La nuova relazione di PageFair e Adobe calcola in 21,8 miliardi di dollari i mancati profitti nel settore pubblicitario a causa dei meccanismi di blocco degli annunci, che negli Stati Uniti è stato calcolato in 5,8 miliardi di dollari per il 2014, destinato secondo le stime a salire a 10,7 e a 20,3 miliardi, sempre di dollari, rispettivamente nel 2015 e nel 2016. Secondo le previsioni, entro il 2016 il costo globale del blocco degli annunci giungerà a quota 41,4 miliardi.
Il documento congiunto, dal titolo The Cost of Ad Blocking (Il costo del blocco degli annunci pubblicitari), illustra in dettaglio la situazione globale del segmento e le relative ripercussioni della rapida crescita di questa tendenza sul futuro dei settori editoriale e pubblicitario in Internet. Il numero di utenti che blocca gli annunci nel mondo è cresciuto del 41% negli ultimi 12 mesi e in questo momento si calcola siano 198 milioni gli utenti attivi che mensilmente bloccano gli annunci pubblicitari. Negli Stati Uniti l’ad blocking è cresciuto del 48% tra il secondo trimestre del 2014 e il secondo trimestre del 2015, con 45 milioni di utenti mensili che sfruttano il blocco; in Europa l’ad blocking nello stesso periodo è cresciuto del 35%, con 77 milioni di utenti che bloccano gli annunci.
“Gli utenti che sfruttano l’ad blocking stanno inavvertitamente causando perdite per milioni di dollari ai siti web più apprezzati”, spiega Sean Blanchfield, CEO e co-fondatore di PageFair; “Con la diffusione dell’ad blocking sul mobile, si fa sempre più consistente la minaccia a un modello di business ventennale”. L’ad blocking, finora sfruttato principalmente sulle piattaforme desktop, si sta rapidamente diffondendo anche sul settore mobile in Asia e il trend probabilmente si estenderà a livello globale da settembre con l’integrazione di specifici meccanismi di blocco previsti in iOS 9.