Ultimo modello della fortunata serie di computer Apple che, dal 1998 ad oggi produce quello che è probabilmente il modello più iconico di tutta la linea Mac. Stiamo parlando del nuovo iMac 27 retina introdotto i primi di Ottobre 2015 offre caratteristiche d’avanguardia come pochi altri modelli presenti nel mercato e una potenza di calcolo che, ad oggi, può rubare fette di mercato al fratello più potente Mac Pro. Senza contare il bellissimo display 5K e una serie di accessori nuovi estremamente interessanti. Come era già successo per il modello da 21 l’abbiamo provato per qualche settimana, gustandoci le notevoli potenzialità in un modello a cui, trovare delle ombre, è onestamente difficile.
iMac 27″ 5k, la recensione
Fuori dalla scatola e accessori
Nonostante non sia una novità in termini assoluti, dato che il design di questo iMac risale oramai a tre anni fa, lo spacchettamento di questo modello è sempre un piacere. In questa occasione, tra l’altro, abbiamo potuto ammirare sin da subito alcune delle novità introdotte con questo modello: si tratta della nuova Magic Keyboard e del nuovo Magic Mouse 2, unitamente alla nuova Magic Trackpad 2, tutti e tre propri di una batteria al litio ricaricabile e di nuove caratteristiche hardware. Non vogliamo tediarvi troppo su questi prodotti che avevamo già ampiamente apprezzato nel corso del test del modello da 21” e per i quali potete leggere i test dedicati sulla nuova tastiera e sul nuovo mouse e trackpad: in sintesi possiamo qui dire che si tratta di accessori belli ed interessanti nelle funzioni, in particolare la nuova tastiera, per la quale serve qualche giorno di adattamento a causa della nuova tecnologia dei tasti ma che una volta assimilata nel suo funzionamento, diventa irrinunciabile per chi, come noi, la utilizza in modo intenso per parecchie ore al giorno.
Accessori a parte, il Mac si presenta nella stessa identica maniera dei modelli precedenti: il design tagliente del bordo è affascinante e si staglia su ogni tipo di scrivania, che sia in camera da letto quanto su di un ufficio pubblico o privato. Dimensioni e peso sono ridotti al minimo, considerando che con un display da 27 pollici alcune caratteristiche sono necessarie: l’iMac misura 65 cm di larghezza, 51,6 cm (incluso il sostegno) per 20,3 cm di profondità, il tutto in un design di allumini anodizzato con un peso di 9,54 kg (qualche cosa di meno nei modelli privi di disco meccanico). I connettori, tutti posti in fila dietro il display, sono discretamente comodi: in alcuni casi un connettore USB frontale avrebbe reso felici gli utenti più professionali che badano meno al design e più alla comodità, ma è un vezzo che si paga volentieri e a cui si rimedia con un semplice HUB. Oltre alle quattro porte USB 3.0 troviamo anche due porte Thunderbolt 2 che fungono anche da uscita Mini DisplayPort (quindi è possibile collegare altri due monitor esterni tramite specifici adattatori oppure due Thunderbolt Display direttamente), una Gigabit Ethernet con connettore RJ-45 (che speriamo Apple mantenga per qualche altro anno), presa Jack per cuffie da 3,5 mm e Slot SDXC card. Non c’è alcun lettore CD/DVD, che può essere acquistato a parte (esistono molti lettori e masterizzatori DVD o Blu-Ray USB 3 a buon mercato compatibili con Mac, sempre che l’utilizzo di un disco ottico oggi abbia ancora un senso).
Nella parte posteriore abbiamo anche la presa elettrica (in grado di alimentare l’iMac e tutte le periferiche collegate) e il pulsante di accensione, incassato nel case e collocato al lato opposto rispetto ai connettori.
Nella configurazione base computer, tastiera, mouse e trackpad (quest’ultimo opzionale) non hanno bisogno di cavi per il normale funzionamento, dato che in tutti i casi basta una ricarica tramite cavo Lightning (lo stesso di iPhone e iPad, incluso nella confezione) di tanto in tanto per mantenere i dispositivi pronti all’uso (nelle prime due settimane di utilizzo abbiamo usato circa il trenta per cento della carica completa): questo offre, per chi apprezza, una estrema pulizia nella scrivania e un piacevole colpo d’occhio, seppure alcune ombre ci sono, come l’impossibilità di utilizzare il mouse durante la ricarica (per via del connettore posto nella parte inferiore) e la mancanza del tastierino numerico nella nuova Magic Keyboard. In fase di ordine è comunque possibile ordinare ancora la tastiera a filo tradizionale come, ovviamente utilizzare la stragrande maggioranza dei mouse USB o Bluetooth in commercio.
Il modello da noi testato è quello intermedio con processore Intel Core i5 quad-core a 3,2GHz, disco Fusion Drive da 1TB e processore grafico AMD Radeon R9 M390 con 2GB di memoria GDDR5 e 8 GB di Ram (due moduli da 4 GB, con altri due slot liberi per un upgrade futuro) in vendita, anche su Apple Store, a 2.329 euro. Nella realtà dei fatti c’è da dire che i tre modelli proposti da Apple e che compongono la linea si differenziano molto poco l’uno dall’altro sia dal punto di vista delle prestazioni che da quello del prezzo, considerando l’alto livello di personalizzazione, insolita per un computer con un design così estremo.
Ad ogni modo su questo aspetto torneremo più avanti, perché necessita di una considerazione aggiuntiva.
Il sistema operativo è El Capitan: come per tutti i Mac non è possibile cambiare versione del sistema operativo, quindi scendere a Yosemite o Mavericks.
Display
La prima, e più grande, novità di questo modello è senza dubbio il display. Un iMac con display 5K era già uscito l’anno scorso, tuttavia con questa generazione il salto è stato notevole: una volta acceso e completati i normali passi preliminari necessari alla configurazione del sistema operativo, ci si trova davanti ad un vero e proprio spettacolo. Il display appare molto bello, un passo deciso per chi ha già visto il primo modello di iMac 5K, una rivoluzione per chi, come noi, viene da un modello iMac con display normale.
Il display Retina 5K è proprio di una tecnologia IPS e una risoluzione di 5120×2880 pixel a milioni di colori: seppure il pannello Monitor proponga una scelta di risoluzioni variabile da 1600×800 a 3200×1800 pixel con una definizione standard iniziale di 2560×1440 pixel, tutto si vede meglio. Nelle App di gestione del testo questo sembra davvero scolpito: non fosse retroilluminato, faremo fatica a distinguere una pagina di Word da una pagina in carta stampata in Offset, e questo a qualsiasi risoluzione. Un po’ tutto comunque appare migliorato, dalle icone delle App ottimizzate (la quasi totalità di quelle nuove) alle voci e icone nei menu e nelle palette. Lavorare tante ore davanti ad un display del genere è ovviamente meno stancante e più proficuo di un display normale: anche avvicinandoci moltissimo al display, distinguere un pixel dall’altro è una operazione davvero ardua.
Ma la risoluzione non è l’unica novità: in questa generazione Apple ha abbandonato lo spazio colore sRGB per P3, che numericamente parlando è del 25% più ampio. Per i non addetti ai lavori questo significa una maggiore capacità di mostrare i colori, specie nelle tonalità del verde e del rosso. Questa caratteristica può apparire o meno a seconda dell’immagine che si guarda, ma il passo è notevole e merita senza dubbio attenzione.
Messo di fronte ad un modello precedente, il nuovo display è ovviamente migliore in tutto, sia in luminosità che nell’angolo di visione, che adesso rasenta i 180° senza perdita visibile. In particolare la maggiore risoluzione da un lato e il maggior numero di colori dall’altro ha comportato, dal nostro punto di vista, una maggiore definizione dei dettagli nelle immagini: il contrasto ne guadagna ed è possibile qui osservare su Anteprima e su altre App come le immagini abbiamo una elevata profondità e un maggior numero di particolari, prima sminuiti oppure invisibili.
Alzando la risoluzione sino a 3200×1800 pixel lo spazio disponibile si allarga e le scritte rimangono sempre visibili ma la nostra opinione è che la risoluzione standard oppure quella appena più alta siano l’ideale per chi vive il Mac di normali App, mentre quella più alta è adatta solo a chi utilizza App professionali con molte palette aperte contemporaneamente. Per chi gioca, invece, questo display è un sogno: non sono molti i giochi che supportano una risoluzione così alta ma quando lo fanno la differenza è notevole. Non cambia molto in termini di giocabilità e divertimento, tuttavia la vista ne guadagna molto non solo alla risoluzione massima ma anche a quelle inferiori.
Qualche numero
Per gestire correttamente un display 5K Apple ha dovuto carrozzare questo Mac con un comparto di calcolo di prima scelta: ed infatti ecco che sotto il cofano troviamo un processore Intel i5 Skylake di ultima generazione con una velocità di clock di 3.2 Ghz a quattro core (capace di attivare la funzione Turbo Boost arrivando sino a 3,6GHz per alcuni periodi di tempo limitati), unitamente ad una scheda video AMD Radeon R9 M390 con 2GB di memoria GDDR5, un prodotto pensato apposta per la gestione di un flusso video 4K.
Un comparto di calcolo davvero importante per un computer che, sino a pochi anni fa era considerato consumer ma che adesso domina nel mercato dei professionisti e degli studi, laddove ha soppiantato la presenza dei Mac Pro, oramai relegati a pochi e specifici compiti.
Per capire la potenza di questo Mac l’abbiamo messo a confronto con un altro iMac presente in relazione, l’unico che per caratteristiche si avvicinasse: si tratta di un iMac 27 del 2011, con un processore Intel i5 ad una velocità di 3.10 Ghz, 16 GB di Ram, SSD da 256 e un processore video AMD Radeon HD 6970M, in pratica un modello simile numericamente ma con la metà della VideoRam e il doppio della Ram di calcolo.
Quattro anni sono molti nel mondo dell’informatica e infatti i numeri si sentono, così come le differenze nel calcolo verticale: la sensazione di freschezza è palpabile nell’utilizzo dei due Mac a vantaggio di quello nuovo, ma per fornire dei valori obiettivi abbiamo utilizzato Cinebench R15 di Maxon, che essendo gratuito potrà essere confrontato anche con altri Mac dei lettori. I risultati, riportati anche nello screenshot, parlano chiaro: l’iMac retina vince per valori grandi di un terzo, fattore che appare solo teorico nell’utilizzo, perché in alcuni casi abbiamo notato tempi di risposta con guadagni ben più ampi, ad esempio in alcuni filtri di Photoshop su immagini molto grandi, in altri minore, ad esempio utilizzando la conversione di alcune immagini in sequenza, sempre utilizzando Photoshop (ma qui l’unità SSD aiuta il vecchio Mac a difendersi).
Abbiamo anche affrontato quella che è ad oggi la sfida più ardua per un Mac, il mondo dei videogiochi. Dato che non sono molti oggi i titoli che supportano la risoluzione video 5K del nuovo iMac abbiamo optato per due titoli recenti e ottimizzati come Starcraft II Legacy of the Void (titolo che vedrà a breve una recensione proprio in queste pagine) e Diablo III Reaper of Souls, sempre di Blizzard. Prima di tutto possiamo dire che abbiamo giocato in entrambi i casi alla massima risoluzione di 5120×2880 pixel con valori di texture ed effetti medio alti senza notare rallentamenti vistosi, oppure con risoluzioni appena sotto con tutti i set al massimo senza colpo ferire. Ma anche in questo caso abbiamo voluto fornire qualche dato in più, seppure i rilevamenti sono stati più difficili: la rilevazione degli FPS (Frame per secondo) in un gioco può variare molto da schermo a schermo, e dal numero di Bot (personaggi interattivi) presenti contemporaneamente, nonché da che cosa stanno facendo questi, questo per dire che i valori hanno una varietà che è impossibile eliminare.
All’interno delle lande disperse del mondo di Sanctuarium (Diablo III) l’iMac retina ha offerto un valore FPS tra i 50 e i 60 ad una risoluzione di 2560×1440 pixel, contro i 10-25 dell’iMac del 2011, giocando con valori di texture ed effetti normale (con riflessi disabilitati). Alzando la risoluzione al massimo con Riflessi attivati, il valore dell’iMac retina è sceso di 5-10 punti mentre quello dell’iMac del 2011 è rimasto sugli stessi valori, seppure si sono avvertiti più spesso rallentamenti (in particolare, sembra che il rallentamento sia dovuto non tanto al comparto grafico ma alla potenza di calcolo del processore). L’iMac retina ha offerto anche valori di FPS pari a 27 e 20 giocando alla risoluzione 5K rispettivamente con texture medie e alte.
Si è comportato meglio Starcraft II, che ha offerto valori di FPS superiori a 90 nel nuovo iMac giocando su una risoluzione di 2560×1440 pixel con valori medi (45 nel vecchio iMac) mentre alzando i valori al massimo l’FPS si è abbassato a 50 nel nuovo iMac e 14-20 nel vecchio iMac. Alzando nel nuovo iMac la risoluzione a 5120×2880 pixel abbiamo avuto valori di 23 FPS con grafica media e 17 con grafica al massimo. Da notare che questo ultimo valore permette comunque al gioco di essere manovrato in modo soddisfacente, ma con qualche scatto qua e la, non buono per i puristi ma accettabile per gli utenti con il palato non troppo fine.
Di contro, giocare ad una risoluzione di 5K con questi titoli, come dicevamo poch’anzi, è davvero una esperienza incredibile, seppure in molti casi si tratta di modelli 3D e texture interpolati.
Una menzione particolare per il sistema di archiviazione: l’unità pervenuta aveva un disco interno meccanico “ibrido” di tipo Fusion, con una unità Flash da 24 GB. La riduzione dello spazio nell’unità flash, che nella generazione precedente era di 128 GB, fa pensare ad una volontà da parte di Apple di contenere i costi: nell’utilizzo quotidiano il risultato è buono, non è come utilizzare un disco SSD ma lo spazio è sufficiente per ospitare il sistema operativo, che è la cosa più importante, e probabilmente alcune delle App più utilizzate. Nonostante questo, chi è abituato ad un Mac con unità Flash, come un MacBook Pro, sentirà senza dubbio la differenza, specie su cartelle con moltissimi documenti, oppure qua e la quando il disco meccanico si attiva (un disturbo percepibile per chi ha il Mac in camera da letto e lo lascia acceso di notte).
Conclusioni
Recensire quello che, ad oggi, è probabilmente il miglior Mac per tutti è una cosa assai difficile: trovare difetti in una macchina così è quasi impossibile. Un design pulito ed efficace, una macchina molto silenziosa ma estremamente potente, un display senza pari nel mercato e il miglior sistema operativo oggi disponibile (seppure qualche cosa di acerbo ancora c’è, ma è una normale questione di tempo) ne fanno sicuramente un prodotto che farà felice qualsiasi utente Mac. Chi ieri aveva un Mac Pro può tranquillamente eseguire uno switch a questo modello di iMac, e con una piccola spesa acquistare un processore i7 a 4 Ghz, e svolgere tutti i lavori in modo più veloce che in passato, lo stesso dicasi per chiunque abbia un Mac più vecchio di un anno, considerato che il display da solo vale la spesa e che anche chi è un purista dell’immagine e desidera un display a calibrazione, può usare una delle due uscite Thunderbolt per collegare un secondo (e un terzo) monitor esterno professionale.
Un prodotto che costa i soldi che vale, senza dubbio, con una sola piccola attenzione: nonostante la potenza infusa e il comparto grafico di prim’ordine, il professionista dovrebbe seriamente valutare l’acquisto del Mac sostituendo il disco Fusion, pur buono, con una unità Flash da 256 o 512: la differenza di prezzo, pur tangibile, vale assolutamente il tempo guadagnato, e rappresenta un valido investimento per il futuro, dato che con una unità Flash il computer invecchia molto meno. Il disco Fusion, sostanzialmente un ibrido tra un disco meccanico e una unità flash, appare molto buono se paragonato ad un modello solo meccanico, ma non può confrontarsi con una unità a disco flash puro, che tra l’alto in questa versione Apple ha velocizzato.
Chi scrive queste righe è alla fine molto soddisfatto della prova, tanto che ha messo in preventivo l’acquisto di questo modello (con unità flash) per l’anno venturo: 4 anni per un cambio di computer fisso sono molti, e nonostante il vecchio modello grazie all’unita SSD interna sia ancora in grado di dire la sua, in un confronto diretto non c’è storia.
iMac 27 pollici 5 K è in vendita ad un prezzo di ingresso di 2.129 euro su Apple Store e presso i negozi Apple e gli Apple Premium Resellers
Pro
– schermo allo stato dell’arte
– capacità di calcolo notevole
– molto versatile
Contro
– alcune scelte di design negli accessori sono radicali e poco comode
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