “vecchie” unità RED, con però la certezza dell’utilizzo di dischi CMR (Conventional Magnetic Recording) al loro interno.
Nelle unità WD RED invece, l’uso di questi dischi si alterna a quello di unità SMR (Shingled Magnetic Recording), che statisticamente sono più problematici se usati in modalità RAID su grandi unità NAS, cosa che invece non succede con le unità WD RED Plus.
Western Digital a questo punto consiglia l’uso di unità WD RED Plus per Server e NAS sino a 8 slot, mentre per sistemi sino a 24 slot meglio optare per i più capaci e e veloci WD RED Pro, mentre per cluster di livello Enterprise la società opta per l’uso di dischi WD GOLD.
Nella nostra prova abbiamo iniziato con un RAID 0 per andare poi per un RAID 1, sino all’uso con dischi singoli, che ha offerto prestazioni molto simili al RAID 1 (ma con meno sicurezza).
L’uso con unità SSD come SanDisk SSD Plus ha ovviamente offerto la soluzione migliore sia in termini di velocità che di silenziosità (con due unità SSD la ventola posteriore non si accende mai) ma ovviamente offre anche costi superiori e forti limitazioni in termini di capacità.
Nel quotidiano
Abbiamo usato l’unità TD2 Thunderbolt 3 Plus come unità principale per la gestione dei file nella nostra postazione ibrida: mouse, tastiera e video dirottati da un Sabrent Switch KVM USB Tipo C nella presa T3 di uscita (nella fattispecie, un Razer DeathAdder V2 Pro, una Apple Magic Keyboard e un display LG 27UL850), mentre abbiamo usato le prese USB per due unità esterne come l’SSD portatile SanDisk Extreme V2 per i dischi virtuali con Parallels Desktop 16 e un disco WD_Black P50 per il backup (da portare in giro), tutto comandato da un Mac mini 2018.
Con due dischi meccanici WD RED Plus l’unità si è dimostrata molto capace e abbastanza veloce per tutte le velleità di produzione, specie quando in RAID 0 (livello che abbiamo usato data la presenza di backup frequenti) anche se un po’ rumorosa. O meglio, non proprio rumorosa, ma il sibilo della ventola è percepibile.
L’unità offre finezze molto interessanti, che seppur non necessarie non guastano affatto durante il lavoro: TD2 Thunderbolt 3 Plus va in stop da sola quando spegniamo o mettiamo il stop il Mac (senza driver aggiuntivi, l’affinità con macOS è molto buona nitidamente) e allo stesso modo si riattiva con esso. Il pulsante di spegnimento presente nella parte frontale non serve nel quotidiano, ma è utile quando vogliamo togliere effettivamente l’alimentazione dal device.
Qui avevamo a disposizione un solo display, che il device ha pilotato a 4K a 60 Hz, ma fossero stati due sarebbe stato lo stesso, oppure poteva arrivare anche ad un solo display a 8K.
Abbiamo anche fatto le prove con un MacBook Pro 13″ e la parte HUB del TD2 Thunderbolt 3 Plus ha proiettato display, tastiera, mouse, dischi e anche la rete al piccolo computer portatile in un attimo, alimentandolo.
Unico difetto come dicevamo l’unità si è dimostrata un po’ rumorosa con i dischi meccanici: un piccolo sibilo in background, dato probabilmente dalla ventola che sosta al minimo e che, per chi fa smart working, può farsi sentire. La ventola è sparita quando abbiamo provato due unità SSD da 2,5″, che ovviamente richiedono molto meno raffreddamento.
Considerazioni
Nonostante il design non sia proprio il massimo per innovazione, è innegabile che il TD2 Thunderbolt 3 Plus sia un prodotto davvero importante e che farà felice qualsiasi professionista.
La gestione elastica di due dischi (meccanici o SSD) e la possibilità di funzionare come HUB Thunderbolt 3 per moltissimi altri dispositivi lo rende un prodotto essenziale che fa da punto di riferimento nella scrivania, e che, volendo, può catalizzare molti (se non tutti) i cavi presenti in un solo e comodo cavo Thunderbolt 3.
Si fa sentire con un sibilo di sottofondo quando sono presenti due unità meccaniche, ma per chi lavora è un “difetto di pronuncia” davvero insignificante. Il prezzo, a nostro avviso e considerata la concorrenza, non è affatto alto e anzi, allineato al ribasso con le opzioni alternative.
Pro:
• Eccellente unità per archiviazione in RAID
• L’HUB integrato è comodissimo
• Ottimo per integrare le porte del computer
• Prezzo interessante (per una unità T3)
Contro:
• Un po’ rumorosa con due unità da 3,5″
Prezzo:
• 329,99 Euro TD2 Thunderbolt 3 Plus
Nella recensione abbiamo usato anche
• 60,98 Euro WD RED Plus da 1TB
• 239,90 Euro WD RED Plus da 8TB
• 440,70 Euro WD RED Plus da 12TB
• 127,44 Euro SanDisk SSD Ultra 3D da 1TB
• 459,51 Euro SanDisk SSD Ultra 3D da 4TB
Terra Master TD2 Thunderbolt 3 Plus è disponibile dal sito web della casa madre oppure lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it.