C’è ancora speranza: il mantra “Purtroppo in Italia non c’è lavoro” si è trasformato in una sorta di “favola” moderna per Simone Di Pierro, giovane programmatore 22enne di Nichelino, alle porte di Torino che a ottobre è stato assunto da Apple. La storia di Simone, riportata da La Stampa, risulta interessante per diverse ragioni: la prima è che con volontà e impegno si può arrivare dove si vuole, o quasi.
Simone ha iniziato a smanettare sui computer a 11 anni con un PC DOS-Windows regalatogli dal padre, anche lui programmatore, purtroppo scomparso troppo presto a soli 56 anni. Il nome di Simone è stato segnalato dal suo istituto tecnico a IBM che cercava giovani motivati per uno stage, trasformatosi poi in una proposta di lavoro di un anno.
Qui Simone si è fatto notare per lo sviluppo di una app che permette di usare gli smartphone come mouse. L’aggancio con Apple è avvenuto a Las Vegas dove Simone era stato inviato per presentare il suo lavoro. La bella storia dimostra anche la piacevole informalità di rigore nelle aziende USA e l’assenza di barriere gerarchiche: dopo solo 10 giorni dalla sua assunzione, Simone ha sorseggiato un caffè con Tim Cook, l’amministratore delegato della società di tecnologia ora più grande e ricca al mondo, raccontando “Abbiamo parlato come buoni amici” nella sua intervista al quotidiano della Mole.
Oltre che ai giovani che stanno valutando di diventare programmatori e che sognano di volare a Cupertino, la vicenda dimostra che, nonostante le dimensioni colossali e la scala globale del proprio business, Apple è ancora molto attenta a scoprire giovani promesse e talenti e, quando pensa sia il caso, di assumerli al volo. Assunto da Apple a ottobre, Simone vive a San Jose, vicino al quartier generale di Cupertino.