6S Marketing, un’agenzia pubblicitaria con sede a New York, spera di convincere Apple nel cambiare il nome del suo prossimo dispositivo iOS (iPhone 6S) in iPhone 7. L’azienda ha scritto una lettera aperta indirizzata a Apple ed ha affittato diversi cartelloni pubblicitari, di cui uno a Times Square, in cui si legge “Caro Universo, per favore, chiamatelo iPhone 7. Cordiali saluti, 6S Marketing”.
Nei cartelloni compare l’hashtag #WeAre6S della omonima campagna www.WeAre6S.com nata «per mettere in evidenza la nostra cultura unica e divertente compagnia». Nella lettera pubblicata sul suo sito web, 6S Marketing spiega di aver sentito dire che la prossima generazione di iPhone sarà chiamata iPhone 6S e per tale ragione esorta Apple a “riconsiderare” il nome in quanto fa parte della lunga storia della loro azienda.
«La nostra società si chiama 6S Marketing ma i nostri clienti, amici e colleghi ormai ci conoscono semplicemente come “6S”. E’ un piccolo nome, ma fa parte della nostra identità già dal 2000, quando tutto è cominciato all’interno di un piccolo appartamento. A quel tempo non sapevamo che una delle più grandi e più rispettate aziende avrebbe utilizzato lo stesso nome per un dispositivo mobile (d’altronde in quei giorni utilizzavamo i preistorici telefoni Motorola a conchiglia). Il motivo per cui abbiamo scelto il nome “6S” sta nel fatto che, pronunciandolo, suona molto simile alla parola “successo” (six-es, success)».
Manca meno di una settimana alla presentazione dei nuovi iPhone 6S e iPhone 6S Plus e chiunque ormai sa che è materialmente impossibile che Apple, anche volendo, possa cambiare i nomi anche solo delle confezioni di vendita dei dispositivi. Che i telefoni avrebbero avuto questo nome lo si poteva facilmente immaginare già dal lancio di iPhone 3GS, primo telefono Apple che ha dato il via all’alternarsi di numero e lettera per tutte le successive generazioni. Per tale ragione l’appello di 6S Marketing, che si conclude con la frase «speriamo che questo messaggio vi giungerà per tempo cosìcché possiate abbandonare la sigla 6S che noi invece utilizziamo dall’inizio del millennio» da l’impressione di essere una trovata pubblicitaria piuttosto che una richiesta vera e propria.
