La scarsità di chip ha già colpito alcuni grandi marchi tra i costruttori di auto, ed ora il problema si sta ampliando fino a coinvolgere l’elettronica di consumo e gli smartphone: in particolare la scarsità di chip Qualcomm può diventare un problema serio per Samsung. Solo negli scorsi giorni il prossimo CEO di Qualcomm Cristiano Amon ha dichiarato che il problema è reale, grave e che non è risolvibile a breve, anzi.
Il dirigente ha dichiarato che la domanda di chip Qualcomm è superiore alla produzione, senza però indicare per quali chip e processori la scarsità è più grave. Nel suo intervento Amon non indica marchi e costruttori più interessati, ma le sue dichiarazioni lasciano intuire un problema esteso all’intero mercato e quindi a tutti i costruttori.
Tenendo presente che Apple impiega in iPhone e iPad i suoi processori proprietari, oltre che nei Mac ARM con Apple Silicon M1, per il momento Cupertino non sembra coinvolta o, perlomeno, si deduce che lo sia in misura inferiore rispetto per esempio ai marchi Android. Ma occorre tenere presente che la scarsità di chip non riguarda solamente i processori ma anche componenti meno sofisticate ma ugualmente indispensabili per realizzare un dispositivo, tra cui per esempio chip driver, per la gestione dell’alimentazione, microcontroller, ricetrasmettitori a radiofrequenza e altri ancora.
Secondo alcuni addetti ai lavori nel settore smartphone, per affrontare la scarsità di chip di alimentazione dei processori, Qualcomm li sta dirottando verso i modelli più recenti e con maggior margine, come per esempio Snapdragon 888. In questo modo però viene limitata la produzione di processori Qualcomm delle generazioni precedenti o di fascia inferiore, un problema che secondo le fonti intervistate da Reuters, si sta facendo sentire sui volumi di produzione di terminali Samsung di fascia medio e anche bassa.
Ricordiamo che mercoledì 17 marzo si svolgerà l’evento Samsung Unpacked durante il quale è attesa la presentazione dei nuovi modelli di fascia media Galaxy A, potenziali concorrenti di iPhone SE. La scarsità di chip rischia di limitare la disponibilità dei terminali Android, di conseguenza ripercuotendosi sui risultati trimestrali e annuali dei principali marchi del settore.
La scarsità di chip è dovuta anche alla struttura della produzione mondiale, altamente integrata e concentrata sull’efficienza, ma che richiede previsioni di lungo termine, a causa delle tempistiche di costruzione delle fabbriche. Tutti i marchi hanno ridotto gli ordinativi nelle prime settimane dei blocchi per pandemia nei primi mesi del 2020, salvo poi acquistare le maggior scorte disponibili per la domanda di computer e dispositivi aumentata rapidamente per scuola e lavoro da casa. A questo si aggiunge il crollo delle vendite Huawei per il bando USA, una opportunità colta al volo dai marchi Android che puntano ad ampliare la propria quota di mercato.
Con la scarsità aumentano esponenzialmente i prezzi di alcune componenti. Un addetto ai lavori riferisce che un semplice chip micro controller di STMicroelectronics, prima proposto a 2 dollari, ora si trova solo a 14 dollari. Cristiano Amon prevede che la scarsità di chip proseguire per tutto quest’anno e che si riuscirà ad alleviare solo verso fine anno o nel 2022.
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