A vederlo sembra un caricatore per una mitragliatrice, eppure JBL Go 3 è uno speaker che si fa valere in qualsiasi situazione. Capace da solo di riempire una stanza, negli anni ha perso qualche funzione ma ne ha guadagnato in stile e potenza.
Subito operativo
JBL Go 3 è arrivato in una piccola confezione trasparente, dove il piccolo diffusore già si mostra in forma e colore (ce ne sono otto) prima di aprirla. Dentro, il cavo di ricarica USB-C/USB-A e un piccolo depliant illustrativo, non serve molto per essere operativi.
La forma è davvero compatta, 87,5 × 75 mm per 41,3 mm di spessore, in una forma che pesa appena 210 grammi. Il design è molto diverso dal modello che avevamo provato qualche anno fa (e che si trova ancora online): la forma è adesso tutta smussata e con un rivestimento in una maglia di plastica dura, tranne per i due lati esterni che offrono una gomma vellutata.
In uno di questi lati trova posto il connettore USB-C per l’alimentazione e il gancio in corda morbida, mentre nell’altro il pulsante d’accensione, quello per il pairing Bluetooth e un LED che indica il funzionamento.
Nella parte sopra trovano posto i comandi di riproduzione (Play, Stop, Prossimo brano e controllo dell’audio), in gomma in rilievo mentre nella parte sotto la stessa gomma offre un appoggio sicuro (il diffusore può essere usato in piedo o disteso).
Non che JBL Go 3 abbia paura della cadute: oltre alla certificazione IP67 che ne permette l’uso sulla sabbia, nel terreno e su zone dove c’è un flusso d’acqua (ma teoricamente non sommerso), durante le prove abbiamo anche assistito alla accidentale caduta da un paio di metri, che non ha affatto irritato il piccolo speaker che ha continuato a funzionare come prima.
(Non) come prima, più di prima
JBL Go 3 offre un design molto diverso dalla prima e dalla seconda versione, ma non è solo questo ad essere cambiato. Lo speaker è proprio un prodotto molto diverso rispetto al passato, con un guadagno netto in qualità e forma, ma anche con delle funzioni che hanno lasciato il passo.
La prima versione che abbiamo recensito faceva anche da vivavoce, funzione che adesso invece è sparita lasciando il posto a uno speaker che funziona solo come tale e solo in Bluetooth, dato che manca anche l’ingresso jack analogico.
Non è una perdita grave, sia chiaro, sono funzioni davvero di nicchia rispetto ad una tecnologia qui molto più efficace nella funzione principale, la riproduzione musicale.
Come suona
Dato che non ci sono App di supporto o funzioni ausiliarie, l’abbinamento con uno smartphone è questione di un paio di clic, grazie anche al chip Bluetooth 5.1 che funziona molto bene.
La potenza di 4,2 W RMS è, come dicevamo, sufficiente per riempire una stanza del suono: la risposta in frequenza di 110 Hz – 20 kHz è ben diversa da quella del primo modello e qui suona molto meglio, con una decisa attenzione ai bassi che sono più corposi, per quanto ovviamente un diffusore di queste dimensioni possa fare.
Abbiamo provato JBL Go 3 con un iPhone facendolo suonare diversi brani da Spotify: siamo partiti da un classico del Rock come “November Rain” dei Guns N’ Roses, passando per “Back in Black” degli AC/DC (dove ci è piaciuta molto la performance di Brian Johnson) sino a “Sultan of Swing” dei Dire Straits per quanto riguarda la parte rock, dove il diffusore si è comportato più che bene.
Per provare sonorità ben diverse abbiamo assaggiato anche “Pump of the Jam” dei Technotronic e “Let’s Love” di David Guetta sino a “2 Times” di Ann Lee, brani ben più leggeri dove comunque il diffusore si è trovato a suo agio, anche se il pregio sulle tonalità più alte è palpabile (in positivo) e, perlopiù, non commette l’errore di molti device più economici che “inquinano” tutto lo spettro con bassi spesso opprimenti.
Su brani come “Time” di Hans Zimmer (colonna sonora di Inception) e “Moving On” di Michael Giacchino (preso da “Lost”) sino a “The promise” di Michael Nyman (da “Lezioni di Piano”) la compattezza del diffusore chiaramente si sente, specie per chi è abituato alle finezze di questi brani in cuffia o su diffusori ben più potenti (e generosi di dimensioni).
Ha però tenuto bene su “The Archer” di Taylor Swift, “L’ultimo bacio” di Carmen Consoli e “Orinoco Flow” di Enya che sono brani abbastanza complessi. La connessione non ha mai ceduto il passo neppure sui videogiochi su iPhone o iPad Air, senza nessun tipo di lag.
Considerazioni
Come era lecito aspettarsi, la casa americana ha fatto un ottimo lavoro con questo JBL Go 3, proponendo un design più moderno e allo stesso tempo migliorando quella che è la caratteristica più importante, come la resa musicale.
Le funzioni perse per strada dispiacciono un po’ ma non è un dramma, considerando che rispetto alla prima versione questo diffusore è forse qualche millimetro più largo, ma molto più potente, sta meglio in tasca e ha una batteria davvero generosa, che fornisce (prove alla mano) quasi cinque ore di riproduzione continua.
Il costo è davvero un buon affare, meno di 40 Euro per un diffusore che suona molto bene con qualsiasi dispositivo (wireless) e che sta bene tanto sopra la scrivania come in doccia oppure, perché no, sopra l’asciugamano al mare (se riusciremo ad andarci).
Pro:
• Ottimo design
• Costo intrigante
• Ottima resa sonora
Contro:
• Nessun ingresso analogico
• Funziona solo come diffusore
Prezzo:
• 39,99 Euro
JBL Go 3 è reperibile nei principali negozi italiani, inclusi gli Apple Premium Reseller, oppure online presso Amazon.it nei colori Bianco, Blu, Camouflage (Mimetico), Rosa, Rosa Blu, Rosso, Verde e Nero, oggetto di questo test. Maggiori informazioni sul sito della casa madre.