Quel 24 Marzo del 2001 lo ricorderò per un pezzo, fu il giorno di un arrivo e di una partenza: l’arrivo fu quello di Mac OS X che veniva presentato con una serata speciale al Mondadori Center di Milano con lo stato maggiore di Apple Italia presente mentre la partenza, poco gradita, fu quella del mio carissimo PowerBook 233 insieme a tutti i suoi accessori raccolti nelle perigrazioni per i vari MacWorld che trasportavo in una borsa da mostrare agli amici di Milano: purtroppo degli abili ladri fermarono il suo viaggio all’autogrill di Riccione insieme ai documenti del mio amico Rafal.
Erano le quattro del pomeriggio ma ormai avevamo deciso di proseguire fino a Milano, e masticando amaramente il panino che ci era costato un mega furto – mai fermarsi a fare merenda alle 4 del pomeriggio in un autogrill presidiato da squadre di abili scassamacchine – pensammo che ormai eravamo in gioco e che l’invito andava onorato.
A Milano ci aspettava 4 ore dopo tutta la combriccola degli amici del POC (PowerBook Owners Club) ma per l’occasione era schierato tutto lo staff e la dirigenza di Apple con in testa Enzo Biagini.
La panoramica dei Mac con montato Mac Os X era variatissima: l’iMac “caramella” era già un prodotto maturo ed eravamo nel periodo “Flower Power” dei compatti di Apple decorati alla moda Hippie e dell’indimenticato “Cube”, pochi Titanium 400 e molti iBook con colori acidi presentati a Parigi nel settembre dell’anno prima insieme alla beta di Mac OS X.
Ma la scena quella sera era della versione 10.0 definitiva con slogan del tipo “Il futuro è qui”, “la potenza di 10” da abbinare all’ormai consueto “Think Different”, sui PowerMac G4 in abbinamento ai primi software per la modellazione 3D in grado di sfruttare il motore Unix e l’allora potente motore Altivec dei processori G4.
Dopo la torta finale con obbligatoria decorazione ad “X” presenti se ne uscirono con la consapevolezza che finalmente qualcosa stava veramente cambiando e che Apple, oltre a fare macchine affascinanti si poteva lanciare verso un campo aperto e In fondo pensandoci bene quei maledetti ladri dell’autogrill furono responsabili di un mio passo più veloce verso il futuro: qualche settimana dopo arrivò un titanium G4 400 dalle linee squadrate e con Mac OS X a bordo, il masterizzatore DVD e tanto peso in meno da portare nel vecchio zaino Kensington anch’esso sottratto: lo ricomprai perfettamente identico per accompagnarmi in questi anni di cammino verso l’ennesima versione di un sistema operativo, Mac OS X 10.7 Lion, che non solo è cresciuto come capacità e maturità ma anche nelle preferenze degli utenti, forse non con una potenza di 10 come è accaduto per altri prodotti Apple ma con un successo che in quella sera di 10 anni forse non ci aspettavamo così grande.
La galleria fotografica commentata di quella serata è su questa pagina di macitynet.