Mirrorless Rumors ha pubblicato un interessante grafico che mostra l’evoluzione del mercato delle fotocamere negli ultimi 80 anni, partendo dal 1933 fino al 2014. Il grafico, realizzato dalla Camera & Imaging Products Association (CIPA) comprende gli albori della fotografia analogica fino agli ultimi risvolti del digitale.
Il mercato delle fotocamere analogiche ha visto lento ma graduale incremento fino al 1998, anno di massima espansione di questa categoria di prodotto; nel 1999 appare una prima porzione significativa di mercato guadagnata dalle compatte digitali e sono bastati solo 5 anni alle fotocamere digitali per annullare e far scomparire l’analogico dalla produzione di massa: a partire da 2005 la fotografia analogica è praticamente morta commercialmente parlando.
Il 2010 vede il picco massimo assoluto per il mercato della fotografia seguito però da quella che può essere considerata l’attuale crisi di questo settore: la rapida diffusione degli smartphone dal 2010 fino ad oggi ha generato un’altrettanto rapida contrazione dell’industria, che nel 2014 è tornata indietro di 14 anni, ai livelli del 2000.
Osservando il grafico, la crisi del mercato fotografico sembra inarrestabile, nonostante l’entrata in gioco anche delle mirrorless, che non hanno però in alcun modo influenzato nessuna possibile ripresa. Se il trend dovesse proseguire, nel giro di tre anni i produttori di fotocamere potrebbero essere costretti ad abbandonare il mercato di massa e a dedicarsi alle nicchie di consumatori appassionati, probabilmente quelli che oggi comprano D-SLR e Mirroless, le cui porzioni di mercato sono rimaste più o meno stabili nel corso degli anni e che dovranno sfruttare i vantaggi proposti da sensori di grandi dimensioni e ottiche impossibili ai cameraphone per provare a tenere vicini i clienti. Chi ha insistito sulle compatte, anche evolute, a ottica fissa o con zoom modesti, potrebbe essere presto decretato come “clinicamente morto”