Per descrivere quello che sta accadendo in queste ore negli USA per il lancio di iPhone ci torna utile un bellissimo Album del 1976 di Ornella Vanoni “la voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” con musica e testi di Toquinho e Vinicio de Moraes: non che ci sia qualcosa di brasiliano nell’evento ma sicuramente le quattro condizioni dell’animo umano che compongono il titolo ci sembrano le più adatte per descrive il momento “epocale” della storia di Apple.
La voglia
Parliamoci francamente: iPhone non è un prodotto inventato da zero in Apple, è un prodotto desiderato dagli utenti, prima di tutti quelli che usano il Mac prima dell’avvento di Intel, di iBM, che conoscono il marchio della mela prima dell’arrivo di iPod.
La voglia di iPhone nasce dal fatto che chi conosce la filosofia di Apple, il suo approccio alla progettazione dei prodotti e soprattutto alla realizzazione del software sa come può essere rivoluzionato il rapporto tra l’uomo e i dispositivi tecnologici per il lavoro e il divertimento.
iPhone era nei sogni di tutti anche prima del successo di iPod e la trasformazione del lettore digitale di Cupertino in un successo planetario, la sua mutazione progressiva in una “commodity”, di oggetto irrinunciabile anche aldilà delle mode passeggere grazie alla creazione di un vero e proprio ecosistema tecnologico: tutti questi fattori hanno spinto di fatto Apple a lanciarsi in un campo del tutto nuovo dove i concorrenti si chiamano Nokia, SonyEricsson, Motorola, Samsung e nondimeno Microsoft.
Ma chi conosce Apple si aspettava che con la mania di perfezione di Steve Jobs e le risorse creative che riesce a stimolare il primo telefono di Cupertino non sarebbe stato un normale cellulare multimediale con una memoria flash e uno spruzzo di interattività alla iPod come tanti della concorrenza, chi conosce e usa Apple si aspettava e voleva qualcosa che stupisse per la semplicità , la potenza e la possibilità di interazione, che facesse scattare ancora una volta la domanda “ma come mai non ci ha pensato nessuno prima?”
In questi ultimi anni decine e decine di appassionati, apprendisti designer e progettisti della concorrenza si sono sforzati di creare un iPhone virtuale o di realizzarlo mischiando tecnologie avanzate e il software disponibile sul mercato: ebbene, con il telefono di Apple già presentato, i vari emuli a pieno schermo e con tecnologia touch non riescono nemmeno lontanamente a ricreare la sensazione di controllo o il feedback emozionale che l’uso dell’oggetto di Apple riesce a procurare.
La Pazzia
La chiamano pazzia perchè è fuori dai canoni, perchè va oltre le regole ma molto spesso è una estrema forma di visionarietà , il percepire oltre tutti quello che vedono gli altri, il saper piegare il progresso tecnologico o indirizzarlo verso nuove strade.
In fondo Apple non è che la rappresentazione della “pazzia” di Steve Jobs, quella che viene definita Reality Distortion Field, che rende la realtà malleabile e la adatta alla propria percezione del mondo e soprattutto la rende accettabile a milioni di utenti che acquistano il meno come un più: un mouse con un tasto solo, un telecomando con 6 bottoni, un lettore di video che non legge i DivX… così iPhone non è completo, manca di un plugin per Flash, della gestione degli mms, della navigazione GPS assistita ma scommettiamo che di fronte alle tante sue altre qualità e capacità le mancanze saranno esaltate come una peculiarità positiva.
E la prima domanda che molti si fanno di fronte ad iPhone è: chi è quel pazzo che si acquisterebbe un telefono che in due anni costa poco meno di 2.000 dollari salvo poi fare una serie di conti e scoprire che il MotoQ esaltato da Microsoft viene offerto a piani tariffari più costosi.
L’incoscienza
L’incoscienza è il riflesso della pazzia ed ti porta a scegliere un prodotto, un computer, un telefono, un lettore musicale contro tutte le convenzioni, le maggioranze, le mode basandoti sull’emozione, sul ritorno di sensazioni che avrai nell’utilizzare un oggetto che non è pensato solo per “funzionare” ma anche per accompagnarti nel tuo intorno quotidiano.
iPod è nato contro tutti e tutto ed è diventato nel tempo un fenomeno di moda e di costume ma anche oggi che l’effetto “trend” è scomparso continua ad essere uno strumento quasi irrinuciabile per chi vuole ascoltare musica in movimento e il suo primato persistente è dovuto al software, alla facilità di accesso ai suoi menu che rendono qualsiasi altro aggeggio simile primitivo.
L’allegria
La data del 29 Giugno è un nella storia dell’azienda californiana: iPhone è una grande scommessa per Apple: non è il primo prodotto di largo consumo dell’azienda visto il precedente di iPod, ma come per iPod si tratta della “reinvenzione” di un oggetto che troviamo già presente nella vita di tutti i giorni con un nuovo concetto di interattività nato magari dal vecchio Newton (il primo vero PDA della storia nato a Cupertino) e mai portato a livelli di eccellenza dai pur ottimi prodotti dei grandi produttori di cellulari.
Si tratta quindi di un momento solenne per chi lavora nell’azienda, è una tappa importante nella storia di una azienda che ha cancellato la parola “computer” dalla propria ragione sociale.
Le file davanti ai negozi, il folklore tipicamente americano che mette in mostra su YouTube e sui grandi network personaggi spuntati da un variegato campionario umano che vanno dallo studente di sociologia all’innamorato cronico, dal technogeek al folle presenzialista sono la rappresentazione di un approccio scanzonato ad un evento che non cambierà i problemi di tutti i giorni ma che diventa una occasione per fare festa per ritrovarsi e per diventare per qualche ora protagonisti dell’attenzione di tanti altri pazzi, incoscienti o solamente curiosi moltiplicati dalla pervasività della rete.
Infine l’allegria con cui alcuni recensori come il funambolico David Pogue hanno interpretato iPhone e la pre-iPhonemania dilagante… alla fine è solo un telefono… ma mi piace!
Noi intanto cominciamo fortemente a desiderare un altro oggetto che passi sotto la revisione funzionale ed estetica di Apple: chi scrive attende un bel termostato ambientale touch screen con interfaccia OS X che finalmente permetta di regolare la temperatura del proprio appartamento senza impazzire per delle ore per ricordare l’uso di bottoni, bottoncini e indicazioni led. Steve ti aspettiamo anche in questo campo…
[aggiornamento] Macitynet ha un suo inviato a New York che sta facendo la fila presso il meno affollato negozio Apple a Soho… dopo la mezzanotte avremo le sue impressioni d’uso… arrivederci al 30 Giugno!