Si chiama Polaroid Go. È piccola, carina, insolente. L’apparecchio è venduto in tutti i colori che volete basta che sia il bianco, e costa 119,99 euro mentre le pellicole si comprano a parte, pacchi doppi da 8+8 esposizioni a colori, 640 ISO per 19 euro.
È l’ultima nata in casa Polaroid, la rinata azienda questa volta Made in The Netherlands che ha iniziato producendo pellicole equivalenti ed è passata a ricondizionare vecchie macchine e poi a produrre le sue. Polaroid Go scompare in borsa (o borsetta), produce immagini in un suo formato (4,7 cm per 4,6) che è circa la metà del frame tradizionale di Polaroid, ed ha particolarità rispetto al passato (ma non alle attuali Polaroid). Ad esempio, va caricata via micro-USB: nella scatola c’è anche il caricabatterie, avremmo preferito una USB-C però.
I comandi sono estremamente semplici. La macchina si carica da sotto, gli scatti si fanno con il pulsante rosso. L’indicatore numerico dice quanti scatti restano, il puntino se il flash è attivo e l’altro pulsante serve a comandare flash e doppia esposizione. Tutto molto semplice e minimal, come l’obiettivo che ha una sola focale da 34mm equivalenti, ma ha una profondità di campo enorme: mette tutto a fuoco e non è un campione di luminosità.
Al minimo chiude a f/56 (l’apertura massima è f/12) mentre la singola lente richiede flash sempre a parte che all’esterno in giornate di gran sole o con lampade potenti se al coperto. Non è un apparecchio da ritratto ravvicinato: mette a fuoco da 40 cm in là e l’otturatore va da 1/125 a 34 secondi in automatico. Dimensioni mignon: 105 x 83.9 x 61.5 mm.
Però lasciate che il vecchio cronista spieghi due cose. E per farlo prenda a prestito l’eccezionale “giornata normale”. Pandemia contenuta, regioni in giallo, si può andare al corner Polaroid al piano -1 della Rinascente di Milano a vedere e toccare con mano. Si può uscire, girare, fare. C’è quasi un certo stupore per questo, quasi una meraviglia.
A Milano poi, in particolare, piove serrato da ieri sera. La giornata è così: materiale, fisica, bagnata. Altro che foto immacolate su Instagram, altro che passaggi alati nei mondi virtuali, nelle videochat pettinate, sugli sfondi dei desktop artificiali. Entra, anzi ritorna il mondo vero e con lui torna lo sporco, la pioggia, la materia, anche il fuori fuoco, lo svaporato.
È come se l’olandese Polaroid e l’italiana Nital che la distribuisce in esclusiva avessero scelto casualmente la giornata perfetta. La peggiore giornata perfetta. La migliore giornata peggiore. Quella in cui è possibile ritrovare il piacere del pezzo unico, della pellicola a sviluppo rapido. Che si può toccare, manipolare, riempire o svuotare di altra materia.
Polaroid Go gioca certamente sull’effetto nostalgia, sul piacere si ritrovare un oggetto che per molti però potrebbe essere una mezza delusione. La fotografia con il telefonino è più facile, costa infinitamente meno, è modificabile con maggiore plasticità. Però a saper guidare una Polaroid. A saper capire i suoi vezzi e i suoi trucchi.
A saper giocare con la varichina. A saper caldare la pellicola e poi sciacquarla per salvare il positivo o fissarne il negativo. A saperlo fare, è una piccola bomba. Materiale, imprecisa, imperfetta, sicuramente bizzosa, per questo sempre bellissima. Per fare una buona foto ci vuole anche il fato, la sorte, la fortuna. Un incidente di materia vera. Cosa chiedere di più al mondo dopo la pandemia?
Polaroid Go: prezzo e disponibilità
Polaroid Go è disponibile in esclusiva presso gli store Rinascente fino al 5 giugno e, dal 6 giugno, presso i principali rivenditori italiani con prezzo al pubblico di 119,99 euro.